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NBA, Michael Jordan e il mondo social: "Non so se ce l'avrei fatta nell'era di Twitter"

NBA
©Getty

"Per me privacy e tempo libero sono troppo importanti: voglio che la mia vita resti mia", ha raccontato la superstar sei volte campione NBA al magazine "Cigar aficionado", chiudendo la porta a un suo possibile sbarco sui social: "Non ho bisogno di ulteriore adulazione"

Di questi tempi Michael Jordan è sempre più visibile, dopo anni di (quasi) silenzio mediatico: sul palco dello Staples Center a ricordare Kobe Bryant; protagonista nella bolla di Orlando nelle discussioni tra lega e giocatori; pronto a debuttare nel circuito NASCAR con un proprio team; sempre più impegnato nel sociale (apre in questi giorni a Charlotte una seconda clinica designata ad accogliere anche chi non ha l’assistenza medica governativa, clinica resa possibile da una donazione di oltre 7 milioni di dollari effettuata nel 2017). Una cosa a cui non si è mai sottratto, fin da quando era giocatore, è un’intervista con il magazine "Cigar aficionado", autentica rivista di riferimento per tutti gli amanti del mondo dei sigari (che contano MJ tra i fan più entusiasti). E nella recente intervista con Marvin R. Shannen, il proprietario degli Charlotte Hornets si è aperto soprattutto con riguardo a un tema a lui molto caro: la privacy (spesso violata) di un personaggio pubblico. “Quello che è cambiato davvero da quando giocavo io — ha dichiarato Jordan — è l’avvento dei social media, di Twitter e di tutte queste piattaforme.

I social hanno invaso la sfera individuale e l’uso del tempo personale di ciascuno di loro. Alcuni sono riusciti a utilizzarlo a loro favore, e a ricavarne un guadagno economico — l’opinione del grande fuoriclasse dei Bulls — ma per uno come me privacy e tempo libero sono due aspetti di grandissimo valore. Non so sei sarei riuscito a resistere nell’era di Twitter: voglio che la mia vita resti mia, non ho bisogno di ulteriore adulazione”, conclude Jordan. Niente Twitter e Instagram, allora, per il leggendario n°23: che si dimostra leader anche fuori dal campo, a modo suo.

 

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