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Playoff NBA, "From zero to hero": la prestazione da Campione di Steph Curry in gara-6

NBA

Zero punti nel primo tempo, 33 alla fine di cui la metà nei cinque minuti finali: la prestazione di Steph Curry in gara-6 è il microcosmo di un giocatore speciale, decisivo per le sorti dei Golden State Warriors anche quando tutto sembra che vada storto

CUORE WARRIORS: VINCONO GARA-6, ROCKETS ELIMINATI

LE REAZIONI SOCIAL DI DURANT E LEBRON

Steph Curry poteva già sentire le voci dentro la sua testa se non fosse riuscito a vincere questa serie contro Houston. Sul fatto che Kevin Durant fosse diventato più importante e decisivo di lui. Sulle sue difficoltà al tiro, specialmente in gara-3 e gara-4. Sulle sue difficoltà nel reggere in difesa contro James Harden. Sulla sua incapacità di trascinare la squadra nel momento del bisogno. Tutte voci che stavano prendendo sempre più forza nei primi tempi di gara-5 e soprattutto di gara-6, nella quale – per la prima volta della sua carriera ai playoff – aveva chiuso con zero punti a referto e 0/5 al tiro, complici i tre falli che lo avevano condizionato e poi mandato definitivamente in panchina. “Sono stato davvero terribile” ha ammesso lui stesso dopo la partita. “Non ho segnato neanche un tiro, ho commesso tre falli: l’unica cosa buona è che non ho perso palloni nei 12 minuti in cui sono stato in campo, ma è davvero l’unico aspetto positivo”. In qualche modo però i suoi compagni di squadra – specialmente Klay Thompson, autore di 21 punti nel primo tempo – sono riusciti a rimanere a galla, sfruttando le attenzioni che la difesa di Houston riservava a prescindere a Curry (in alcune occasioni lasciando praterie ai suoi compagni piuttosto che andare in aiuto). Negli ultimi cinque anni gli Warriors hanno visto fin troppe volte gare del genere da Steph e sono rimasti fiduciosi che nel secondo tempo sarebbe tornato ai suoi livelli, portandoli al successo. Che è poi esattamente quello che è successo: nel terzo quarto il due volte MVP si è svegliato segnando 10 punti, pur senza riuscire a impedire il -5 di saldo propiziato da Chris Paul. Poi, quando i Rockets non sono riusciti a staccarli, ha piazzato la zampata decisiva, mettendo 23 punti nel quarto finale di cui 16 negli ultimi cinque minuti, con la ferocia e l’esperienza di un Campione con la c maiuscola.

Kerr: "La partita che meglio rappresenta Steph"

Come sempre, a trovare le parole migliori per descrivere la prestazione del suo numero 30 è stato Steve Kerr: “Ho detto ai suoi genitori dopo la partita: ‘Se c’è una prestazione che rappresenta l’essenza di Steph Curry, è proprio questa’. È un giocatore che a volte fa azioni che ti fanno mettere le mani nei capelli – i falli, le palle perse, quelle giocate che ti portano a guardarti in giro e a chiedere ‘Ma cosa sta facendo?’. Da questo punto di vista mi ricorda Manu Ginobili, che faceva lo stesso con coach Pop a San Antonio. Ma la maggior parte delle volte fa giocate incredibili e non ha paura di nulla: questo lo rende ciò che è”. Sull’esplosione di Curry nell’ultimo periodo c’è anche lo zampino di Kerr, che con la partita in bilico si è rifugiato nella coperta di Linus del suo primo titolo, quello del 2015: il pick and roll alto tra Curry e Draymond Green. Gli Warriors lo hanno giocato dieci volte filate per chiudere la gara, e in otto possessi sono andati a segno collezionando 19 punti – tra cui gli ultimi tre sull’asse Curry-Green-Iguodala-Thompson, i quattro che erano chiamati a salire di livello per sopperire all’assenza di Kevin Durant. Beh, lo hanno decisamente fatto.

La partita per zittire i critici e riabbracciare KD

Per strano che possa sembrare, i Golden State Warriors – la squadra che ha marchiato a fuoco gli ultimi cinque anni di NBA, vincendo tre titoli con un’altra finale persa solo negli ultimi cinque minuti di gara-7 – si sono ritrovati in una situazione nuova: quella di essere sfavoriti in una partita di playoff. E i veterani sembrano aver goduto in maniera particolare a ritrovarsi nel ruolo di “underdog”: “Abbiamo avuto l’opportunità di zittire un sacco di persone” ha detto Curry, che per questa gara-6 ha indossato il primo modello delle sue scarpe, quelle del primo titolo, come pungolo motivazionale a tornare quello che era. “Nelle ultime 24/48 ore ci sono state un sacco di chiacchiere su quello che saremmo o non saremmo riusciti a fare con KD fuori dai giochi. Lo abbiamo detto tantissime volte: Kevin è stato incredibile in questi playoff, e non saremmo mai arrivati a gara-6 con la possibilità di chiudere la serie senza che lui giocasse una pallacanestro straordinaria, trascinandoci nelle prime 11 partite. L’unica cosa che potevamo fare era venire qui e vincere, prenderci un po’ di riposo prima delle finali di conference e dargli l’opportunità di tornare in salute per dare l’assalto a un altro titolo. È speciale”.

LeBron e Wade lo elogiano, ma Curry minimizza: "So bene chi sono"

Speciale è anche la reazione che hanno avuto diverse superstar della NBA su Twitter per celebrare la prestazione di Curry. E se LeBron James ha citato Rudy Tomjanovich esaltando “il cuore dei campioni” mostrato da Golden State, Dwyane Wade ha esplicitamente preso le difese di Curry su Twitter: “Voi tutti dovreste smetterla di mancare di rispetto a @StephenCurry30” ha scritto la leggenda dei Miami Heat. “Solo perché è uno che pensa prima alla squadra ed è disposto a sacrificarsi in alcuni momento non significa che non sia ancora una bestia”. Quando è stato informato delle parole dei due colleghi, Curry però ha risposto: “Ho sentito un sacco di ‘rumore’ in questa serie, diciamo così. Ma che sia positivo, negativo o qualsiasi altra cosa, io so di cosa sono capace. Sono cose che vanno oltre il mio controllo, perciò non mi faccio coinvolgere. Non ho bisogno di motivazione extra, non ho bisogno che mi si dica che giocatore sono: lo so già di mio. La mia fiducia non vacilla mai in quelle situazioni. Ovviamente apprezzo le parole dei campioni che riconoscono altri campioni e sanno cosa serva per vincere partite come quella di stasera, e quello che siamo riusciti a fare negli ultimi cinque anni. Ma speriamo che ce ne siano altri in futuro”.