Tyson-Jones Jr, perché è un match da vedere assolutamente
boxeNella notte fra sabato 28 e domenica 29 novembre il ritorno di Iron Mike sul ring. Qui tutto quello che vi serve per arrivarci preparati...
Esattamente trentaquattro anni fa, il 22 novembre 1986, sul ring dell’Hilton di Las Vegas Mike Tyson conquistava la corona WBC dei pesi massimi, spazzando via Trevor Berbick in meno di due round e diventando il più giovane campione mondiale dei pesi massimi della storia della boxe a soli 20 anni, 4 mesi e 22 giorni. Adesso ha 54 primavere e sta per risalire sul quadrato dopo un’assenza lunghissima (non lo vediamo in azione infatti dal 2005!). Sabato notte il ring announcer dello Staples Center di Los Angeles urlerà a gran voce il nome che ha entusiasmato gli appassionati di tutto il mondo negli anni ’80 e ’90 e un brivido correrà su tante schiene, inutile nasconderlo… Intendiamoci, il tempo non si ferma per nessuno, non pensiamo di poter ammirare il Tyson dei momenti d’oro, ma solo il fatto di poterlo vedere ancora una volta, regalo inatteso ed inimmaginabile fino a pochi mesi fa, è comunque un grande evento (che sarà disponibile su Sky Primafila).
L’avversario
Iron Mike affronterà in un’esibizione sulle otto riprese da due minuti un’altra leggenda del ring, Roy Jones Jr, considerato nel suo momento migliore il pugile numero uno pound for pound, cioè il più bravo in assoluto, indipendentemente dalla categoria di appartenenza. Già da dilettante dimostra di essere un campione, protagonista all’Olimpiade di Seul ’88 della più grande rapina della boxe amatoriale: nella finale dei superwelter Jones domina il pugile di casa Park Si-Hun, già protagonista di un furto ai danni del nostro Vincenzo Nardiello. Il sudcoreano è letteralmente malmenato dallo statunitense, l’arbitro italiano Leoni lo conta, è sul punto di fermare il match, ma si arriva comunque al gong finale. Tre dei cinque giudici hanno il coraggio di assegnare la vittoria a Park, tra l’incredulità dello stesso arbitro, di Jones e degli appassionati di tutto il mondo: la vittoria della corruzione, solo in parte cancellata dall’assegnazione a Roy Jones del trofeo Val Barker, che premia il miglior pugile in assoluto del torneo olimpico.
Il campione della Florida ora ha 51 anni e non combatte dal 2018; il suo record da pro conta 66 vittorie, 47 KO e 9 sconfitte. Nel 1993 conquista il primo titolo mondiale, quello IBF dei medi, battendo un altro grande del ring, Bernard Hopkins. E’ l’inizio di una lunga serie, pensate che negli anni successivi il campione di Pensacola aggiunge alla sua collezione anche le cinture dei supermedi, dei mediomassimi (di tutte le sigle) e addirittura dei pesi massimi nella versione WBA: campione del mondo in quattro categorie, dai medi ai massimi, un’impresa straordinaria.
Alto 1 metro e 80, due centimetri più di Tyson, il meglio probabilmente lo fa vedere al limite dei 79 chili: a questo peso ottiene il mix perfetto tra potenza e velocità, tra rapidità di movimenti e pesantezza di colpi, il tutto condito da una classe enorme, sopraffina. Con lui sul ring lo spettacolo è garantito, Jones diverte e si diverte, regala spettacolo, è un vero artista… Conferma questa sua vena anche fuori dalle corde, registrando alcuni dischi e recitando in film e serie tv.
L’epoca d’oro di Iron Mike
Sabato notte avrà ancora la velocità per impensierire Iron Mike? Riuscirà a muovere le gambe come ai bei tempi, per mandare a vuoto le serie terribili di Tyson? Mike ha stupito tutti decidendo di tornare a combattere in un’esibizione a scopo benefico, a vantaggio di alcune comunità che si dedicano al recupero dei giovani meno fortunati. Ma, da quando la notizia ha catturato l’attenzione del pubblico, sembra di essere tornati all’epoca d’oro di Mike, quando il pugile di Brownsville, Brooklyn, era conteso dai promoter di mezzo mondo. Nelle ultime settimane in tanti sperano di fare affari milionari con lui, recentemente gli sono stati offerti 20 milioni di dollari per un match a mani nude contro Shannon Briggs! E non mancheranno le polemiche tra chi si aspetta appunto un’esibizione e chi invece vorrebbe una sfida vera, con il profumo del KO nell’aria. Il WBC, in ogni caso, ha annunciato di voler mettere in palio la cintura “Frontline Battle”, cioè della battaglia in prima linea, spingendosi a garantire un posto nelle classifiche mondiali a Tyson qualora l’ex campionissimo volesse davvero riprendere la carriera a tutti gli effetti.
