Verso Tokyo, Pellegrini: "Cattiva con me stessa, mi sono sempre chiesta troppo"

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“Si va”. Così la nuotatrice su Instagram descrive la partenza per Tokyo, dando inizio alle sue quinte Olimpiadi. Nello speciale “LA DIVINA – Federica Pellegrini Esclusiva” in onda su Sky Sport e on demand, la fuoriclasse si racconta in modo inedito. Un faccia a faccia con Lia Capizzi in cui emerge la complessa trasformazione, sempre sotto i riflettori, da ragazza ad adolescente fino a diventare la donna di oggi. Anche nel trattare questioni delicate che l’hanno coinvolta

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Ancor prima della sua nuotata e dei suoi successi, c’è tutto un mondo dentro Federica”, la descrive così Matteo Giunta che dal 2015 è il coach della Pellegrini. Esternamente una vincente, una dura, una determinata. A volte fin troppo schietta: “Non ho mai voluto nascondermi. Sono sempre stata molto diretta e trasparente, anche pagando quando alcune volte avrei fatto meglio a stare zitta”.

 

La 33enne fuoriclasse azzurra ripercorre la sua carriera iniziata con la medaglia d’argento a 16 anni nei 200 stile nelle Olimpiadi di Atene 2004, la più giovane medagliata olimpica nella storia del nuoto. L’Italia intera si innamora della veneziana, ricoprendola di attenzioni, forse troppe addossate sulle spalle di una adolescente che nel trasferimento da Spinea (Venezia) a Milano inizia a soffrire di bulimia, malattia che spesso resta ancora sottotraccia nel mondo dello sport, quasi fosse una vergogna da dover nascondere. Non poteva nascondersi Federica, proprio per la sua visibilità mediatica. “In quel momento mi semrbava di fare una cosa molto razionale. Ero cambiata fisicamente, dal corpo di ragazzina a quello di donna non mi riconoscevo più. Quindi, volendo tornare al corpo di ragazzina, per me la cosa più logica è stata per alcuni mesi quella di mangiare e vomitare. Per fortuna è stato un periodo temporale durato meno di un anno, non è scattato un campanello d’emergenza totale. Certo, per me è sempre stato molto difficile nascondere un problema, non era possibile. Anzi, forse la cosa migliore era proprio parlarne apertamente. E così ho sempre fatto, sia in riferimento ai problemi alimentari sia alle crisi di panico che sono arrivate dopo. Molte persone ne soffrono, tante di loro si sono un po’ riconosciute in quello che io stavo vivendo, l’ho percepito dai messaggi che ricevevo. Se ho aiutato qualcuno sono molto contenta”.

Nello speciale "La Divina – Federica Pellegrini Esclusiva"– si affronta anche il tema del ciclo femminile, in merito al quarto posto ottenuto alle Olimpiadi del 2016. “Quella gara di Rio è stata una grande rabbia, scendere dal podio per un decimo di secondo è difficile da digerire. Quando qualcuno mi dice che ho infranto un tabù a parlare di ciclo, perché nello sport è quasi disdicevole farlo. E’ vero, non se ne parla mai. Ma perché? Perché se parli degli effetti che dà il ciclo in una prestazione di alto livello sembra che tu parli di fuffa, di una scusa campata in aria. Invece non è così, basta pensare a come ci cambia l’umore, al netto di qualsiasi sport. Intendo il livello ormonale che entra in circolo ad un certo punto, il gonfiore che ci dà il ciclo una settimana prima. Però, va bene. Nello sport succede anche questo. Da lì abbiamo iniziato a calcolare anche il ciclo”.

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La medaglia d’oro ai Giochi di Pechino 2008, prima italiana nella storia natatoria, i successi nei 200 e nei 400 stile, con record del mondo, ai Mondiali di casa a Roma 2009, il trionfo sublime davanti al pubblico della piscina del Foro Italico cui ha fatto seguito, due mesi dopo, il dolore mai superato per la scomparsa del mentore Alberto Castagnetti, l’uomo che la prese per i capelli proprio durante il periodo di crisi post Atene: “Ehi tu, ragazzina, adesso vieni a stare da me a Verona”.  Nella piscina scaligera, ora intitolata proprio all’ex CT del nuoto italiano, tutto parla di lui. E forse per questo Federica è sempre voluta restare li’, a vivere e ad allenarsi, considerandola la sua vera casa.

 

Il gossip ha aiutato il personaggio Pellegrini ad uscire dall’acqua, riconoscibile e corteggiata dagli sponsor, pur con alcune storture mal digerite. “Quando i tuoi genitori leggono il titolo: La Mangiauomini… vaglielo a spiegare come funzionano certe dinamiche. All’inizio non è stato semplice né per me né per loro. Ma ho la fortuna di avere una famiglia intelligente che ha capito. Anche perché, a volerla proprio dire tutta, ho avuto poche storie, ma lunghe e importanti”. I social e l’esperienza televisiva con Italia’s Got Talent l’hanno messa in risalto nella sua spontaneità, sorridente e pure con un pizzico di timidezza che non ti aspetti in una sportiva dalla carriera monumentale. Resta, però, la difficoltà a… chiedere scusa, da orgogliosa: “Sulle cavolate sono brava, sulle cose più importanti magari ho un po’ di difficoltà a chiedere scusa faccia a faccia, però faccio capire che mi dispiace”.

 

A 32 anni, saranno 33 il prossimo 5 agosto, è una donna consapevole, ha pure smussato alcune spigolature caratteriali. Più dolce ed incline a commuoversi, come quando parla dell’Italia e del Tricolore da lei rappresentato durante la Cerimonia di Inaugurazione dei Giochi di Rio 2016: “Il ruolo di portabandiera a Rio è stato uno dei più grandi onori. Mia madre mi mandò un messaggio, quando in Italia era notte fonda, scrivendomi: falla sventolare forte e alta quella bandiera. A ripensarci mi viene ancora da piangere…”, e gli occhi diventano lucidi.

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Resta però una agonista, competitiva, forse pure troppo. Ai Giochi di Tokyo dovesse raggiungere la finale nei 200 stile libero eguaglierebbe il record di sua maestà “Mr Nuoto” Michael Phelps, l’unico ad aver disputato cinque finali consecutive nella stessa specialità. Un primato non da poco, anche se lei non ci vuole pensare, continua a puntare al massimo a dispetto delle rivali che hanno quasi la metà dei suoi anni. Per il grande pubblico italiano – e mondiale - una medaglia olimpica o meno di Federica Pellegrini ai Giochi giapponesi non cambierebbe nulla del suo essere “leggenda”, nessuna donna del nuoto è stata mai capace di essere così vincente in termini di longevità, in uno spazio temporale che dura da 16 anni, pur con alti e bassi, con cadute e risalite. Ma per la LA DIVINA è sempre e solo una questione personale, una sfida con sé stessa: “A prescindere che io sono contenta di tutto ciò che ho fatto fino a qua, in carriera. Voglio arrivare a Tokyo pronta, per cercare di combattere fino alla fine. E soprattutto di non deludermi. Io sono consapevole di essere molto cattiva con me stessa. Io mi sono sempre chiesta tanto. E anche per questo che forse, tra qualche mese, sarà il caso di non chiedermi più così tanto”.