Murray e quel "fastidioso" antidoping alle 7 di mattina

Tennis
Andy Murray in allenamento (Getty)
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Il tennista britannico, che ieri all'esordio a Wimbledon ha eliminato Gimeno, ha svelato il retroscena di un controllo avvenuto giovedì scorso: "Gli addetti hanno suonato sei volte, sono stati invadenti. E mia madre ha anche servito loro il tè..."

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Il britannico Andy Murray si è lamentato ieri - al termine della sfida vinta contro Gimeno - per essere stato sottoposto alle sette della mattina ad un controllo antidoping che ha definito "invadente". "E' un po' scioccante e fastidioso, perché era il mio giorno libero e pensavo di dormire fino a tardi. E invece alle sette di mattina suona il campanello... ", ha detto il numero quattro del tennis mondiale, spiegando quanto successo giovedì della settimana scorsa a casa sua.

"Appena ho sentito suonare il campanello mi sono svegliato. Mi sono preso dieci secondi, poi ho guardato l'orologio ed erano le sette della mattina. In un certo senso sapevo che erano loro". Gli atleti, infatti, sono tenuti a definire determinati momenti e luoghi in cui i controlli a sorpresa sono possibili, un aspetto della legge antidoping, alla quale comunque si oppongono diverse stelle. "Hanno suonato il campanello sei volte. Un po' troppo".

"Normalmente, in questo periodo dell'anno è abbastanza normale nei grandi tornei", ha spiegato Murray, che ha detto di essere stato sottoposto a tre controlli nelle ultime due settimane. "Ci sono molti controlli, ma fa parte del nostro lavoro, sfortunatamente", ha ammesso. Judy, la madre di Murray, ha servito una tazza di tè all'addetto del controllo antidoping. "Non dovremmo servire il tè. E' semplicemente molto invadente e intrusivo avere qualcuno a casa tua casa alle 7 di mattina. Vai al bagno e ti guardano fisso. A casa tua.  E' una sensazione abbastanza strana", ha concluso Murray.

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