NBA LONDON GAMES 2019
Washington vs. New York
Giovedì 17 gennaio, ore 21.00 su Sky Sport Uno e Sky Sport NBA
In streaming eccezionalmente aperto a tutti su skysport.it
“È con grande piacere che oggi annuncio che la NBA disputerà la sua prima partita di regular season di sempre su territorio europeo il 4 e 5 marzo prossimi. Per me questo è un passo importantissimo nella progressione verso le prossime Olimpiadi di Londra 2012"
David Stern, al tempo commissioner NBA, dopo aver salutato, ringraziato e dato il buon pomeriggio alla sua audience europea e il buon giorno al pubblico americano, pronunciava orgoglioso le seguenti parole: “È con grande piacere che oggi annuncio che la NBA disputerà la sua prima partita di regular season di sempre su territorio europeo il 4 e 5 marzo prossimi, quando Toronto Raptors e New Jersey Nets si sfideranno alla O2 Arena di Londra. Per me questo è un passo importantissimo nella progressione verso le prossime Olimpiadi di Londra 2012, che per noi costituiscono un’opportunità straordinaria per continuare la crescita della pallacanestro tanto in Europa quanto nel Regno Unito”. Era il 9 agosto 2010, e con questa conferenza stampa, l’allora commissioner NBA metteva l’ennesima tacca su una carriera anche personale straordinaria, che proprio nella globalizzazione dello sport (e del brand NBA) vedeva un obiettivo di sviluppo importante. Sono passati quasi nove anni da allora, e la realtà degli NBA London Games – appuntamenti ormai consolidati con le sfide di stagione regolare tra due squadre NBA – ha mantenuto in tutto questi anni un tratto comune: il sold out scontato (spesso nel giro di pochissimi minuti, neppure ore) che testimonia la febbre di NBA che continua ad animare i tifosi del Vecchio Continente, che in queste partite vedono la chance più ghiotta per poter vivere da vicino la magia di una sfida NBA. Una magia destinata a ripetersi per la nona volta il 17 gennaio, sempre sul parquet della O2 Arena, questa volta con protagonisti gli Washington Wizards e i New York Knicks. L’apparizione di una squadra NBA fuori dai confini degli Stati Uniti non è certo figlia del nuovo millennio, visto che già nel 1978 proprio Washington – allora ancora Bullets – fu protagonista della prima gara su suolo straniero andando a sfidare il Maccabi Tel Aviv in Israele (e perdendo, 98-97), prima di agire poi da ambasciatrice NBA con una tripla apparizione anche in Oriente, l’anno dopo, con due gare in Cina (tra Pechino e Shangai) e una nelle Filippine.
In Europa per primi ci arrivano i Seattle Supersonics, in una tournée che li vede protagonisti principalmente in Germania (allora dell’Ovest, è il 1984, cinque anni prima della caduta del Muro di Berlino) e poi anche in Svizzera e in Italia, dove a Treviso sfidano – vincendo 124-101 – la Benetton. Praticamente in contemporanea, sempre in Italia, erano invece in tournée i Phoenix Suns e i New Jersey Nets, impegnati in un totale di 9 partite in 10 giorni. Si trattava, ovviamente, solo di gare amichevoli, mentre la grande rivoluzione dei London Games ha a che vedere con la natura competitiva delle sfide organizzate in Inghilterra: si tratta di gare di stagione regolare, il risultato conta, va a incidere sui record delle due squadre. Anche se David Stern, in quella conferenza stampa dell’agosto 2010, sembra non volerci dare troppo peso: “Per me è meno importante di quanto mi sembra lo sia per molti membri dei media – dice – anche le amichevoli hanno il loro perché. Ma a furia di venire a giocare in Europa negli anni, avevamo fatto la promessa di portare una gara di stagione regolare prima del 2012. Promessa mantenuta, eccoci qua”.
