Italia-Francia, cosa abbiamo imparato dall'esordio degli azzurri nel Sei Nazioni

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In un pomeriggio positivo nonostante la sconfitta, Sebastian Negri e Federico Ruzza si distinguono per la battaglia contro la fisicità dei francesi, Michele Lamaro per il lavoro di cucitura, Ange Capuozzo per l’opportunismo nell’approfittare della prima occasione buona. Domenica sfida all'Inghilterra da vivere naturalmente live su Sky Sport

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L’Italia è uscita sconfitta per 24-29 dallo Stadio Olimpico di Roma, dove nella prima giornata del Sei Nazioni 2023 ha affrontato la Francia campione in carica. Malgrado la sconfitta, un pomeriggio positivo e incoraggiante per Michele Lamaro e i propri compagni, che hanno costretto gli avversari a spingere fino all’ultimo secondo della partita per portare a casa la partita: un eventualità che non sembrava nelle carte

alla vigilia dell’incontro. Cuore, passione e tanto lavoro di preparazione dietro la prestazione degli Azzurri, che hanno peraltro lasciato intravedere ulteriori margini di miglioramento. Dopo una partenza difficile, i padroni di casa hanno infatti saputo rimettere in piedi l’incontro con caparbietà, rimanendo prima agganciati al match grazie al piede di Tommaso Allan e poi colpendo con Ange Capuozzo e con il drive da rimessa laterale. In ottanta minuti dove tanti dei giocatori messi in campo da Kieran Crowley hanno ben figurato, quattro protagonisti hanno dato particolare lustro alla loro prestazione in maglia azzurra.

Giganti tra i giganti: Negri e Ruzza

Sin dalla vigilia allo staff e ai giocatori italiani è stato chiaro che la principale difficoltà della partita contro la Francia sarebbe stata arginare la fisicità del gigantesco pacchetto di mischia avversario. Per competere, gli Azzurri avrebbero dovuto battersi per ogni centimetro nel corpo a corpo, in attacco e in difesa. Nessuno ha portato il pallone con più costanza ed efficacia di Sebastian Negri, che si è sobbarcato la fatica di dare avanzamento all’Italia. Nei 65 minuti che è stato in campo, il flanker ha portato palla 16 volte, riuscendo costantemente a fare metri dopo l’impatto. La sua prestazione offensiva è stata alla base delle azioni migliori che l’Italia ha saputo costruire. Federico Ruzza è stato l’altro giocatore a stagliarsi nel confronto fisico con gli avversari, anche se più in chiave difensiva rispetto al compagno. I suoi 13 placcaggi senza nessun errore, di cui 2 portando indietro l’avversario, sono stati fondamentali, in particolare perché spesso arrivati in situazione di sofferenza per la difesa azzurra, riuscendo a fermare l’abbrivio preso dall’offensiva transalpina. In più, il seconda linea ci ha messo la consueta regia della rimessa laterale, impreziosita dalla touche rubata al 52’, quando sul 21-22 la Francia era tornata a bussare alla linea di meta avversaria.

Rifinitore: Michele Lamaro

Ci sono diversi tipi di numero 7 nel mondo del rugby. Fino a poco tempo fa il capitano dell’Italia Michele Lamaro rientrava nell’archetipo classico del terza linea dedito al placcaggio, falciando un numero impressionante di avversari ad ogni partita. Dallo scorso mese di novembre, però, stiamo scoprendo un altro aspetto di Lamaro, quello di un giocatore raffinato, molto capace con la palla in mano, perfetto raccordo tra il reparto degli avanti e quello dei trequarti. Dopo Stephen Varney e Tommaso Allan, i due mediani, il giocatore degli Azzurri che ha fatto più passaggi nella partita di domenica è stato proprio il capitano, trasmettendo il pallone per 14 volte. Un numero alto per un giocatore di mischia, ma estremamente funzionale nel gioco dell’Italia. Lamaro è uno specialista del pull back pass, il passaggio che il giocatore degli avanti fa per il trequarti che corre dietro la sua schiena, e che impone tecnica perfetta e disponibilità a prendersi qualche sonora legnata, perché deve arrivare attirando la difesa fino all’ultimo secondo.

Segna sempre lui: Ange Capuozzo

Non è stata una partita facile per il giocatore più atteso dell’Italia. La Francia, consapevole di chi fosse la minaccia numero uno dell’attacco azzurro, ha deciso di non sprecare uomini nella lotta di trincea, mantenendo nello spazio una linea compatta che non concedesse spazio agli avversari. Questo ha fatto sì che di palloni davvero interessanti a Capuozzo ne arrivassero pochi. Giocati nella maniera più intelligenti i palloni più interessanti arrivati al largo, il numero 15 dell’Italia ha dimostrato ancora una volta la sua brillantezza segnando ancora una volta, inesorabilmente. Quando alla mezz’ora di gioco la difesa francese ha commesso uno dei pochi errori di tutto l’incontro, la stella dell’Italia si è fatta trovare pronta all’appuntamento, attaccando il lato chiuso dopo un drive e battendo brillantemente Greg Alldritt con un gioco di gambe che gli ha permesso di schiacciare alla

bandierina. Con quella segnata nel primo tempo di Italia-Francia siamo a 6 mete in 8 presenze internazionali, 4 nelle ultime 3 gare.

 

A cura di OnRugby.it (www.onrugby.it)