Aus Open, si gioca con 40 gradi: è polemica. Monfils: "Pensavo di morire". Organizzatori: "Non ci fermiamo"

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Francesco Giambertone

I giocatori provano a rinfrescarsi con asciugamani pieni di ghiaccio (Foto Getty)
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Agli Australian Open il protagonista è il caldo torrido: oltre 40 gradi, spalti al sole semivuoti e giocatori a rischio svenimento. La francese Cornet ha un malore in campo: "Cosa aspettiamo, che succeda il dramma?". Ma per gli organizzatori, regolamento alla mano, "non ci sono le condizioni per fermare le partite"

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Gael Monfils e Novak Djokovic escono dal campo degli Australian Open stremati e fradici, e in conferenza stampa si parla più della temperatura che del risultato. “Non riuscivo quasi a respirare, stavo morendo sul campo” racconta il francese. “Un caldo brutale, al limite della giocabilità” gli fa eco il serbo. Quest'anno a Melbourne, primo torneo dell'anno in piena estate australe, il caldo picchia più duro del solito. E sulla graticola, oltre ai giocatori cotti dal sole, ci sono finiti anche gli organizzatori: giovedì e venerdì si sono superati i 40 gradi centigradi e sono cominciati i problemi. Più di un tennista si è lamentato delle condizioni di gioco, risollevando una polemica che ciclicamente investe lo Slam d'Australia. È giusto giocare (ed esporre il pubblico) a certe temperature, perché “the show must go on”?

La fatica di Monfils, che quasi non riesce a stare in piedi per il caldo (Foto Getty)

Cornet (quasi) svenuta e furiosa: "Aspettiamo il dramma?"

L'episodio più clamoroso di questa due giorni infernale ha visto protagonista Alizé Cornet. La francese ha avuto una crisi durante il match poi perso con Elise Mertens: è quasi svenuta in campo, si è stesa a terra all'ombra, ha ripreso a giocare in lacrime. Tornata a sedersi in panchina si è lamentata perché il suo ice towel, l'asciugamano pieno di ghiaccio con cui i tennisti stanno combattendo l'arsura, non era pronto. E ha gridato più volte: “Sto bruciando!”, prima di farsi misurare la pressione in panchina. A fine gara si è scagliata contro l'organizzazione: “Non voglio mai più giocare in queste condizioni. Avevo dolore, mi girava la testa, pensavo che se avessi continuato avrei rischiato problemi seri. Non siamo robot, lì fuori oggi mi sembrava di stare in un forno. La nostra salute è in pericolo”. E ha concluso durissima: “Cosa stiamo aspettando, che succeda un dramma? Forse allora qualcosa cambierà”.

La policy sul caldo estremo e le polemiche del 2014

In realtà delle regole esistono, ma non sono particolarmente benevole nei confronti dei giocatori. Introdotta nel 1998 di comune accordo coi tennisti e modificata l'ultima volta appena 4 anni fa, la “Extreme Heat Policy”, cioè la linea di condotta sul caldo estremo, prevede in quali condizioni il gioco debba essere fermato: non si considerano solo i gradi centigradi, ma soprattutto quelli percepiti nella scala Wbgt (Wet Bulb Global Temperature), che tiene conto anche di vento, umidità e radiazioni avvertite dall'uomo. Fino al 2014 non c'era una temperatura fissa alla quale scattava la sospensione del gioco, lasciata interamente alla discrezione dell'arbitro. Ma in quell'edizione dal caldo insostenibile, con 4 giorni di fila sopra i 40 gradi e una sola giornata in cui il gioco fu interrotto, ci furono svenimenti tra i giocatori e il pubblico: 940 persone furono medicate. Le critiche pesantissime all'organizzazione portarono a una nuova policy: con oltre 40° sul termometro e 32,5° di Wbgt la partita deve fermarsi. Ma tra ieri e oggi, ha spiegato il direttore del torneo Craig Tiley, non si è arrivati a tanto.

Il rimedio dei tifosi è spogliarsi quasi nudi. Ma molti posti al sole rimangono vuoti per il troppo caldo (Foto Getty)

Federer minimizza. E le previsioni...

“A Melbourne Park la temperatura ha toccato i 40,2 gradi verso le 14, con un valore Wbgt di 31,1”, non abbastanza quindi per sospendere le partite e per chiudere il tetto sui campi principali. “Siamo arrivati molto vicini ad implementare la Extreme Heat Policy”, ma non l'hanno fatto. E le regole, a questo punto, non si possono cambiare almeno fino alla fine del torneo. “Quando termineranno gli Australian Open rivedremo ancora una volta la policy come avviene ogni anno – ha assicurato Tiley – ma non può essere modificata adesso”. La buona notizia è che da sabato è prevista una rinfrescata delle temperature. Quella cattiva è che da venerdì prossimo, nelle fasi cruciali del torneo, si rialzeranno. Per Roger Federer, che spera di giocarsi la finale domenica prossima e confermarsi campione, non sarebbe un problema in ogni caso: “Non mi posso lamentare. I giocatori sanno che qui può fare molto caldo”. Sì, ma non sarà troppo?

Alizé Cornet, sfinita, con l'asciugamano ghiacciato addosso mentre le misurano la pressione (Foto Getty)