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NBA, Adam Silver: "Ci aspettano negoziazioni difficili, ma sono fiducioso"

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CHICAGO, ILLINOIS - FEBRUARY 15: NBA Commissioner Adam Silver speaks to the media during a press conference at the United Center on February 15, 2020 in Chicago, Illinois. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. (Photo by Stacy Revere/Getty Images)

Il commissioner NBA nella conferenza stampa prima di gara-1 delle Finals ha fatto il punto sulle questioni da risolvere in vista della prossima stagione. Dagli aspetti economici, alla possibile data di inizio, all'opportunità di riavere i tifosi nelle arene. "Ci saranno negoziazioni complicate - ha detto - ma sono fiducioso che risolveremo insieme le difficoltà"

La stagione non è ancora finita, con le Finals tra Lakers e Miami appena iniziate, ma - come è ovvio che sia - la NBA guarda avanti per organizzarsi in vista di un altro anno che si annuncia complicato a causa delle difficoltà legate alla pandemia di coronavirus ancora in corso. E come spesso accade la prima questione è legata ai soldi, e andrà discussa con il sindacato giocatori. “Non c’è dubbio che ci sono problemi sul tavolo che devono essere negoziati” – ha detto il commissioner Adam Silver nella sua conferenza stampa prima di gara-1 delle Finals. “Ma finora siamo riusciti a risolvere ogni situazione, abbiamo un rapporto costruttivo, condividiamo tutte le informazioni e guardiamo ai vari modelli di business insieme. Senza dubbio ci aspettano alcune trattative difficili, ma mi aspetto che ne verremo a capo come abbiamo sempre fatto”. Una delle opzioni sul tavolo è quella di mantenere ‘artificialmente’ il tetto salariale della prossima stagione lo stesso di questa (109 milioni di dollari), ma per suddividere il peso della diminuzione dei ricavi tra proprietari e giocatori questi ultimi rinuncerebbero a una percentuale del loro ingaggio. In questo modo il danno sarebbe poi condiviso tra tutti i giocatori e a “pagare” non sarebbero solo i free agent, che si troverebbero a firmare contratti bassissimi o a decidere di non firmare affatto. Con la pandemia quest’anno gli atleti NBA hanno accettato di bloccare il 25% dei loro ingaggi in attesa di valutare i ricavi, e questo accordo si potrebbe estendere al prossimo anno. “Penso che le trattive su questi punti inizieranno solo quando finiremo questa stagione – ha spiegato Silver – ma credo che tutti abbiamo chiari i parametri essenziali in cui ci muoviamo” (In questa stagione si calcola che con la pandemia, ma anche a causa del ‘caso Cina’, la NBA abbia perso circa un miliardo di euro).

Quando e come inizierà la prossima stagione?

In un primo momento Silver aveva detto che la prossima stagione sarebbe potuta partire a Natale, ma lo scenario più probabile ora è gennaio 2021. “Partendo a gennaio – ha spiegato il commissioner – i training camp inizieranno comunque circa tre settimane prima. Considerando che veniamo dalla stagione più lunga di sempre - con i giocatori che hanno continuato ad allenarsi anche durante lo stop - e che le prossime finali dovrebbero essere a metà ottobre c’è bisogno di una pausa mentale e fisica. Su questo punto non ci sono dubbi”. Sul come iniziare la lega sta valutando da una parte di riprendere ancora in una sorta di bolla, ma l’obiettivo è quello di giocare 'normalmente' nelle arene delle squadre con i tifosi presenti. E questa presenza non sarebbe legata alla scoperta di un vaccino. “La mia sensazione – ha detto Silver – è che con test rapidi e appositi protocolli potremmo riportare i fan nelle arene. Magari non 19mila persone, ma seguendo regole di distanziamento e indossando la mascherina credo si possa trovare un equilibrio tra salute pubblica e esigenze economiche”. A dar forza al commissioner il successo dal punto di vista della tutela della salute ottenuto fin qui nella bolla di Orlando. "Abbiamo dimostrato che i protocolli che stiamo seguendo funzionano", ha sottolineato.  

Una regola per avere più allenatori di colore?

Silver ha detto che la NBA ha considerato di adottare qualcosa di simile alla ‘Rooney Rule’ della NFL (regola che prevede che le squadre in cerca di allenatore debbano valutare anche candidati appartenenti alle ‘minoranze’, in particolare afroamericani). Al momento i capi allenatore di colore nella lega sono solo 4 e ci sono sei posti vacanti, tre dei quali derivano dal licenziamento di allenatori di colore: Doc Rivers, Nate McMillan e Alvin Gentry. “Stiamo discutendo con questi team affinché ci sia una lista diversificata di candidati – ha spiegato Silver -. Abbiamo esaminato quella che potrebbe essere una regola simile alla Rooney Rule per la NBA, ma non sono sicuro che abbia senso. Ma sono aperto a valutare altri modi per affrontare la questione. E’ normale che ci sia un certo flusso e riflusso nell’assunzione e nel licenziamento degli allenatori, ma il numero (di allenatori di colore, ndr) in questo momento è troppo basso. Vedremo quando avremo riempito queste sei posizioni, perché so che possiamo fare di meglio e credo che sarà così”.