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NBA, la leggenda di Alex Caruso: "Eppure io sono l’anti-Hollywood"

NBA

La point guard di riserva dei Lakers spopola sui social, dove si è sviluppato una sorta di culto pagano attorno al suo nome: "Sarei perfetto per San Antonio, Memphis, Milwaukee, mercati più piccoli, di più basso profilo. Invece sono a Los Angeles: ma è super divertente"

LAKERS, CHI E' FRANK VOGEL

Mai scelto al Draft. Un anno in G League con i Delaware Blue. Poi il banco di prova delle summer league, dove le tue chance non sono altissime se sei alto 1.95 scarsi, pesi poco più di 80 chili e – in aggiunta a tutto questo – a 23 anni sfoggi un principio di calvizie. Fast forward due anni dopo e Alex Caruso è – almeno nello strano mondo dei social – il giocatore più popolare dei Lakers se si eccettuano le due superstar LeBron James e Anthony Davis. “The bald eagle” (L’aquila calva), “The CaruShow”, “The Bald Mamba”, il quasi blasfemo “CarusGod”: online ogni giorno sembra nascere un nuovo soprannome per il prodotto di Texas A&M che proprio con la maglia degli Aggies – al torneo NCAA 2016 – aveva per la prima volta conosciuto un po’ di fama nazionale: “La più grande rimonta di sempre”, la chiama Caruso, autore di 25 punti nell’incredibile vittoria di Texas A&M, sotto di 12 a 44 secondi dalla fine e poi vincenti di 4 in overtime. Un conto però è il college basket – dove le Cenerentole sono all’ordine del giorno – un altro la NBA, la lega dei super-uomini. Ma non per Caruso, che da quando – al via della stagione 2017-18 – ha indossato la maglia gialloviola dei Lakers ha visto la sua carriera esplodere in maniera inaspettata. A oggi, mentre prepara la sua terza annata nella lega (la prima con un contratto garantito, il biennale per 5.5 milioni di dollari firmato in estate, nonostante le sirene di Warriors, Grizzlies e un’altra decina di squadre NBA), Caruso conta soltanto 62 presenze nella lega, ma le cifre collezionato lo scorso campionato dopo l’All-Star break hanno attirato le attenzioni di tutti: 20 gare, più di 25 minuti a sera, oltre gli 11 punti di media sfiorando il 47% da tre. Ma c’è di più, fanno notare dai Lakers: “In marcatura sui portatori di palla avversari in situazioni di pick and roll i suoi numeri sono alla pari con quelli di Chris Paul e Mike Conley. E in attacco, quando tira da tre smarcato segna con più del 53%, cifre migliori di quelle di Steph Curry”. “Merito dei raddoppi su LeBron: tirare libero in transizione aiuta”, commenta realista il diretto interessato.

Caruso leggenda underground: lui la spiega così

Che è il primo a stupirsi di come una piazza come Los Angeles, che vive per le superstar, lo abbia eletto ad assoluto giocatore di culto: “Credo ci siano due ragioni: la prima è che gioco dando il massimo ogni serata, e la gente lo apprezza; la seconda è che sembro una persona normale, e la gente si identifica in me facilmente. È divertente, perché io mi sento davvero una persona normale, mica il giocatore che gioca per i Lakers”. Tanto che anche la firma del contratto non è stata ancora digerita del tutto: “Quel feeling di firmare un contratto garantito, ai soldi che girano nella NBA, per me è ancora surreale. Me ne rendo conto magari quando parlo con i miei genitori, coi miei amici di sempre: quando pronuncio ad alta voce quelle parole – ho firmato per 5.5 milioni di dollari – è una bella sensazione”. Parole che a Los Angeles si sentono pronunciare raramente da un atleta professionista, ma Caruso ha la sua spiegazione: “Perché io non sono per niente un tipo alla Hollywood: penso di adattarmi meglio a un mercato come San Antonio, Charlotte o Milwaukee, dove la gente tiene un profilo più basso. Invece mi sono ritrovato a Los Angeles, ma non mi lamento di certo: è divertente”. E potrebbe diventarlo ancora di più se i Lakers iniziassero a vincere.