Le amichevoli
Le prime 8 partite, ma sempre di preseason
Shaquille "Superman" O'Neal
la prima grandissima superstar,
ma da Londra sono passati tantissimi fenomeni da Hall of Fame, nel ruolo di ambasciatori in Europa della lega di basket più bella e spettacolare del mondo.
Con lui, in quel primo doppio appuntamento del 1993, Dominique "The Human Highlight Film" Wilkins, ma nel corso degli anni il pubblico londinese ha potuto ammirare Clyde Drexler e i "Big Three" di Boston (Paul Pierce, Kevin Garnett e Ray Allen), Dwyane Wade e Kobe Bryant, DeMar DeRozan e Carmelo Anthony, tutto il talento da unicorni di due giocatori europei come Giannis Antetokounmpo e Nikola Jokic, fino alla coppia Joel Embiid&Ben Simmons l'anno scorso, chiamata a sfidare Kyrie Irving e i suoi Celtics.
Per rivivere tutte le emozioni delle gare disputate dalle squadre NBA nella capitale inglese, ecco un video che riassume tutte le gare andate in scena dal 2007 a oggi.
30/31.10.1993 | L'ESORDIO ASSOLUTO A LONDRA: C'È SHAQ!
ORLANDO MAGIC-ATLANTA HAWKS 120-95
ATLANTA HAWKS-ORLANDO MAGIC 113-101
Dopo una prima stagione NBA che lo ha incoronato rookie dell’anno, Shaquille O’Neal è automaticamente l’attrazione n°1 delle prime gare NBA mai disputate a Londra: vanno in scena il 30 e il 31 ottobre 1993 e vedono protagonisti gli Orlando Magic di Shaq&Penny (Hardaway) e gli Atlanta Hawks capitanati da Dominique Wilkins. L’eroe della prima serata, però, è il tiratore principe dei Magic, Dennis Scott, che segna 14 punti nel quarto quarto per guidare i suoi alla vittoria, 120-95. Il giorno dopo va in scena la rivincita, con Atlanta che si impone di 12 punti e impatta così la doppia sfida europea con Orlando.
20/21.10.1995 | L'ERA DEL McDONALD'S CHAMPIONSHIP
HOUSTON ROCKETS-PERTH WILDCATS 116-72
HOUSTON ROCKETS-BUCKLER BOLOGNA 126-112
Dopo non essersi disputato nel 1994, il McDonald’s Championship ritorna d’attualità portando a Londra i due volte campioni NBA degli Houston Rockets, senza Hakeem Olajuwon (fresco di operazione al gomito), ma con Clyde Drexler e Robert Horry tra i grandi protagonisti. Dopo aver passeggiato contro gli australiani dei Perth Wildcats (+44, 116-72), in finale i texani si ritrovano la Buckler Bologna reduce da tre scudetti consecutivi in Italia, guidata da Arijan Komazec e Orlando Woolridge, che contro i Rockets chiude con 34 punti e 9 rimbalzi. Non servono però a confezionare lo storico upset, perché Drexler risponde con 25 punti e 10 rimbalzi (venendo votato MVP della manifestazione) e Sam Casell ne aggiunge 23. Houston, allenata da Rudy Tomjanovic, alza un altro trofeo dopo gli ultimi due titoli NBA.
NBA EUROPE LIVE
10.10.2007 | BOSTON CELTICS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 92-81
I nuovi Boston Celtics – quelli dei “Big Three”, con Kevin Garnett e Ray Allen a raggiungere Paul Pierce – sono passati dall’Italia per il training camp per poi prendere parte all’appuntamento con gli NBA Europe Live impegnati contro i Minnesota Timberwolves (davanti agli occhi, tra gli altri, di Lewis Hamilton). E dopo una gara sostanzialmente in parità, è proprio “He Got Game” Ray Allen a spaccare in due la sfida segnando 28 punti mentre Garnett contribuisce con 9 punti (più 6 rimbalzi e 2 stoppate) e Paul Pierce con soli 8 (i "Big Three" restano in panchina a riposare nel quarto quarto). Per i Timberwolves il migliore è Ricky Davis, uno che a Boston conoscono bene per aver indossato la maglia dei Celtics per più di due stagioni.
