Italia, con il Galles una partita "sbagliata" e un'altra occasione mancata

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Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

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Allo stadio Olimpico di Roma l'Italrugby perde anche con il Galles e fallisce la partita da vincere nel quarto turno del Sei Nazioni. Cosa non ha funzionato e cosa c'è da salvare del match, nel commento di Francesco Pierantozzi 

 

La partita “sbagliata” arriva nel giorno della partita da vincere…Contro il Galles l’Italia perde l’occasione di certificare i miglioramenti, di avere conferme dei progressi fatti vedere nelle prime giornate. Il risultato è la delusione di tutti, da tutti i punti di vista. Poi, ragionando, è evidente che il Galles, per quanto sia dilaniato da problemi interni, con giocatori senza contratto e sul filo dello sciopero, ha storia, tradizione, capacità di mettere in campo esperienza e sicurezza. Non molto di più, per la verità: una partita ordinata (ma anche…ordinaria), una difesa aggressiva, un ottimo gioco al piede, soprattutto col mediano di mischia Rhys Webb, man of the match, buona presenza nei punti di incontri (il cosiddetto breakdown per chi conosce il rugby) e soprattutto la capacità di commettere meno errori.

Italia-Galles, prova di maturità fallita

Pressione. Si è fatto di tutto, nella comunicazione azzurra, del pre-match, per allontanare l’idea che la partita contro il Galles fosse una sorta di finale, un match della stagione…”Il nostro approccio resta lo stesso, partita difficile ma non una finale” (il capitano Michele Lamaro)…”Molti ci danno per favoriti, non solo in Italia, ma questo non può e non deve influenzare la nostra prova” (il CT Kieran Crowley)… La prova della maturità è fallita invece. Forse siamo latini, con pregi e difetti del caso, forse, dopo il successo sull’Australia dello scorso novembre, abbiamo esagerato nelle aspettative. Certo ci sono state troppe occasioni sprecate, troppi errori individuali, troppe palle regalate al Galles e la, ormai, solita (purtroppo) falsa partenza, sotto 3-15 nei primi 28 minuti, 3-22 dopo 34 minuti. Meno 19 alla fine del primo tempo, come a Twickenham, ma in casa, con sessantamila persone all’Olimpico, e contro l’ultima in classifica.

Italia, cosa c'è da salvare nel ko con il Galles

Cose buone. Non molte per la verità. La reazione all’inizio del secondo tempo, vinto, per i numeri 14-7. Troppo poco per ribaltare la situazione. Da apprezzare lo spirito, aver continuato con la voglia di attaccare senza pensare troppo al punteggio “pesante”, condito però da qualche difetto, da qualche imprecisione, dall’esecuzione non sembra perfetta. L’Italia ha creato tanto senza riuscire a sfruttare le occasioni. E il pensiero che sarebbe bastato qualche dettaglio per cambiare il “verso” della partita. Allan, Negri, Ruzza (che ha però sulla coscienza una meta sfumata per nun mancato passaggio al largo verso Menoncello), Menoncello e Manuel Zuliani (grande ingresso dalla panchina), i migliori. Resta la Scozia, a Edimburgo, resta però, soprattutto, il rammarico per la partita “sbagliata” nel giorno della partita da vincere.