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NBA, Mitchell Robinson: due amici morti e un numero (il 23) per ricordarli

NBA

Il lungo dei Knicks, che l'anno scorso ha indossato la canotta n°26 bluarancio (finendo secondo per stoppate in tutta la NBA) da quest'anno torna al suo amato 23, un numero che ha voluto fortemente per continuare a ricordare due suoi carissimi amici scomparsi

LA FREE AGENCY DEI KNICKS, DELUSI E DELUDENTI

È stato scelto soltanto al secondo giro, con la 36^ chiamata assoluta. È finito ai New York Knicks, una franchigia sicuramente di gran fascino ma anche una piazza difficoltosa e una squadra di valore davvero rivedibile, come testimoniato dal record finale (17 vittorie, 65 sconfitte, il peggiore di tutta la lega). In questo disastro, une delle poche note liete è stato proprio lui, Mitchell Robinson, talento liceale di tutto rispetto (con presenze tanto al McDonald’s All-American Game che al Jordan Brand Classic) che ha pagato la scelta di non frequentare nessun college e allenarsi in forma privata per lo sbarco nella NBA. Che c’è stato, appunto, ma senza quella fanfara che il talento del ragazzo avrebbe forse meritato. Tanto è vero che quando ha visto campo con i New York Knicks il ragazzo nativo della Florida si è messo subito in mostra positivamente: la sua prima doppia doppia nella NBA è arrivato dopo soltanto due settimane, 13 punti e 10 rimbalzi contro Dallas e nel corso della stagione si è fatto conoscere come uno dei più incredibile stoppatori di tutta la lega. A testimoniarlo i 9 palloni rispediti al mittente contro Orlando – un record per una matricola nella storia dei Knicks – piuttosto che il secondo posto assoluto (dietro solo a Myles Turner) nell’apposita classifica stagionale (2.4 stoppate a sera per lui di media – meglio dei Gobert, degli Embiid, dei Drummond - contro le 2.7 del centro di Indiana). Tanto che a fine stagione un posto nel secondo quintetto dei rookie è stato del n°26 di New York. O meglio, del giocatore che l’anno scorso ha vestito la maglia n°26 ma che dalla prossima stagione tornerà al suo amato 23, il numero che ha sempre vestito fin dai tempi del liceo. “Era di Trey Burke quando sono arrivato ai Knicks”, fa sapere lui, e quindi ha dovuto temporaneamente abbandonarlo. Con l’ex giocatore di Michigan oggi free agent, la prima cosa nei pensieri di Robinson è stato di riprendersi il 23, a cui tanto tiene. Per Michael Jordan? Per LeBron James? Neppure. Il perché lo spiega lui. “Il 2 è per il mio amico Jacquez, uno dei miei migliori amici, siamo cresciuti assieme: purtroppo è venuto a mancare in un incidente stradale e questo è il mio modo di ricordarlo. Il 3 è per Demarcus, un altro mio amico che purtroppo non c’è più, a cui hanno sparato anni fa: ho messo assieme i loro due numeri e ho sempre vestito il 23 per ricordarli”. Da quest’anno tornerà a farlo.