Sei Nazioni, ecco i 15 titolari azzurri col Galles

Rugby
Sergio Parisse accanto a Conor O'Shea (foto getty)
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Il coach irlandese ha ufficializzato il XV titolare dellItalia che sfiderà i gallesi, affidando un compito importante all'Italrugby: "Abbiamo una grande responsabilità per il nostro sport, dobbiamo dimostrare che siamo sulla strada giusta"

"Competitivi, competitivi, competitivi". Conor O'Shea lo ripete tre volte, pensando al debutto del Sei Nazioni di domenica all'Olimpico con il Galles, l'irlandese ne è certo: "Abbiamo una grande responsabilità per il rugby italiano. La nostra sfida è dimostrare a tutti che siamo sulla giusta strada", ha spiegato alla conferenza stampa avvenuta all'Acqua Acetosa, dove il coach ha ufficializzato il XV titolare che sfiderà i gallesi.

La squadra - Confermata l'ossatura del gruppo visto nei test match con ben dieci giocatori titolari confermati rispetto allo storico successo contro il Sudafrica, oltre ad altri tre pronti che faranno il proprio ingresso dalla panchina. Confermata integralmente la linea dei trequarti con Padovani estremo, la coppia di ali delle Zebre, Bisegni e Venditti, e il tandem di centri targati Benetton Treviso Benvenuti-McLean, mentre in cabina di regia Carlo Canna in maglia numero 10 ritrova il veterano Edoardo Gori. Inedita la terza linea, con Maxime Mbandà, al debutto nel Torneo, e Abraham Steyn, ad affiancare capitan Sergio Parisse - alla 122esima apparizione internazionale, nono atleta all-time.

Le scelte - In seconda linea torna titolare Biagi in coppia con Fuser, mentre in prima linea, dopo aver saltato per infortunio Sudafrica e Tonga, rientra Lovotti in reparto con Cittadini e Gega. Scelte che spediscono (un po’ a sorpresa) in panchina le prime linee Ghiraldini e l'utility back Campagnaro. "Guardo la nostra panchina e penso che abbiamo una buona squadra - precisa O'Shea - le riserve sono importanti quanto i titolari". In 25 incontri contro i Dragoni, il bilancio recita due sole vittorie italiane (l'ultima al Flaminio il 10 marzo 2007), un pareggio e 21 vittorie gallesi.

Il progetto azzurro
- "Il Galles è una buona squadra con grande profondità e grandi giocatori", recita O'Shea, che domenica esordirà da ct al Sei Nazioni, esattamente 17 anni dopo il suo ultimo match da giocatore nel torneo. Era il 5 febbraio 2017 e l'Inghilterra stravinse 50-18 contro i Verdi: "Ricordo un triste pomeriggio a Twickenham", sorride oggi. Pensando alla nuova sfida che gli si presenta davanti con l'Italia, O'Shea vede tre 'ere' distinte: "L’era a breve termine, che per noi è il Sei Nazioni: la nostra sfida è la prestazione, cercare di fare il meglio possibile. Possiamo controllare solo noi stessi. Be the best". Poi c’è il medio termine della Coppa del Mondo, per conclude con "il lungo termine: il sistema del rugby in Italia". Presentandosi, aveva detto di essere qui per "cambiare il sistema", oggi lo dice con maggiore convinzione: "Il percorso è giusto, Eccellenza, Franchigie, ma c’è molto da cambiare. Ho detto ai giornalisti inglesi di venire in Italia e andare nei club a vedere quanto potenziale importante c’è in Italia, bisogna solo sbloccarlo. Stiamo cambiando - ha concluso il coach azzurro - il cambiamento è possibile e sarà molto veloce se facciamo le giuste cose. Stiamo mettendo tutti i pezzi del puzzle al proprio posto e questo non è pensabile che venga fatto da un giorno all'altro".