12.10.2008 | NEW JERSEY NETS-MIAMI HEAT 94-92
Tre giorni dopo essersi affrontati a Parigi (con vittoria di New Jersey al supplementare, 100-98, con 21 punti di Devin Harris tra i vincitori e 21 a testa anche di Dwyane Wade e Michael Beasley tra i perdenti) le due squadre arrivano a Londra e danno vita a un’altra gara super equilibrata, anche questa vinta dai Nets grazie ai tre tiri liberi negli ultimi dieci secondi di Vince Carter, autore di 19 punti. Uno in meno ne segna Dwyane Wade per gli Heat, che hanno in panchina il loro capo allenatore esordiente: Erik Spoelstra.
6.10.2009 | CHICAGO BULLS-UTAH JAZZ 102-101
L’eroe di casa è Luol Deng, cresciuto nella periferia di Londra e con passaporto inglese nonostante le sue origini sudanesi (diventerà poi il primo giocatore inglese a essere convocato per un All-Star Game), ma l’eroe della partita è invece James Johnson, matricola di Chicago a cui capita in mano il tiro della vittoria sulla sirena che condanna Utah e dà ai Bulls la vittoria. Sia Deng che Johnson segnano 18 punti a testa, mentre in casa Jazz ce ne sono 18 per Paul Millsap e 16 a testa per Deron Williams e Wesley Matthews.
4.10.2010 | MINNESOTA TIMBERWOLVES-LOS ANGELES LAKERS 111-92
Dopo l’operazione al ginocchio in estate, Kobe Bryant non è ancora al massimo per cui a Londra gioca solo 6 minuti, quasi più per rappresentanza che altro, finendo con 0/3 al tiro. Senza il “Black Mamba” è Lamar Odom il migliore dei gialloviola con 17 punti, 13 dei quali nel primo tempo, ma la gara nel secondo tempo va tutta a favore di Minnesota che è guidata dai 24 punti di Martell Webster e dai 21 di Michael Beasley.
Le gare di regular season
Dal 2011 si fa sul serio
4.3.2011 | Una gara storica
NEW JERSEY NETS-TORONTO RAPTORS 116-103
Le prime due squadre chiamate a farsi ambasciatrici della NBA in Europa in una gara di stagione regolare sono i New Jersey Nets – che il nuovo proprietario russo Mikhail Prokhorov non ha ancora portato a Brooklyn – e i Toronto Raptors che tra le proprie stelle contano DeMar DeRozan, certo (sarà lui alla fine il top scorer della partita, a quota 30), ma anche il nostro Andrea Bargnani, il giocatore internazionale di maggior rilievo della sfida e per questo con parecchi riflettori puntati addosso: “Il primo tempo ero parecchio nervoso, potevo sentire l’eccitazione tra i tifosi inglesi, è stato un pubblico fantastico. Spero possa andare meglio domani”. Perché nonostante i 23 punti dell’azzurro, con 9/18 al tiro e 2/3 dall’arco, i Raptors si devono arrendere ai Nets, che vincono trascinati dai 25 punti di Brook Lopez, che chiude con 11/17 dal campo e 3/3 dalla lunetta, senza ovviamente neppure tentare un tiro da tre punti, oggi la sua specialità ma allora assolutamente off-limits. New Jersey può contare anche sulle doppie doppie di Kris Humphries (18 con 17 rimbalzi) e del nuovo arrivato Deron Williams (16 con 11 assist), alla sua prima vittoria (dopo 3 ko) in maglia Nets dopo lo scambio che gli ha fatto lasciare lo Utah. Decisiva per le sorti della partita la panchina di New Jersey, che piazza un 20-6 di parziale grazie anche ai canestri di un giocatore che poi si vedrà a lungo in Italia, tra Cantù e Avellino, Sundiata Gaines. La prima partita di regular season mai disputata in Europa si decide solo nell’ultimo quarto, per la gioia dei 18.689 della O2 Arena, che fanno registrare il primo di tanti sold out.
