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Finals NBA, Drake esagitato: la lega parla con Toronto per calmare il suo tifoso illustre

NBA

ESPN ha rivelato che la NBA ha parlato con i Toronto Raptors sul comportamento tenuto dal rapper e tifoso Drake a bordo campo durante le finali di conference, di fatto ammonendolo in vista delle Finals contro Golden State. Basterà per calmarlo?

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Se pensate che la NBA non abbia notato il comportamento di Drake a bordo campo durante la cavalcata ai playoff dei Toronto Raptors, forse non conoscete abbastanza come funziona la lega di Adam Silver. E pur senza farne una questione più grande di quella che realmente è, ESPN ha rivelato che la lega ha parlato con i Toronto Raptors dell’attività e della presenza a bordo campo di Drake durante le finali di conference contro i Milwaukee Bucks. Il rapper canadese — oltre a essere quasi perennemente in piedi al fianco di Nick Nurse come fosse un suo assistente — si era infatti reso protagonista di diversi episodi controversi, sia prendendo in giro gli avversari (ad esempio dopo un airball ai liberi di Giannis Antetokounmpo) che arrivando addirittura a fare un massaggio alle spalle di coach Nick Nurse dopo un gioco da quattro punti di Fred VanVleet. L’atteggiamento esagitato di Drake si era poi spostato anche sui social network (con la polemica a distanza con la figlia del proprietario dei Milwaukee Bucks) e davanti ai microfoni dopo gara-5, quando in maniera molto accalorata si era preso i meriti di aver “creato” la tifoseria dei Raptors, promettendo le Finals che poi sono effettivamente diventate realtà con la vittoria in gara-6. Insomma, un atteggiamento un po’ troppo sopra le righe per quello che non è più l’ambasciatore dei Raptors, ruolo che ha ricoperto per qualche tempo prima che le sue frequentazioni con le università (specialmente quelle di Kentucky) avessero fatto storcere il naso alla NBA, visto che i rapporti tra squadre professionistiche e giocatori del college sono proibiti. La lega ovviamente non può impedire la presenza di Drake a bordo campo — e anzi, ha tutto il vantaggio possibile ad avere una star di livello mondiale così appassionata per le sorti di una propria squadra —, però il messaggio è arrivato forte e chiaro: Drake, anche meno.