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Mondiali di scherma 2019: argento beffardo nel fioretto donne, la spada maschile è quinta

Scherma

Lia Capizzi

Per l’Italia l’argento nel fioretto femminile a squadre ha un sapore molto amaro. La Russia vince di una sola stoccata al minuto supplementare. La Di Francisca non nasconde l’amarezza: “Non siamo una squadra così unita. Ci dobbiamo confrontare, c’è ancora tanto ma proprio tanto da lavorare” . Al CT Cipressa il compito di ricostruire l’alchimia di un Dream Team che punta a Tokyo

LA SPADA DONNE E LA SCIABOLA UOMINI SONO DI BRONZO

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All’ottavo giorno di gare, con un bottino azzurro fatto di sei bronzi, arriva finalmente la medaglia di un metallo diverso. Ma non è certo quello sperato. La speranza di poter finalmente festeggiare l’oro è ghiotta ed affidata alle ragazze del fioretto. Una finale punto a punto conto la Russia della campionessa olimpica e iridata Inna Deriglazova. In una giornata decisamente sotto tono di Arianna Errigo, è Alice Volpi a recitare il ruolo della trascinatrice: un pareggio e due vittorie con parziale complessivo di +8 per la senese che riscatta la prestazione opaca nella gara individuale dove non è riuscita a difendere il suo oro mondiale in carica. “Sono contenta per come ho tirato, anche se devo lavorare per essere più costante”, commenta la 28enne delle Fiamme Oro. Si lotta punto a punto, sul 36-35 per l’Italia l’ultimo assalto vede in pedana Elisa Di Francisca opposta proprio alla Deriglazova, eterna rivale della finale olimpica a Rio nel 2016, della finale europea lo scorso giugno a Düsseldorf e della semifinale qui a Budapest nell’individuale. Quando si affrontano loro due la pedana quasi prende fuoco, tanta è la tensione agonistica. Parità 40-40 a 32 secondi dalla fine. L’azzurra sfreccia sul 42-41 ma a 6 secondi dal termine viene sanzionata con il secondo cartellino giallo per aver nascosto con la testa il bersaglio valido. Alla Di Francisca il secondo giallo costa il cartellino rosso e il conseguente punto di penalità. E’ parità, 42-42. Nel minuto supplementare la Deriglazova non perdona e piazza la stoccata della vittoria. Finisce 43-42. Per le azzurre è un argento dal sapore amarissimo. Nei volti di Elisa, Arianna, Alice e della new entry Francesca Palumbo è ben visibile la delusione cocente. Elisa Di Francisca non si nasconde: “Non abbiamo perso per colpa di quel cartellino rosso. Anche in questa finale c’è stata una valutazione di arbitraggio che definisco strana. Lascio questo Mondiale un po’ confusa a livello arbitrale, non so più se viene guardata la precedenza del braccio o se vengono guardate le gambe. A parte tutto cio, devo dire che non mi sono piaciuta oggi io né tanto meno la squadra”. La schiettezza e l’intransigenza della bicampionessa olimpica del 2012 dice tutto di una squadra che deve migliorare molto, un team in cui non regna una grande armonia caratteriale: “Ci dobbiamo conoscere, confrontare e unire ancora di più. C’è ancora tanto ma proprio tanto da lavorare”, chiosa la futura sposa (il 2 settembre il matrimonio con Ivan, il padre del piccolo Ettore). La domanda delle domande: esiste ancora il Dream Team? “Certo”, risponde la Errigo. “Il Dream Team c’è, sicuramente. In questa finale purtroppo non è andata bene, io in primis non mi sono espressa al meglio. Ma il Dream Team esiste e sicuramente lo dimostreremo”. Le fa eco Alice Volpi: “E’ una sconfitta che brucia ma abbiamo fatto un grosso passo in avanti”. Nei prossimi mesi avrà il suo bel da fare il CT dell’Italia del fioretto Andrea Cipressa, alla sua riconosciuta sapienza tecnica dovrà unire una dose notevole di psicologia. Siamo alla fase del “Lavori in corso” per una nazionale tanto vincente quanto delicata, assomiglia ad un vaso di ceramica preziosissima che mostra qualche crepa. Il fatto che le prossime Olimpiadi siano a Tokyo magari può tornare utile. Da quelle parti sono specialisti di “Kintsugi”, la pratica giapponese che utilizza l’oro liquido per la riparazione degli oggetti. Perché le fratture non vanno nascoste, ma sono da evidenziare e pure impreziosire. Le chiamano cicatrici preziose. A buon intenditore.

La spada maschile è quinta

Gli azzurri della spada non riescono a bissare il podio delle azzurre, ieri medaglia di bronzo. La nazionale maschile del CT Sandro Cuomo interrompe il suo cammino ai quarti di finale uscendo sconfitta dalla sfida conto l’’Ucraina (34-37). Svanita la possibilità di conquistare il podio, il quartetto formato da Andrea Santarelli, bronzo individuale qui a Budapest, da Marco Fichera, Enrico Garozzo e Gabriele Cimini è stato inserito nel tabellone dei piazzamenti. Superando la Russia (35-33) e successivamente la Corea del Sud (45-25) gli azzurri hanno chiuso il loro Mondiale a squadre con il quinto posto in classifica.