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NBA, la sfida di Kidd, il confronto con Kobe: leggi in esclusiva un estratto da "Giannis"

NBA
©Getty

In esclusiva per skysport.it un estratto della biografia di Giannis Antetokounmpo disponibile da oggi in tutte le librerie. Il racconto fa riferimento alla stagione 2015-16, Jason Kidd è l'allenatore dei Bucks e Giannis si ritrova a tu per tu con il suo eroe di ragazzino: Kobe Bryant

Su concessione dell'editore pubblichiamo qui di seguito un estratto esclusivo di "Giannis - L'incredibile ascesa di un campione", il libro scritto dalla giornalista USA Mirin Fader da oggi disponibile anche in edizione italiana

 

Dopo la pausa per l’All-Star Game, Kidd andò a parlare a Giannis prima della partita contro Atlanta: «Stasera giocherai da playmaker. Sarai tu a portare la palla». Lui rispose soltanto: «Va bene coach, ci sono». Era nervoso ma non lo fece vedere perché voleva che il coach sapesse che non aveva paura [...]  Giannis stava sbocciando come playmaker, dargli quel ruolo era stata una grande idea. Ora era più aggressivo, nel mese seguente realizzò quattro triple-doppie, la prima delle quali contro i Lakers di un Kobe Bryant alla sua ultima stagione. In quella gara Giannis fu magnifico: guidò la squadra, andò in post, fu inarrestabile, chiudendo con 27 punti, 12 rimbalzi, 10 assist, 4 stoppate e 3 recuperi nella vittoria dei Bucks. Dopo la gara Kobe disse ai giornalisti che Giannis aveva il potenziale per essere un grande giocatore, che aveva fisico e intelligenza e che sarebbe stata solo questione di tempo e di credere in sé stesso. Kidd, quindi, porto Giannis in una saletta privata dei Lakers per parlare con Kobe. Giannis fissava il suo idolo, che se ne stava davanti a lui e non poteva immaginare che cosa avesse significato per il giovane greco indossare un paio di Nike “Kobes”, quelle rosse e bianche, dividendole con il fratello Thanasis. La prima volta che Giannis aveva visto in tv una partita di playoff, a Sepolia, lo aveva fatto in un Internet café con suo fratello. Era tra i Lakers di Kobe e i Celtics di Paul Pierce. “Merda”, pensò Giannis. “Jason Kidd e Kobe Bryant? Sto davvero parlando con queste persone?”. 

Kobe passò un’ora a dargli consigli. Gli disse di lavorare sul tiro, di andare in palestra ogni giorno e prendersi almeno mille tiri. Giannis promise di tirare quindicimila volte. Kobe gli spiegò quale fosse la mentalità da seguire per essere un grande. «Ricordati di affrontare con serietà ogni giorno, fino all’ultimo in cui sarai un giocatore.» Kobe gli parlò dell’importanza di recuperare bene, di prendersi cura del corpo, di fare sacrifici. «Devi essere come un killer», continuò. «Devi pensare che nessuno potrà batterti. Che sarai tu a battere chiunque.» Giannis non riusciva a smettere di sorridere. Tornò di corsa nello spogliatoio dei Bucks dicendo ai compagni: «Ho parlato con Kobe! Ho parlato con il mio eroe! Kobe mi ha detto di lavorare duro, senza scuse!». Sembrava ripetere quelle parole per memorizzarle. «Era come un ragazzino», racconta Nixon Dorvilien, assistente del preparatore atletico dei Bucks, che osservò la scena a distanza. «Quell’incontro cambiò Giannis: fu come una lampadina che si era accesa.»

 

Mirin Fader
"Giannis - L'incredibile ascesa di un campione"
add editore 
446 pagine - €18

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