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NBA, Adrian Wojnarowski sospeso (e tenuto senza stipendio) da ESPN

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©Getty

Il più importante e influente giornalista NBA è stato sospeso a seguito della risposta inviata via mail al senatore del Missouri Josh Hawley. Tenuto senza stipendio, Wojnarowski resterà fuori dalla redazione per un tempo al momento non definitivo. Un'estromissione che ha scatenato fan (e giocatori NBA) su Twitter che hanno lanciato l’hashtag #FreeWoj

Alla fine ESPN ha deciso di non poter più fare finta di niente e dover prendere subito dei provvedimenti. Adrian Wojnarowski è stato sospeso dal suo lavoro di giornalista, punito per la risposta poco edificante inoltrata via mail al senatore del Missouri Josh Hawley. Tutto parte dalla decisione della NBA di permettere ai giocatori di sostituire il nome sulle spalle con parole o frasi che mostrano vicinanza alle tante battaglia di giustizia sociale che si stanno combattendo negli Stati Uniti. Di fronte alle lista di circa 30 opzioni messa a disposizione dei giocatori da parte della lega, alcuni però hanno avuto da ridire - ritenendo ipocrita e parziale l’esposizione alla quale si è voluta prestare la lega. Perché scegliere soltanto alcune battaglie? In particolare il senatore repubblicano del Missouri Josh Hawley ha scritto, inviato e poi pubblicato sui social una lettera in cui chiedeva spiegazione della scelta fatta ad Adam Silver, sottolineando come sia giusto far scrivere sulla schiena ai giocatori anche frasi tipo “Free Hong Kong” - alludendo ai ricchi accordi commerciali che verrebbero meno con la Cina nel caso si combattesse una battaglia di quel tipo. Una mail che il senatore ha inoltrato anche alla stampa, visto che una delle prime risposte che ha ricevuto è stata quella di Adrian Wojnarowski - noto giornalista di ESPN e uno dei migliori insider in circolazione per capacità di scovare prima degli altri notizie, retroscena e trattative di mercato. Il suo messaggio di sole due lettere è stato molto esplicito: “Vaff***”. Hawley ha subito pubblicato su Twitter la risposta, sottolineando come “Non bisogna criticare la Cina o esprimere supporto alle forze dell’ordine, altrimenti quelli di ESPN diventano matti”. Una risposta che è subito diventata un caso.

La sospensione senza stipendio e l’hashtag #FreeWoj

Una figuraccia difficile da giustificare, se non con un tardivo - e chiaramente concordato - messaggio di scuse twittato dopo poche ore dallo stesso Woj. Tutti immaginavano potesse essere l’ennesima indiscrezione di mercato, invece era un comunicato ufficiale per una volta personale: “Ho mancato di rispetto e ho fatto un gravissimo errore. Chiedo scusa per il modo in cui mi sono comportato e mi sono subito messo in contatto con il senatore Hawley per farlo in maniera diretta. Devo chiedere scusa anche ai miei colleghi di ESPN perché so che le mie azioni sono state inaccettabili e non è giusto che la responsabilità ricada in qualche modo su qualcuno di essi”. La stessa ESPN aveva poi aggiunto a stretto giro che se ne sarebbe parlato direttamente con il giornalista per capire in che modo muoversi e sanzionare un comportamento di questo tipo. In molti avevano commentato che, qualora l’episodio avesse riguardato altri giornalisti, ESPN non avrebbe avuto alcun tipo di scrupolo nel licenziarli in tronco. Altri invece parlano di accanimento nei confronti del giornalista NBA più in vista. Alla fine è arrivata la sospensione senza stipendio, stando a quanto raccontato dal New York Post, senza dettagliare per quanto tempo verrà portata avanti. La notizia però ha portato diverse reazioni sui social, a partire dall’hashtag #FreeWoj - subito rilanciato anche dai vari Enes Kanter, Lou Williams e Patrick Beverley, che ne chiedono a gran voce il ritorno al lavoro nel minor tempo possibile.