Djokovic, il nuovo allenatore è Agassi

Tennis

Stefano Olivari

Steffi Graf e Andre Agassi
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Il fuoriclasse serbo ha annunciato che Agassi, ritiratosi nel 2006, sarà al suo fianco già dal Roland Garros per aiutarlo sia in campo sia fuori. Nessun piano a lunga scadenza e tanta curiosità per un rapporto che potrebbe andare oltre quello avuto con Becker

Il nuovo allenatore di Novak Djokovic sarà Andre Agassi, lo ha annunciato lo stesso Djokovic prima della finale di Roma persa con Zverev. La collaborazione inizierà subito, quindi Agassi sarà al fianco del fuoriclasse serbo già dal Roland Garros che inizia domenica prossima.

Conoscenza a Parigi

Parole di Djokovic: "In queste ultime settimane ho parlato con Andre al telefono e abbiamo deciso che saremo insieme a Parigi. Siamo tutti e due eccitati all'idea di lavorare insieme, ma non abbiamo fatto piani a lungo termine. Ci conosceremo meglio al Roland Garros, quindi". Le motivazioni che hanno portato a questa scelta sono comprensibili e Djokovic le ha comunque spiegate con chiarezza: "Andre capisce il gioco, nelle poche volte in cui ho parlato con lui ho apprezzato il suo modo di pensare. È anche una persona che ha umiltà, una persona che mi aiuterà sia in campo sia fuori". Agassi dopo il suo ritiro avvenuto nel 2006, dopo gli U.S. Open, è nella sostanza uscito dal giro del tennis, ma è l'uomo del quale Djokovic aveva bisogno: "Segue tutte le partite e conosce tutti i giocatori. L'ho convinto a lavorare con me e lo ringrazio".

Perché Agassi

Di sicuro questo rapporto, di cui si parlava da qualche giorno, avrà un grande spazio mediatico e per il tennis in generale sarà un bene. Ci permettiamo di dubitare che Agassi sia un grande telespettatore di tennis, visto che più volte ha detto di seguirlo il giusto (cioè poco), come accade agli ex campioni che non hanno il bisogno, finanziario o psicologico, di rimanere in questo mondo. È possibile che nello staff rimanga il fratello di Djokovic, Marko, anche in questo senso Parigi sarà decisiva. Non per il risultato, perché Djokovic al Roland Garros può vincere ma quest'anno non parte da favorito, ma per l'entusiasmo che Agassi saprà trasmettergli nella prospettiva di un finale di carriera (domani compleanno numero 30) degno di Djokovic. Per alcuni versi è un'operazione simile a quella che lo ha in passato affiancato a Boris Becker: il campione carismatico in grado di dirgli le parole giuste e in ogni caso di farsi ascoltare, cosa che allo storico allenatore Marian Vajda non riusciva più. Per altri versi invece Agassi è oltre Becker: nel senso che gli alti e bassi della sua carriera, ben raccontati nel romanzato 'Open', lo hanno reso un campione capace di ripartire diverse volte e di vivere al 100% vite diverse: ragazzino prodigio, personaggio da gossip, campione affermato, uomo e giocatore in declino, vincente oltre i trent'anni da marito di Steffi Graf e padre. In altre parole, Agassi potrebbe essere insieme uomo di tennis e maestro di vita.

Futuro

Il momento di Djokovic è molto strano, perché fisicamente e tecnicamente non è lontano dai suoi massimi (Del Potro e Thiem se ne sono accorti) e quindi non è che debba riconvertirsi in altro tipo di giocatore. Nemmeno Agassi, del resto, lo ha fatto: l'Agassi ultratrentenne era una versione matura dell'Agassi con le meches e i pantaloncini simil-jeans, non un giocatore che aveva stravolto il proprio tennis per stare al passo con i tempi. Con lucidità e da numero 2 del mondo, non 200, Djokovic ha voluto prendere in mano la sua carriera e soprattutto capire se può in questa fase della sua vita, in cui inevitabilmente il tennis conta meno, essere il Djokovic di prima. Il vero punto interrogativo sono le motivazioni di Agassi: non ha bisogno di soldi, lui e la Graf non sanno anzi dove mettere quelli guadagnati in carriera, e nemmeno di popolarità perché basta che alzi il telefono e lo invitano ovunque. Non si annoia, visti i suoi impegni anche nel sociale (soprattutto istruzione per i più poveri, lui si è pentito di aver lasciato a metà high school), quindi il suo futuro con Djokovic dipende soltanto dal fatto che si piacciano reciprocamente. Azzardata ogni previsione: la fusione fredda fra fuoriclasse ed ex fuoriclasse può dare grandi risultati (Lendl-Murray) ma anche finire in gelosia-invidia fra ego enormi.