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NBA, Adam Silver non ci sta: "Le regole della free agency vanno cambiate"

NBA
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Al termine della riunione con i proprietari, il Commissioner della NBA Adam Silver ha parlato a lungo ai giornalisti dei cambiamenti che dovranno esserci in futuro specialmente riguardo il mercato dei free agent: "Ci sono regole che non hanno senso e che non possiamo far rispettare. Le richieste di scambio dei giocatori sono demoralizzanti per tutti"

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La Summer League di Las Vegas è anche l’occasione per la riunione annuale tra i proprietari delle 30 franchigie per discutere dello stato della NBA. È consuetudine che al termine dei lavori il Commissioner Adam Silver tenga una conferenza stampa per fare il punto sulla stagione che si è appena conclusa e su quelle che arriveranno, ma la stretta attualità ha preso il sopravvento su quasi tutte le altre questioni. E per stretta attualità si intende soprattutto il mercato dei free agent, che mai come quest’anno ha visto muoversi tante stelle di primissimo piano in maniera non del tutto cristallina sia in termini di tampering (ovverosia i contatti tra le squadre e giocatori tecnicamente sotto contratto con altre franchigie) che di richieste di scambio. “La mia sensazione è che ci sia del lavoro da fare sulla free agency e sulle regole che lo riguardano” ha ammesso Silver nella sua conferenza stampa. “Quelli che dobbiamo rispettare sono sempre gli stessi principi di un giusto equilibrio competitivo. Le squadre si mettono in situazioni difficili quando si siedono davanti a un giocatore per conversazioni che avvengono prima dei termini previsti o che non ricadono specificatamente nei termini del contratto collettivo. Il mio lavoro è far rispettare un giusto insieme di regole per tutte le squadre, che siano chiare e che abbiano un senso per tutti. In questo momento non ci siamo ancora”.

I problemi con il tampering: "Perché avere regole che non possiamo far rispettare?"

Quella di Silver è una sorta di “ammissione di colpevolezza” per i tanti casi di giocatori che alla mezzanotte italiana dell’1 luglio — il primo termine nel quale, secondo le regole del CBA, le altre squadre possono incontrare i free agent — avevano già magicamente trovato un accordo con una nuova franchigia. Una palese violazione del regolamento che dovrà essere rivista, come annunciato da lui stesso: “Il consenso generale è che abbiamo bisogno di rivedere e sistemare quelle regole, perché alcune di quelle che abbiamo potrebbero non avere senso. È inutile avere delle regole che non possiamo far rispettare: fa male alla percezione dell’integrità della lega se le persone dicono ‘Avete una regola e ovviamente le squadre non la rispettano, perciò perché la avete?’. Il senso è sempre quello di fare in modo di creare un equilibrio competitivo e che le squadre siano sicure che i loro avversari rispettino le stesse regole come fanno loro”.

Silver: "Le differenze ci saranno sempre, ma tutti devono poter competere"

Sia ben chiaro che il discorso di Silver è generale e non particolare, nel senso che non è contrario ai passaggi di Kevin Durant, Kyrie Irving, Kawhi Leonard e Paul George nei grandi mercati di Los Angeles e New York, quanto per le modalità in cui sono avvenuti. Anzi, a suo modo di vedere è un bene che ci siano più squadre in grado di competere per il titolo: “Quello che è successo è un bene per la lega. Sono consapevole che la nozione di ‘equilibrio dei poteri’ si applica in maniere differenti. Un appropriato equilibrio di potere tra le squadre e i giocatori, così come tra le nostre 30 squadre, non può negare che ci siano grandi mercati, piccoli mercati, mercati percepiti come più attraenti di altri, questioni di tassazione differente, climi diversi. Alla fine, quello che è importante avere è una lega in cui ogni squadra è in condizione di competere. C’è del lavoro da fare: alcune cose sono di sistema e possono essere sistemate solo con il contratto collettivo. Ovviamente osserviamo tutto quello che succede, ma dobbiamo mantenere una visione a lungo termine della lega e dobbiamo continuare a migliorare”.

Le richieste di scambi: "Sono demoralizzanti per tutti, vanno sistemate"

Se c’è una cosa che a Silver non fanno piacere sono però le richieste di scambio da parte dei giocatori, che nell’ultimo anno hanno portato Anthony Davis e Paul George lontani da New Orleans e Oklahoma City. “Sappiamo tutti che le richieste di scambi non sono una novità nella nostra lega, ma sono una preoccupazione per tutti noi” ha detto Silver. “Ricadono nella stessa categoria di questioni sulle cosiddette ‘regole’ all’interno della lega. Se c’è un contratto deve essere significativo per entrambe le parti. Da una parte ci si aspetta che il contratto venga garantito dalle squadre nei termini previsti, e dall’altra parte ci si aspetta che il giocatore lo rispetti. Quello che mi preme dire senza entrare nei particolari è che le richieste di scambio sono demoralizzanti. Lo sono per le squadre, per le comunità e non fanno nemmeno bene alle reputazioni dei giocatori. Per questo è una questione che deve essere discussa”.

Le nuove regole: ufficiali i "challenge" per gli allenatori

Non ci sarà più bisogno di discutere invece una nuova regola “di campo” che verrà implementata dalla prossima stagione: quella del “challenge”. Come già scritto qualche giorno fa, nella prossima stagione verrà sperimentata la possibilità che gli allenatori “contestino” una decisione arbitrale per rivederla al replay in caso di fallo personale, rimessa e interferenza a canestro. Ogni allenatore ne avrà uno a disposizione da poter utilizzare in qualsiasi momento della partita, tranne che negli ultimi due minuti di gara dove le situazioni controverse verranno automaticamente controllate al replay senza bisogno di “challenge”. Il prossimo anno verranno anche aumentate le possibilità per il Replay Center di Secaucus in New Jersey di rivedere autonomamente due tipi di chiamate: il piede sulla linea da tre punti per determinare se il canestro e da due o da tre (anche in caso di fallo sul tiratore) e le potenziali violazioni del cronometro dei 24 secondi. Il tutto per accelerare i tempi di decisione e sgravare le terne arbitrali della revisione di queste giocate che non dipendono da una valutazione tecnica.