5.3.2011 | Instant classic: 3 overtime e Bargnani top scorer
NEW JERSEY NETS-TORONTO RAPTORS 137-136 (3OT)
Solo 24 ore dopo lo storico esordio sul parquet della O2 Arena, Nets e Raptors si ritrovano di fronte in una partita che passa alla storia come un instant classic: 63 minuti – i 48 regolamentari più tre tempi supplementari – 273 punti combinati e una gara che regala emozioni incredibili al pubblico di Londra, decisa da un protagonista inatteso: sono infatti tutti di Travis Outlaw gli ultimi otto punti dei New Jersey Nets, che la spuntano per 137-136 infliggendo ai Raptors la seconda sconfitta in due partite. Pur nella sconfitta, però, il miglior marcatore dell’incontro è italiano: dopo averne messi 23 in “gara-1”, Andrea Bargnani fa ancora meglio e chiude a quota 35 cui aggiunge anche 12 rimbalzi, anche se all’azzurro rimane un po’ l’amaro in bocca di aver avuto tra le mani due game winner – il primo alla fine del primo tempo supplementare, il secondo sulla sirena del terzo – ed averli sbagliati entrambi. Per il n°7 dei Raptors la gara si chiude con 11/28 dal campo (con anche tre triple a segno) e con un perfetto 10/10 dalla lunetta. Un punto meno di lui fa segnare Brook Lopez, titolare di un’ottima gara da 34 e 14 rimbalzi che però finisce già nel secondo tempo supplementare, quando è costretto a uscire per 6 falli. In doppia doppia ai Nets anche Deron Williams, autore di 21 punti e 18 assist (sbaglia anche lui un potenziale game winner al termine dei tempi regolamentari), mentre in casa Raptors DeMar DeRozan bissa il trentello fatto registrare la sera prima. Protagoniste di due belle partite lontane da casa, sia New Jersey che Toronto finiranno però per mancare la qualificazione ai playoff al termine della stagione 2010-11: 24-58 il record dei primi (dodicesimi a Est), ancora peggio quello dei canadesi (22-60).
17.1.2013 | Carmelo Anthony torna a Londra dopo l’oro olimpico
NEW YORK KNICKS-DETROIT PISTONS 102-87
Carmelo Anthony la O2 Arena la conosce bene: per due settimane, dal 29 luglio fino al 12 agosto, giorno della finalissima, la star dei New York Knicks aveva chiamato Londra “casa”, protagonista della cavalcata imbattuta di Team USA alle Olimpiadi 2012, da lui chiuse con oltre 16 punti di media, secondo miglior marcatore alle spalle di Kevin Durant della nazionale a stelle e strisce. Vinta la medaglia d’oro, ‘Melo vince anche la sfida contro i Detroit Pistons cinque mesi dopo: è il miglior marcatore della partita con 26 punti (la 25^ prestazione consecutiva con almeno 20 punti), mentre il suo amico e compagno di squadra Amar’e Stoudemire colleziona 11 dei suoi 17 punti di serata dalla lunetta. New York è sopra di 15 già all’intervallo ma il pubblico di Londra si gode la rimonta dei Pistons che nel terzo quarto, con un parziale di 16-2, rientrano in gara fino al -4. I Knicks però sono più forti e i valori si vedono, tanto sul parquet della O2 Arena che a fine stagione, quando Anthony e compagni eliminano Boston al primo turno di playoff prima di arrendersi contro Indiana. Diverso invece il destino dei Pistons che a Londra sono guidati da un Will Bynum da 22 punti: la squadra del Michigan chiude la stagione con un record di 29-53, lontana dal poter anche solo sperare di accedere alla postseason.
