Coronavirus e Olimpiadi Tokyo, una comunicazione da cambiare

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Lia Capizzi

Lia Capizzi

Martedì il presidente del CIO Thomas Bach farà, in videoconferenza, il punto sulla situazione dei Giochi di Tokyo con i rappresentanti delle federazioni sportive internazionali. Alla luce dell'emergenza Coronavirus forse occorre cambiare comunicazione e non continuare a rilasciare affermazioni categoriche: “Le Olimpiadi si faranno come previsto”

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Premessa fondamentale, tutti amano le Olimpiadi: atleti, tifosi e noi media. Ma in una situazione simile, durante una emergenza sanitaria mondiale senza precedenti, con un numero così pauroso di vittime e contagiati, con le enormi preoccupazioni per i posti letto in terapia intensiva che scarseggiano, dinnanzi al lavoro incessante di medici, infermieri, volontari che senso ha continuare a ribadire: "Le Olimpiadi di Tokyo si faranno, come previsto" ?

 

Durante il momento più nero nella storia dello sport, con quasi tutte le competizioni sospese, che senso ha continuare a rilasciare affermazione categoriche: "E' impossibile che le Olimpiadi non si facciano!". Perché queste sono le dichiarazioni che da giorni sentiamo dire dai membri del CIO o dalle Organizzazioni di Tokyo 2020 e dai politici nipponici. Qui non è in discussione il valore delle Olimpiadi o il rispetto per gli atleti che da 4 anni hanno impostato la loro vita, i loro sacrifici per il sogno a cinque cerchi. Lo sappiamo. Molto bene.

 

Conosciamo pure gli investimenti in ballo o l'eventuale perdita economica nel caso di un annullamento, o il problema degli ipotetici calendari ingolfati nell'ipotesi di uno slittamento. Gli stessi problemi ce li hanno l'Nba, l'Uefa, la Formula Uno, la MotoGp, l'Atp di tennis o gli organizzatori del Giro d'Italia, del Tour de France, e così via.

 

Martedì il presidente del CIO Thomas Bach farà in videoconferenza il punto sulla situazione con i rappresentanti delle Federazioni Sportive Internazionali, sarà un momento di confronto importante ne siamo sicuri. Ma in un mondo che naviga a vista, con gli stessi esperti che non azzardano certezze, ci piacerebbe dal CIO ricevere d'ora in poi considerazioni più realistiche del tipo: "Adesso la priorità è la salute generale, per le Olimpiadi ci riaggiorniamo a fine aprile o a maggio". Perché anche la comunicazione fa la differenza.