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NBA, perché i Pistons puntano a LaMelo Ball (e come fare per arrivarci)

NBA
©Getty

Il fratello più giovane di Lonzo sembrerebbe essere nel mirino dei Detroit Pistons, sfruttando la provenienza locale del suo manager, l'appeal di una grande città e il fatto che negli ultimi mesi (di ritorno dall'Australia) il giovane prospetto si sia allenato proprio nella zona di Detroit. Ma per rendere il matrimonio possibile occorrerà una trade

Una rapida occhiata ai mock Draft e una all’ordine di scelto, e viene subito da dire che il matrimonio tra LaMelo Ball e i Detroit Pistons sia quasi impossibile. Il fratello minore di Lonzo è infatti da molti considerata la potenziale prima scelta assoluta al prossimo Draft, in programma il 18 novembre (o mal che vada una delle prime tre scelte), mentre la franchigia del Michigan si presenta al Draft titolare solo della settima chiamata. E qui entra in scena Troy Weaver, il general manager dei Pistons, che ha apertamente dichiarato come “provare a salire nell’ordine di scelta al Draft sia sicuramente un’opzione sul nostro tavolo”. Nel provare a farlo Detroit potrebbe approfittare del fatto che Timberwolves (D’Angelo Russell), Warriors (Steph Curry) e anche gli Hornets (Devonte’ Graham e Terry Rozier) sono già coperti nel ruolo di point guard che andrebbe a reclamare il giovane Ball — e quindi potrebbero essere interessate ad ascoltare eventuali proposte di trade (la loro scelta in cambio della settima dei Pistons, più altri giocatori da definire). “Ho sempre amato il momento del Draft, guardo sempre a quello che può essere il bicchiere mezzo pieno. Magari non c’è un Zion Williamson o un Ja Morant, quest’anno, ma non mancano giocatori che ci piacciono molto”, ha dichiarato Weaver.

Cosa avvicinerebbe LaMelo Ball a Detroit

Uno di questi sembrerebbe essere proprio LaMelo Ball, sul radar dei Pistons non da oggi. Il manager del giocatore, Jermaine Jackson, è nato a Detroit e ha giocato prima e allenato poi a Detroit Mercy, il college cittadino di Division I. Non solo: nelle settimane scorse Ball ha tenuto proprio appena fuori Detroit, a Rochester Hills (mezz’ora d’auto), un camp gratuito per ragazzini dagli 8 ai 10 anni e l’attività sul territorio non è certo passata inosservata agli occhi di Weaver: “Sono sempre contento quando vedo i giocatori fare qualcosa per la nostra città e per la nostra organizzazioni. Il gesto di LaMelo non è passato inosservato, conosco gente del suo entourage, il suo trainer è nato a Detroit, so che si è allenato tanto da queste parti. E so che è un ragazzo abituato alla dimensione di una grande città, avendo già viaggiato molto [Ball viene da Los Angeles, ma ha disputato l’ultima stagione in Australia, ndr]. È sempre un plus quando un ragazzo parla in maniera entusiasta di una città e della sua squadra”. Entusiasmo che — per una volta — sembra sposato anche dal temibile padre di LaMelo, LaVar, pronto ad affermare la sua personale preferenza per vedere il figlio in grossi mercati cittadini come New York o Detroit. Appunto.

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