16.1.2014 | Un’altra vittoria per i Nets (stavolta Brooklyn)
BROOKLYN NETS-ATLANTA HAWKS 127-110
Seconda apparizione dei Nets a Londra, ma stavolta sono i Brooklyn Nets e non più i New Jersey Nets. Quello che non cambia è il risultato dalla loro spedizione europea: dopo i due successi del 2011 contro Toronto, ne arriva un terzo contro Atlanta, merito soprattutto di un caldissimo Joe Johnson, ex dal dente avvelenato (7 anni in maglia Hawks) che segna 26 dei suoi 29 punti nel primo tempo, elettrizzando il pubblico di Londra. Un pubblico che nell’edizione 2014 degli NBA London Games ha la fortuna e il privilegio di poter vedere da vicino due autentiche leggende NBA come Paul Pierce (18 punti con 8/16 al tiro per lui) e Kevin Garnett (12 con 6/8), veterani con grande pedigree fortemente voluti sul mercato da Mikhail Prokhorov, in uno scambio che però finirà per condizionare per anni (e non in senso positivo) il destino futuro dei Nets. Il presente, però, regala qualche soddisfazione in più: la terza vittoria londinese e una stagione da 44 vittorie e 38 sconfitte, record che vale a Brooklyn la testa di serie n°6 e un viaggio ai playoff che si interrompe soltanto contro i Miami Heat di LeBron James in semifinale di conference. Anche Atlanta, sotto la guida di coach Mike Budenholzer, centra i playoff ma dice addio dopo una sanguinosa sconfitta in gara-7 al primo turno contro Indiana.
15.1.2015 | Il primo avvistamento di “The Greek Freak”
I Knicks che tornano a Londra due anni dopo la vittoria contro Detroit sono una squadra profondamente diversa, più precisamente la peggiore della NBA. Basti pensare che il loro playmaker della sfida di soli due anni prima, Jason Kidd, ora è allenatore dall’altra parte per i Milwaukee Bucks. New York arriva in Inghilterra cavalcando una poco onorevole striscia di 15 sconfitte consecutive. Diventano 16 dopo la sfida contro i Bucks, che dispongono senza troppi problemi di Carmelo Anthony (top scorer di serata a quota 25 dopo tre partite di assenza) e compagni allenati da Derek Fisher, con il presidente Phil Jackson in tribuna. Il pubblico inglese ha il privilegio di poter vedere da vicino un ventunenne Giannis Antetokounmpo dare già lampi del suo immenso talento: gioca 33 minuti, tira solo 10 volte (più che altro gioca da playmaker, portando palla) ma segna 6 canestri e chiude con 16 punti, 5 rimbalzi e 2 recuperi. Nella partita si registra anche la rottura del legamento crociato di Kendall Marshall, che avrebbe disputato solo altre 30 partite in NBA l’anno successivo prima di sparire dai radar. I Bucks finiranno la stagione con un record in perfetta parità, 41-41, buono per qualificarsi ai playoff dove però saranno subito eliminati da Chicago. Per New York, invece, l’annata orribile termina con sole 17 vittorie, peggior bilancio della Eastern Conference.
