La favola di Volpe: come un film, meglio di un film

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Massimo Marianella

Massimo Marianella

La nuova stagione MLB è appena partita e una storia ce l’ha già raccontata. Una bella storia che un po’ c’appartiene anche. Una storia che parte da sogni ed entusiasmo e, attraverso lavoro e talento, arriva ad avere contorni fiabeschi. 

Quella pallina firmata da Jeter…

Estate 2014. Derek Jeter, capitano e leggenda dei New York Yankees, avendo annunciato che al termine della stagione si sarebbe ritirato va a Minneapolis per giocare il suo ultimo All Star Game al Target Field. Nel New Jersey lo stesso giorno un bambino di 13 anni, come tanti suoi coetanei appassionato di baseball e tifoso degli Yankees, non vuole perdere quel momento e convince il padre a portarlo tanto nel Minnesota ci sono anche dei parenti che li avrebbero ospitati per un paio di giorni. Riescono a trovare i biglietti e partono armati di gioia, spirito d’avventura, una palla da baseball e una figurina. Di lì a poche ore succede una cosa bellissima, la prima di questa storia. Jeter firma la palla a quell’estasiato bambino (la figurina no….) e non venir deluso dal proprio idolo non regala solo gioia, ma anche motivazioni. Voler essere come lui. 

La promessa a un eroe

Quel 13enne, all’anagrafe Antonhy Volpe, da quel giorno s’impegna sempre di più sui diamanti polverosi dell’Upper East Side di Manatthan e nel New Jersey. Alla High School il suo impegno diventa una missione personale, quasi una promessa ad un eroe che gli aveva firmato quella palla, ma soprattutto involontariamente gli aveva dato un obbiettivo. Lontano, ma affascinante. Alla Delbarton High School fa talmente bene che non solo lo chiama la Vanderbilt University, ma addirittura nell’estate del 2019 viene scelto nel Draft MLB al primo giro con la 30esima chiamata proprio dagli Yankees che lo aveva tenuto d’occhio da vicino visto che giocava nel “giardino dietro casa”. Volpe passa rapidamente attraverso il percorso delle Minors (dal singolo A al Triplo A), che abitualmente nel baseball è più lungo rispetto alle altre leghe professionistiche americane, e lo fa così bene che lo scorso febbraio viene aggregato a Tampa allo Spring Training dei titolari per giocarsi una chance. Fa bene, benissimo tanto che il manager Aaron Boone davvero a sorpresa decide di tenerlo e promuoverlo in prima squadra. A 21 anni, Anthony Volpe ha esordito come titolare dei suoi Yankees nell’Opening Day. Ah, nel ruolo di shortstop (interbase). Lo stesso ruolo di Jeter! 

Come un film

Fosse stato un film forse lo avremmo trovato esagerato, bellino, ma un po’ banale. Giusto un copione buono per lai Disney. La realtà invece a volte sa essere più bella e magicamente vera. Ora non bisogna fare paragoni perché Jeter ha vinto 5 anelli ed è uno dei più grandi giocatori della storia di questo sport. Volpe è stato solo eletto New Jersey High School player of the Year nel 2019. Incredibile che questo ragazzo di origini italiane (come Rizzuto, Berra, Di Maggio, Torre e Girardi leggende in pinstripe prima di lui) sia diventato uno dei volti dell’inizio di questa stagione come Othani, Machado e Kershaw. Per gli Yankees un grande e giovanissimo talento con un istinto incredibile per il gioco e un gioco di gambe fantastico. Per lui il superamento dei sogni. Per tutti noi……Buona stagione MLB su Sky Sport