Maria, tra smash e... brufoli: a Milano nasce una Dea

Tennis
Maria Sharapova è la star del tennis mondiale (Foto Getty)
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LA STORIA. Nel 2000 la 13enne Sharapova era la protagonista più attesa nel torneo "Avvenire", passaggio obbligato per i campioni del futuro: da Borg a Djokovic, dalla Capriati alla Hingis, sono tutti passati dal "Tennis Club Ambrosiano"

di Alfredo Corallo

Non è possibile: la Sharapova con i brufoli! Ma aveva 13 anni, era solo una bambina. Con le treccine, che poi spaesata no, quello impossibile, proveniva dalla scuola newyorkese di Nick Bollettieri, il-top-del top-del top, super favorita per classe di cristallo purissimo e nomea da predestinata. Il passaggio al torneo "Avvenire" di Milano doveva servire semplicemente per la consacrazione, il trampolino magico - e portafortuna obbligato - per una carriera che, puntualmente, ne confermerà tutti i pronostici (trionfo a Wimbledon appena nel 2004.) Ma fu più complicato del previsto...

Il Tennis Club Ambrosiano è da sempre la punta di diamante del tennis Under 16, a livello internazionale. E' dal Circolo di via Feltre che si sono affacciati i più grandi: Adriano Panatta e Corrado Barazzutti negli anni '60, e a ruota Bjorn Borg, Mats Wilander, Yannick Noah, Ivan Lendl, Stefan Edberg, Goran Ivanisevic, e ancora Roger Federer, Novak Djokovic, Martin del Potro, tra le donne Jennifer Capriati, Martina Hingis e Masha, appunto.

Quando l'adolescente siberiana/bielorussa si presentò a Milano nel giugno del 2000 era già la stella annunciata della manifestazione. "Doveva stravincere - ricorda il maestro Morelli, da una vita il guru del village - ma soffriva moltissimo le pressioni del padre, che non la lasciava respirare un attimo. Se era già bella? Come tutte le ragazzine di quell'età, tutta treccine e brufoli". Si arriva alla finale, di fronte una cinese, tosta, Shuài Pèng (chi?) "La ragazzina non aveva sbagliato un colpo fino alla semifinale - aggiunge il "Moro" - con grande mobilità, estro, varietà di colpi. Eppure giocò male. E perse". Una tragedia. "Quasi, era scappata tra le siepi, il padre non riuscì a trovarla, per fortuna...". 

Tutta la settimana non era stata facile per la ragazza, ma è una prassi con la racchetta che conta: allenamenti "zemaniani", padri-manager severissimi - Richard Williams, daddy di Venus e Serena docet - un'adolescenza sacrificata (ma ben ripagata, nel caso della russa, la sportiva più ricca del pianeta, 25 milioni di dollari annui, tra Slam e sponsor). "Cattivissimo il papà - scherza il responsabile del torneo Giorgio Di Pietro - alla fine di un match Maria voleva fare un tuffo in piscina: povera illusa. 'Defaticante! Maria, vai a fare il defaticante!"

Oggi, però, decide lei, la number two del ranking, dall'alto dei suoi 188 centimetri e una vita tutta glamour, Giorgio Armani e Luis Vuitton. E uno smash all'acne...