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NBA, Draymond Green sugli arbitri: "Il gioco senza tutti questi fischi è più divertente"

le parole
©Getty

Meno tiri liberi, meno sanzioni, maggiore margine di manovra per la difesa: questi sono soltanto alcuni dei passaggi sottolineati da Green e da Curry, entrambi favorevoli al nuovo approccio arbitrale che tende a non premiare più in maniera eccessiva l’attaccante che prova a fare canestro. “Il gioco così ha più ritmo ed è decisamente più divertente”

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In un periodo di grande discussione e confronto con gli arbitri, c’è anche chi a differenza degli altri è felice delle scelte prese sul parquet di ridimensionare il numero di fischi, evitare di sanzionare i contatti sempre a favore dell’attaccante, rendendo così più fluida l’azione. Lo sottolinea Draymond Green, uno dei difensori che può beneficiare di una modifica del genere: “È molto più divertente guardare una partita di pallacanestro senza tutte quelle chiamate e interruzioni: il gioco era diventato pieno zeppo di simulazioni, di finte discussioni e c’erano giocatori che andavano continuamente in lunetta. Per questo non posso fare altro che essere d’accordo con la strada intrapresa: era una modifica necessaria del regolamento”. Un cambiamento che ha inevitabilmente costretto anche chi cerca di fare canestro a scegliere nuove soluzioni: “Non si vedono più delle giocate pessime, dei finti movimenti di tiro che ti portano in lunetta o azioni che non avrebbero senso che però venivano sanzionate con un fallo: questo gioco stava diventando la gara a chi otteneva più fischi a favore. Ora fortunatamente stiamo tornando a essere soltanto pallacanestro, un passo fondamentale per il nostro gioco”.

Non solo lui, ma anche Stephen Curry è d’accordo con le sue parole: “Mi rendo conto che ci sono ancora delle aree grigie su cui lavorare, chiamate al limite che non sappiamo come valutare, ma è comunque la strada giusta. Un sacco di tifosi amano questa nuova “versione” del gioco, la difesa finalmente torna a essere nobilitata e per chi attacca l’obiettivo torna a essere uno solo: mettere il pallone all’interno del canestro, e basta. È sempre stato quello che ho perseguito sul parquet, quindi rispetto al mio stile di gioco questa modifica incide poco e non richiede grossi aggiustamenti da parte mia, ma il risultato che si sta vedendo nella lega mi piace parecchio”. Green ha anche spiegato come le Olimpiadi e il torneo giocato con le regole FIBA abbiano spinto non solo lui, ma tutta la lega e gli arbitri, a rivedere le scelte e il metro con cui giudicare quanto accade sul parquet: “Penso a Harden”, chiosa il n°23 Warriors. “Un giocatore che lui, che si ritrova a fare 24/24 dalla lunetta in una partita, diventa letteralmente impossibile da marcare. James è stato il primo ed è diventato una tentazione per i tanti che lo hanno imitato, ma lui lo ha intuito prima di tutti ed è diventato un maestro nello sfruttare quella tendenza”. Ora invece punteggi più bassi, partite più “brevi e intense”, tanta difesa e alto ritmo: in casa Warriors insomma non hanno dubbi riguardo la bontà della decisione.

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