Non è bastata la presenza in prima fila al FedEx Forum (insieme a un altro componente dei mitici Grizzlies del "Grit & Grind", Tony Allen) a evitare a Memphis il quinto ko in fila, ma Z-Bo ha fiducia nella squadra e annuncia un ruolo da ambasciatore dei Grizzlies nel suo futuro
Si è ritirato (ufficialmente) dai parquet NBA lo scorso 27 dicembre, ma il ricordo di Zach Randolph resterà a lungo — forse per sempre — nei ricordi dei tifosi dei Memphis Grizzlies, che con lui (e Marc Gasol) sotto canestro hanno vissuto i momenti più belli della loro storia sportiva. Così, la gara interna dei Grizzlies contro i Sacramento Kings — la prima dal 12 febbraio — è stata anche l’occasione per riabbracciare un vecchio amico, seduto in prima fila in compagnia di un suo ex compagno come lui fondamentale per la nascita del leggendario “Grit & Grind” di quei Grizzlies, Tony Allen. Lo stile fisico, intenso, da lottatori di quella squadra è stato per anni specchio di una tifoseria che ha amato i propri campioni proprio come ora sta iniziando ad amare la nuova versione dei Grizzlies, riassunta dallo stile spettacolare ed elettrizzante del rookie Ja Morant: “Questi ragazzi sono un gruppo di giovani davvero speciali, sono certo che faranno sentire la loro voce nella lega”, ha detto ai microfoni della tv locale Randolph, raccontando poi di “guardare sempre i Grizzlies su League Pass” e svelando che per lui c’è pronto un ruolo di ambasciatore della franchigia, per mantenere vivo il legame tra la Memphis di oggi e quella del suo recente passato. Peccato che neppure la presenza del lungo mancino dell’Indiana — apprezzatissima anche da un avversario dei Grizzlies come Harry Giles, che Randolph ai Kings lo ha solo "sfiorato" ("Il mio gangsta originale oggi era a bordocampo a vedermi giocare: sapevo che avrei dovuto salire di livello", le sue parole, dopo una gara da 16 punti e 5 rimbalzi) — sia riuscita a evitare a Morant e compagni la 5^ sconfitta consecutiva.