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NBA, Dallas in crisi: Doncic si sfoga ("È frustrante"), Irving se la prende coi tifosi

NBA
©Getty

La sconfitta interna contro Charlotte (la terza in fila, la sesta nelle ultime otto) scoperchia il malcontento in casa Mavs. Dal proprietario Mark Cuban (sugli spalti con una t-shirt con la scritta "Metti in dubbio l'autorità") alle superstar in campo, il momento no dei texani è evidente tanto nei risultati (3-7 con Doncic e Irving in campo assieme) che dalle loro parole

I Dallas Mavericks, a due settimane dalla fine della stagione regolare, sembrano sul punto di "saltare per aria". Non aiuta la terza sconfitta in fila (questa volta interna, contro degli Hornets non certo irresistibili), la sesta nelle ultime otto per la squadra di coach Jason Kidd, primo critico dei suoi: "I fischi nel finale? Meritati. I nostri tifosi avrebbero già dovuto iniziare nel primo quarto. Abbiamo fatto pena". L'arrivo di Kyrie Irving doveva proiettare i Mavs al ruolo di contender per il titolo, e invece - dalla data dello scambio con Brooklyn - il record di squadra è un deludente 7-12, addirittura peggiore (3-7) quando Irving e Doncic sono in campo assieme, come successo nella notte contro Charlotte. E proprio le parole delle due superstar fanno dormire sonni agitati ai tifosi di Dallas: Doncic - appena multato 35.000 dollari dalla lega per il segno dei "soldi" fatto con le mani durante il ko contro Golden State - spiega così tanto il gesto, quanto il momentaccio dei Mavs: "Sono frustrato, in campo non mi diverto, non ho più il sorriso che ho sempre avuto. E la frustrazione ha mille motivi di essere, non c'entra solo il basket, sono anche questioni personali", ha detto lo sloveno dopo il ko contro gli Hornets. 

Irving: "I tifosi fischiano? Se vogliono scendere in campo loro..."

E anche le parole di Kyrie Irving non sono proprio tranquillizzanti. Prova un'analisi a freddo delle difficoltà di Dallas ("Dobbiamo ancora conoscerci bene, è normale che sia così, c'è anche un processo di conoscenza personale, umano, che va tenuto in considerazione") ma poi sembra spazientirsi di fronte alla reazione di una tifoseria che si aspetta di più: "Che la gente ci creda o no, c'è una differenza molto sottile nel basket tra vincere e perdere, tra l'essere in sintonia e invece lasciarsi andare, perdere e accusarsi reciprocamente. I fischi? Sono stato a New York [con i Nets, ndr], conosco questo tipo di pressioni. Siamo i primi che vorremmo giocare meglio, ma in campo a rappresentare i Dallas Mavericks possono andarci solo cinque giocatori alla volta. Se i tifosi vogliono cambiar posto con noi e scendere in campo sono i benvenuti, ma per arrivare dove siamo ognuno di noi ha lavorato per un'intera vita. Non dobbiamo preoccuparci dei fischi: dobbiamo preoccuparci del livello delle nostre prestazioni", conclude un amareggiato Irving.

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