Il documentario di Spike Lee
D’altronde Mike Tyson resta un personaggio conosciutissimo anche dai più giovani, la sua vita ricca di contraddizioni, eccessi, errori ma anche tragedie è stata raccontata in tutti i modi. Vi consiglio di cercare nella sezione On Demand del vostro decoder di Sky lo spettacolo “Mike Tyson – tutta la verità”, regia di Spike Lee, nel quale lo stesso Tyson racconta la sua vita, da solo sul palcoscenico, bravissimo nel mettersi a nudo e nel raccontare anche i momenti più drammatici del suo cammino. Guardatelo, ne vale davvero la pena.
La storia di Tyson
Mike Tyson, nato in uno dei ghetti più pericolosi di New York, mamma alcolista, senza padre e con un patrigno magnaccia, teppista di una gang con il motto “mai son scappato e mai scapperò”, a dodici anni già arrestato più di trenta volte per furti, rapine, scippi, risse. Unico amore per i suoi piccioni. Salvato dall’allenatore italoamericano Cus D’amato, che lo prende con sé fino ad adottarlo dopo la prematura morte della mamma di Mike, che gli insegna a leggere e scrivere e gli rivela i segreti della nobile arte, che gli fa nascere la sete di gloria e lo tratta come un “dio della guerra”, che gli mostra la strada giusta, quella che porterà Tyson alla fama eterna.
Il ruolo di Cus D’Amato
Cus D’Amato, il nonno o forse il padre che Mike non ha mai avuto, adorato dal ragazzino già grosso di fisico ma ancora così giovane d’età. Con lui Tyson scopre un mondo sconosciuto, fatto non di violenza e sopraffazione, ma di regole da rispettare, di obbiettivi da raggiungere, di sacrifici da compiere per diventare qualcuno, anzi il numero uno. Così nasce Mike il pugile, non si combatte più per strada o nelle sfide clandestine (e parliamo di ragazzini di dieci, dodici anni!), ci si prepara in palestra, si provano i colpi e le combinazioni, si studiano i grandi campioni del passato. E arrivano i primi incontri veri e i primi KO. Come continua la storia lo sanno in molti, D’Amato non ha la gioia di vedere il suo ragazzo salire sul tetto del mondo, muore poco prima, ma Mike non dimentica i suoi insegnamenti.
Undisputed Champion, but…
I KO si susseguono, così come le cinture mondiali, e Tyson nel 1987 diventa “undisputed champion”, riunifica i titoli, è il padrone assoluto della regina delle categorie. Imbattibile sul ring, debole nella vita, è attorniato da gente priva di scrupoli che vuole solo mettere le mani sui suoi guadagni mostruosi. Dal promoter Don King alla moglie Robin Givens, Mike non azzecca una scelta. Chi gli ha voluto davvero bene non c’è più, la mamma, Cus D’Amato, la sorella Denise, sembra una maledizione, restano solo gli approfittatori. E Mike sbanda, tornano i vecchi fantasmi, passa più tempo tra donne, alcol e droga che in palestra. Arriva così la prima sconfitta, quella discussa contro Buster Douglas a Tokyo nel 1990.
L’incontro con Mike
Crolla il mito del gladiatore imbattibile, il miglior Tyson non si vedrà più. Nell’aprile del ’91 viene in Italia con Don King, bisogna rinnovare i contratti televisivi e fare un po’ di acquisti, ad esempio una Lamborghini Diablo gialla… ho la fortuna di passare con lui un paio di giorni a Milano realizzando un reportage sulla sua visita, lo seguo nei suoi spostamenti, riesco a conoscerlo meglio: ha venticinque anni, è sfacciatamente ricco, è un po’ “pazzo” ma simpatico, è ospite della trasmissione di Rino Tommasi “La grande boxe” che registriamo negli studi di Canale 5 a Palazzo dei Cigni, Milano 2.
L’arresto per stupro
Tre mesi più tardi la bomba, Tyson è arrestato con l’accusa di stupro, da lui sempre negata. Rischia fino a 63 anni di galera, ne becca invece sei ed esce per buona condotta dopo tre. Resta lontano dal ring per quattro lunghissimi anni, torna campione del mondo nel ’96 ma è cambiato, come pugile e come uomo. Lo incontro nuovamente a Las Vegas, giugno ’97, in occasione della rivincita con Holyfield, che gli ha strappato il titolo mesi prima. Mike ha una luce diversa negli occhi, tre anni di carcere passati in isolamento per la sua stessa sicurezza hanno lasciato un segno indelebile. Tyson-Holyfield 2, il mondiale passato alla storia come quello dei morsi alle orecchie di Holyfield, altra pagina memorabile.
Tyson non torna più sul tetto del mondo, anche la sfida al campione Lennox Lewis finisce male, con un KO all’ottavo round. La carriera di Iron Mike si chiude con 50 vittorie, 44 KO e 6 sconfitte, la sua leggenda, però, è più che mai viva e ci porterà sabato notte sul ring di Los Angeles. Siete invitati a bordoring anche voi…