14.1.2016 | Un altro supplementare per Toronto (stavolta vinto)
ORLANDO MAGIC-TORONTO RAPTORS 103-106 OT
I Raptors tornano in città dopo il debutto del 2011 e si ritrovano a giocare un altro supplementare, anche se stavolta ne basta uno per avere ragione degli Orlando Magic e portare a casa il referto buono da Londra. Le due stelle più attese, Kyle Lowry e DeMar DeRozan, sembrano mostrare diversi problemi di jet lag e chiudono con 9/39 combinato al tiro, anche se il primo finisce con 24 punti e il secondo in doppia doppia da 13+11. A dare energia ai Raptors ci pensa allora Cory Joseph, che con 9/11 dal campo firma il suo massimo stagionale da 19 punti, gli stessi segnati nella precedente partita di regular season contro i Magic, sua vittima prediletta. Il pubblico si scalda per un ultimo quarto vissuto tutto in apnea, tanto da “ricordare vagamente una partita di playoff”, secondo le parole di Joseph. I 27 punti di Victor Oladipo (che ha tra le mani il tiro della vittoria per chiuderla nei regolamentari e si fa rubare l’ultimo pallone dell’overtime da Lowry) e i 21 di Evan Fournier però non impediscono la sesta sconfitta nelle ultime sette per i Magic, che per il quarto anno in fila non avrebbero disputato i playoff (sono diventati sei nel frattempo). La stagione dei Raptors, invece, sarebbe durata più a lungo di qualsiasi altra nella storia della franchigia, interrompendosi solo in finale di conference contro i Cleveland Cavaliers poi campioni NBA.
12.1.2017 | Gallinari e Jokic illuminano la O2 Arena
DENVER NUGGETS-INDIANA PACERS 140-112
Dopo Andrea Bargnani nel 2011, nel 2017 è Danilo Gallinari a esibirsi davanti al pubblico di Londra come giocatore europeo più rappresentativo delle due squadre in campo, chiudendo con 18 punti in quella che coach Mike Malone definisce come la sua miglior prestazione stagionale (frutto forse anche dei calzettoni versione “Union Jack” indossati). Le due squadre arrivano in Gran Bretagna con rendimenti opposti — cinque sconfitte in fila per i Nuggets, cinque vittorie per i Pacers — ma in campo non c’è partita, con i primi che vincono facilmente rifilando 140 punti a Paul George e soci. A Londra splende soprattutto la stella nascente di Nikola Jokic, che chiude con 22 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, sfiorando la tripla doppia e regalando spettacolo al pubblico arrivato da tutta Europa per vedere la sfida. A lui si aggiungono i 21 di Wilson Chandler e i 16 di Gary Harris, mentre in casa Pacers l’unico a mostrare una certa confidenza con i ferri della O2 è C.J. Miles, che chiude con un eccellente 6/7 da tre per 20 punti complessivi. I 28 punti di scarto sono il più ampio per una partita disputata oltre oceano, superando i 23 rifilati dai Phoenix Suns agli Utah Jazz a Tokyo nel 1990. Indiana a fine anno riuscirà comunque a guadagnarsi la partecipazione ai playoff pur uscendo senza vittorie contro Cleveland al primo turno. Denver, invece, è ancora alla ricerca della prima postseason dal 2013, pur chiudendo quell’anno appena sotto il 50% di vittorie (40-42).
12.1.2018 | La grande rimonta dei Boston Celtics
PHILADELPHIA 76ERS-BOSTON CELTICS 103-114
A Londra va in scena l’antipasto di una sfida che si sarebbe poi vista ai playoff e che ancora oggi ha un ruolo di rilievo nei destini della Eastern Conference. I Celtics inaugurano in Gran Bretagna una tradizione che li vede spesso vincenti contro i Sixers, rendendosi protagonisti di una super rimonta partita da -22 nel primo tempo e conclusa in scioltezza nell’ultimo quarto grazie a un’eccellente difesa. Il leader è Kyrie Irving con 20 punti, 6 rimbalzi e 7 assist, ma a turno tutti i biancoverdi portano il loro contributo, con Jaylen Brown che ne mette 21, Marcus Morris che ne aggiunge 19 e il rookie Jayson Tatum che delizia il pubblico europeo con 16 punti uno più bello dell’altro. In casa Sixers è J.J. Redick ad avere la mano più calda di tutti (22 punti con 5/9 dall’arco), mentre Ben Simmons e Joel Embiid dopo un ottimo inizio si spengono con l’andare della partita, chiudendo rispettivamente con 16 punti e con una doppia doppia da 15+10 (ma con 6/17 dal campo). “Quella che abbiamo affrontato oggi è la miglior difesa della NBA, e ce ne siamo accorti”, dice coach Brett Brown a fine gara. Se ne sarebbe accorto anche ai playoff, chiusi proprio con un’eliminazione in cinque partite per mano dei biancoverdi, decisamente più pronti a un palcoscenico del genere — tanto a Londra quanto in postseason.
