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Mercato NBA, free agent a Philadelphia, mezza NBA è sulle piste di Tobias Harris

NBA

Sembrano esserci almeno cinque squadre NBA disposte a dare il massimo contrattuale (oltre a minuti e ruolo da leader) all'ala di Philadelphia: alla loro offerta da 4 anni e 141 milioni di dollari Philadelphia può però rispondere con un quinquennale da 188

LILLARD RINNOVA CON PORTLAND

SU DURANT CLIPPERS IN POLE POSITION

L’epoca dei Sixers ribattezzati “Fab Four” potrebbe essere durata solo tre mesi. Da febbraio a maggio, da quando cioè – dopo aver accolto Jimmy Butler da Minnesota a novembre – in città è arrivato anche Tobias Harris, provenienza L.A. Clippers. Con Joel Embiid e Simmons, Butler e Harris hanno formato il nucleo attorno al quale dare l’assalto ai playoff, vittorioso al primo turno contro i Nets ma poi interrottosi in semifinale di conference di fronte a Toronto, col beffardo canestro sulla sirena di gara-7 firmato da Kawhi Leonard. Le due mosse di mercato – il biglietto da visita del nuovo general manager Elton Brand – erano pensate per vincere subito, perché la situazione contrattuale sia di Butler che di Harris non può dare certezze. “Ho ricevuto garanzie dalla proprietà che potremmo cercare di confermarli tutti e firmarli per il periodo di tempo che riterremo opportuno farlo”, erano state le parole di Brand al tempo, quasi a voler ipotecare un futuro anche dopo i playoff 2019: “Siamo tutti d’accordo nel voler tenere questo nucleo di giocatori assieme per tanto tempo”. Ci vogliono soldi, però, e tanti. Jimmy Butler ha una player option da quasi 20 milioni di dollari, e se scegliesse di rinunciarci sarebbe un free agent a partire dal prossimo 30 giugno. Già a scadenza di contratto, invece, Tobias Harris, per cui le sirene di parecchie squadre NBA si sono già fatte sentire. Secondo alcune fonti, infatti, sono interessate all’ex ala dei Clippers i Sacramento Kings, i Dallas Mavericks, quei Brooklyn Nets da Philadelphia eliminati ai playoff, gli Utah Jazz e gli Indiana Pacers. Un bel novero di pretendenti, ognuno dei quali disposto a offrire il massimo salariale al giocatore dei 76ers. Un massimo che però, gioco forza, sarà inferiore di 47 milioni di dollari alla massima offerta che possono fare pervenire ad Harris i Sixers stessi, che detenendo quelli che si chiamano Bird rights hanno la chance di offrire un anno in più di contratto, e quindi arrivare fino a 188 milioni di dollari totali contro i 141 che possono mettere sul piatto le concorrenti per quattro stagioni. 

Philadelphia offre più soldi ma meno spazio

Su singolo anno il vantaggio economico di Philadelphia è di circa 2.5 milioni di dollari a stagione (oltre ad assicurare al giocatore soldi sicuri per un ulteriore quinto anno, a 38 milioni di dollari circa), motivo per cui le squadre che vogliono attirarlo lontano dalla Città dell’amore fraterno devono mettere sul piatto altro, che in soldoni si traduce in un maggior ruolo all’interno dell’eventuale nuova squadra di destinazione. Ai Sixers, infatti, Harris – un giocatore a lungo chiacchierato per essere un All-Star quest’anno – è spesso la terza, se non addirittura la quarta opzione dell’attacco di coach Brett Brown, dietro a Embiid, Butler e a volte anche Simmons. Rispetto alle sue medie ai Clippers, a Philadelphia Harris ha visto la sua media punti scendere di quasi tre punti a sera, così come a calare è stato anche il suo usage rate, che fotografa il coinvolgimento offensivo del giocatore (in calo dal 23.3% di L.A. al 20.3% di Philadelphia). La flessione poi ha riguardato anche le sue percentuali al tiro, soprattutto dall’arco (dall’ottimo 43% abbondante tenuto al fianco di Gallinari e compagni al 32.6% in maglia Sixers) a testimonianza di un inserimento non proprio semplice – anche per il poco tempo concesso a Brett Brown per trovare i nuovi equilibri – nella squadra di Embiid e Simmons (e oggi anche di Butler). Una situazione di sovraffollamento che potrebbe anche convincere Harris a fare la prima (o al massimo seconda punta) altrove, per tornare a guadagnarsi i riflettori e le attenzioni di tutta la NBA.