Nove giorni fa era senza squadra, da ragazzino voleva fare l'attaccante, il 14 agosto si è ritrovato titolare in Supercoppa Europea per l'infortunio di Alisson e ha parato il rigore decisivo. L'incredibile storia dello spagnolo
ADRIAN: "HO FATTO SOLO IL MIO LAVORO"
La storia di Adrian è tutta in una foto. La sua storia è tutta in quel sorriso. Il Liverpool ha appena vinto la Supercoppa Europea battendo il Chelsea ai calci di rigore dopo il 2-2 nei tempi regolamentari, lui ha appena conquistato il suo primo trofeo a 32 anni.
Guarda la coppa e sorride, la stringe tra le mani come a dire "è vero, ho vinto, sono qui. Non è un sogno". Accanto a lui c'è il Liverpool già Campione d'Europa, i suoi compagni. Quelli che l'anno scorso aveva visto soltanto da casa. Oggi è insieme a loro da star.
Adrian, da zero a cento in 120'
Adrian è il classico esempio di come il destino e la sorte a volte ti danno una mano, basta uno sguardo al calendario per capirlo: il 4 agosto era senza squadra, si allenava in una piccola squadra spagnola alla ricerca di un contratto, di una chance. "Possibile che non mi chiami nessuno? Ho fatto 150 presenze con il West Ham", pensava. Poi un assist.
A Klopp serve un vice-Alisson esperto e lui accetta. E' il 5 agosto 2019, Adrian firma per il Liverpool e alla prima sfida contro il Norwich va in panchina, prima di un altro assist. Il brasiliano si infortuna ed entra lui, i Reds vincono 4-1 e Adrian inizia a pensare. A realizzare: "Adesso giocherò la Supercoppa Europea da titolare".
Sognava da bomber, è diventato eroe tra i pali
Tutto vero: "Questo è il benevenuto al Liverpool. Questa settimana è stata pazza! Giocare con questi compagni è incredibile, i tifosi pazzeschi. Giocare con loro è semplice. Sono davvero contento di essere arrivato qui per tutte queste ragioni”.
Nato a Siviglia, cresciuto nel Betis, poco valorizzato (è stato in prestito due stagioni tra Alcalà e Utrera). A 10 anni voleva fare l'attaccante e quel vizio gli è rimasto, tant'è che nel 2015 segnò un rigore in FA Cup. Nel 2013, dopo l'unico anno da titolare vero nel Betis, vola in Premier League e firma con gli Hammers, dove inizia a giocare con continuità.
Il resto è storia. Lo spagnolo para il rigore decisivo di Abraham con i piedi e vince un trofeo da protagonista, ripensando a quand'era svincolato appena 9 giorni prima. Oggi si sveglierà nel suo albergo di Istanbul - sede della finale - e farà incorniciare quella fotografia. Un esempio di quando il destino ti da una mano e tu raccogli l'assist, o pari.
Klopp: "Adrian come Rocky!"
A fine partita Jurgen Klopp ha dato un titolo all'impresa del portiere, e a modo suo: "Adriaaaaan, like Rocky". Traduzione intuibile, l'esempio ancora di più. Il coach dei Reds ha paragonato il suo portiere al grande film di Sylvester Stallone del '76, Rocky I. Il pugile batte Apollo Creed e durante l'intervista chiama a gran voce Adriana, la sua compagna.
Un solo pensiero dopo la vittoria, un po' come quello di Jurgen: "Anche durante la gara ha fatto belle parate. Sono molto contento per i ragazzi". è una storia meravigliosa. Adrian ha mantenuto la calma, non ha vinto molto in carriera ed è fantastico che abbia conquistato questo trofeo. Non è stato protagonista solo sul rigore". Un po' di più per Adrian.
L'asciugamano portafortuna
Più di un amuleto. Impossibile giocare senza di lui, un asciugamano portafortuna che Adrian si porta dietro fin dai tempi del Betis Siviglia, dalla Spagna all'Inghilterra. Fino a Istanbul. Era lì anche il 14 agosto, durante i festeggiamenti per la Supecoppa Europea. Accanto al suo palo durante i rigori e sulle sue spalle mentre porta la coppa sotto la curva. Qualcosa di speciale, anche in una notte che resterà nella storia. Sua e dei Reds.
E Adrian si porta la coppa... a letto!
Ultima curiosità da notte magica. Il rigore, la medaglia, la premiazione, i festeggiamenti e poi a letto con il trofeo. Adrian si è portato in camera la coppa, ha dormito con lei, come testimonia la sua storia su Instagram: "Buona notte!". Impossibile dimenticare.