Italians Do It Better
Due partite a Londra per Andrea Bargnani, una per Danilo Gallinari
Andrea Bargnani con i suoi Toronto Raptors ha giocato due gare a Londra, collezionato grandi numeri, ma è sempre uscito dal campo sconfitto (dai New Jeresey Nets). Danilo Gallinari invece, dell'unica apparizione nella capitale inglese ricorda con piacere il successo dei suoi Nuggets sugli Indiana Pacers. "Il Mago" ha una media di 29 punti a partita sul parquet della O2 Arena, mentre "Il Gallo" ha collezionato un ottimo 7/11 al tiro per 18 punti nella sua unica apparizione. Ecco le immagini più belle dei due protagonisti azzurri nelle loro avventure londinesi.
VIP a bordocampo
La NBA piace alla gente che piace
Ogni volta che la NBA si avventura fuori dai confini americani, scatta la corsa ad accaparrarsi i posti in prima fila, "to see and to be seen", per vedere (bene) e per essere visti. Londra non fa eccezione, e ogni anno nelle prime fila della O2 Arena è un mix di sportivi famosissimi (i protagonisti della Premier League la fanno da padroni), attori, registi, modelle e tanti voti noti. Ecco una serie di personaggi che non si sono lasciati scappare l'opportunità di godersi lo spettacolo NBA dal vivo nel corso di questi ultimi otto anni.
NBA London Games 2019
Washington Wizards-New York Knicks
Arrivano a Londra senza le loro principali superstar, Washington e New York: i primi hanno appena visto John Wall fermarsi per un'operazione al tendine d'Achille, mentre i secondi stanno aspettando il ritorno in campo di Kristaps Porzingis (che però potrebbe essere più poi che prima). Non mancano però mille motivi per voler seguire da vicino la sfida tra Wizards e Knicks. La squadra della capitale è ancora in lotta per un posto ai playoff, mette in mostra un All-Star come Bradley Beal (l'unica apparizione proprio l'anno scorso a L.A.), grandi veterani alla Trevor Ariza e anche chi dall'Europa è partito per conquistarsi un posto nella NBA, il ceco Tomas Satoransky, per anni al Barcellona. New York, invece, per quanto stia attraversando un periodo storicamente difficile (ultima apparizione ai playoff e ultimo anno con un record vincente nel 2013), ha sempre un fascino particolare e tanti tifosi in tutto il mondo. Sotto coach Fizdale si vuole costruire per il futuro e la gioventù è proprio il tratto distintivo di due giocatori davvero molto intriganti come Emmanuel Mudiay e Kevin Knox, il rookie blu-arancio che sta confermando tutto quello che di buono aveva fatto vedere a Kentucky. Le incoraggianti prospettive per il futuro - compreso il sogno di poter portare Kevin Durant nella Grande Mela in estate - si scontrano però con un presente complicato: i Knicks hanno oggi la seconda peggior difesa NBA (gli Wizards non fanno molto meglio, quart'ultimi) e sono la trentesima franchigia su trenta per numero di assist distribuiti. Per Washington si tratta del debutto ufficiale in Inghilterra in una gara degli NBA London Games, mentre i Knicks possono considerarsi dei veterani di queste sfide all'ombra del "Big Ben", per essere già scesi sul parquet della O2 Arena sia nel 2013 che nel 2015. L'appuntamento è per giovedì 17 gennaio, a Londra, da seguire in tv sugli schermi di Sky Sport Uno, Sky Sport NBA e Sky Sport Mix ma anche eccezionalmente online sul sito di skysport.it in live streaming aperto a tutti.