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NBA, i Thunder si aspettano di avere Billy Donovan in panchina il prossimo anno

NBA

Nonostante l’eliminazione al primo turno dei playoff, il General Manager dei Thunder Sam Presti ha detto di aspettarsi di avere Billy Donovan in panchina anche il prossimo anno. I due però dovranno incontrarsi nei prossimi giorni per discutere anche della situazione contrattuale

IL RIASSUNTO DELLA SERIE

Nell’immediato post-eliminazione degli Oklahoma City Thunder, era opinione abbastanza diffusa che qualcosa sarebbe dovuto cambiare – e quel qualcosa, o per meglio dire qualcuno, rispondeva al nome di Billy Donovan. Con un nucleo di giocatori sotto contratto almeno fino al 2021, la decisione più semplice per cambiare la situazione sarebbe stata cambiare l’allenatore, peraltro con un solo anno di contratto rimanente. Invece pare che non sarà così, almeno stando ad ascoltare quello che dovrà prendere questa decisione, ovverosia Sam Presti. “Ci aspettiamo che Billy torni il prossimo anno, non dovrebbe cambiare nulla” sono state le parole utilizzate dal General Manager dei Thunder nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, di fatto confermando l’allenatore anche per la prossima stagione. Non una benedizione ufficiale, però: Presti ha detto di non essersi ancora incontrato con il coach per discutere i piani futuri della squadra e da quel colloquio potrebbero emergere dei temi in grado di cambiare la situazione. Uno su tutti, il contratto di Donovan: è improbabile che l’allenatore accetti di affrontare la stagione con un solo anno rimanente sul suo accordo, che lo renderebbe di fatto vulnerabile a un licenziamento in qualsiasi momento e, soprattutto, a una perdita di potere all’interno dello spogliatoio.

Il record di Donovan e il rispetto dei giocatori

Presti comunque non ha negato che nel primo turno i Thunder sono stati “presi a calci nel sedere” e il record di Donovan ai playoff non depone a suo favore. Nei suoi quattro anni a OKC ha vinto 199 partite di regular season a fronte di 129 sconfitte, ma nella post-season è 15-19, di cui 4-12 negli ultimi tre anni da quando se ne è andato Kevin Durant. Nella serie contro Portland, poi, è sembrato molto in difficoltà con gli aggiustamenti tattici proposti dal suo avversario Terry Stotts, oltre a non trovare mai una contromisura per fermare Damian Lillard (oggettivamente inarrestabile in questi playoff). Donovan sembra essersi guadagnato il rispetto dei suoi due migliori giocatori, Russell Westbrook e Paul George, che ne hanno lodato l’apertura mentale e la disponibilità all’ascolto. Un aspetto del suo carattere apprezzato anche da uno come Dennis Schröder, il quale – citando la sua esperienza opposta con Mike Budenholzer – ha sottolineato come “quando un allenatore ascolta troppo i giocatori, le cose possono anche andare male”. In ogni caso, lo stile di gestione dello spogliatoio di Donovan sembra essere apprezzato da Presti, che nella sua conferenza stampa finale ha citato il punto più alto raggiunto dall’allenatore a OKC: “Quando siamo andati alle finali di conference nel 2016 arrivando a due minuti dalle Finals, ho pensato che avesse fatto un eccellente lavoro. E da quando è qui, non c’è stata alcuna differenza”.