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NBA, Adam Silver: "No al via il 1 dicembre: aspettiamo, vogliamo i tifosi sugli spalti"

NBA
©Getty
CHICAGO, ILLINOIS - FEBRUARY 15: NBA Commissioner Adam Silver speaks to the media during a press conference at the United Center on February 15, 2020 in Chicago, Illinois. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. (Photo by Stacy Revere/Getty Images)

Il commissioner NBA è uscito allo scoperto e ha confermato le voci (già circolate nei giorni scorsi) della disponibilità da parte della lega e dell'associazione giocatori a posticipare l'avvio della prossima stagione. Nella speranza che un vaccino (o la diffusione di test a risposta rapida) che possa riaprire i cancelli delle arene in tutti gli Stati Uniti

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Era già nell’aria — con le preoccupazioni espresse dal capo dell’associazione giocatori Michele Roberts prima, con le indiscrezioni su un avvio di free agency posticipato poi: ora sono arrivate anche le parole del commissioner Adam Silver a spazzare il campo dai dubbi: al 99% la NBA non tornerà in campo il 1 dicembre per il via della stagione 2020-21 (“Data che oggi ci appare troppo vicina”). La prima palla a due verrà ritardata, afferma il commissioner, “nella speranza di poter avere i nostri tifosi sugli spalti”, visto che degli incassi legati a tutto l’indotto NBA — 8 miliardi di dollari — circa il 40% è legato alla presenza del pubblico nelle varie arene. “Giocare davanti ai nostri tifosi diventa il nostro obiettivo numero uno: se per farlo dobbiamo rimandare l’avvio del campionato, d'accordo con l’associazione giocatori siamo pronti a farlo”, ha dichiarato Silver. 

La speranza più grossa è ovviamente nella scoperta di un vaccino che possa permettere la gestione dell’emergenza Covid-19, ma anche la diffusione di test a risposta rapida che potrebbero facilitare l’afflusso dei tifosi all’arena: “Seguiamo ogni sviluppo da vicino: gli ultimi report sono molto positivi”, commenta il commissioner NBA. Perché la “bolla” di Orlando è stata (fin qui) un successo, ma non può essere considerata una soluzione a lungo termine.

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