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Napoli-Salernitana, Spalletti: "Vincere qui conta di più. Impresa da raccontare ai figli"

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Le parole verso la Salernitana che potrebbe dare lo scudetto aritmetico: "Sarà una sfida estrema. Giocheremo con tutte le nostre forze, anche quelle che non abbiamo. Sarri e Allegri? Non rispondo a loro: noi andiamo in campo pensando ai nostri tifosi". Sull'eventuale trionfo: "Vincere a Napoli conta di più. Rende merito al campionato dei ragazzi che vogliono raccontare qualcosa di eccezionale a figli e nipoti". Importante l'appello alla sicurezza: "Questo sport è dei bambini"

NAPOLI-SALERNITANA LIVE

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È una giornata d'attesa per una città intera, che attende solo l'inizio della festa. Domenica sarà il primo match-point scudetto per il Napoli, impegnato alle 15 al 'Maradona' contro la Salernitana. Per raggiungere il terzo storico titolo a distanza di 33 anni, gli azzurri dovranno vincere il derby e sperare in un mancato successo della Lazio alle 12.30 sul campo dell'Inter. Combinazioni necessarie per festeggiare con 6 giornate d'anticipo (sarebbe un record assoluto nella storia della Serie A) ma, prima del campo, la parola spetta a Luciano Spalletti nella conferenza stampa della vigilia.

È cambiato qualcosa dopo lo spostamento della partita?
"Sappiamo da tempo quale deve essere la nostra direzione, non ci serve fare qualcosa di diverso. Dobbiamo proseguire dritto come fatto fin qui. Ci sono delle cose al di sopra di noi che non possiamo controllare e ci adeguiamo. Eravamo pronti a giocare oggi, saremo pronti domani con tutte le nostre forze, anche quelle che non abbiamo. Vogliamo giocare e basta".


Come si vive questa attesa?
"Stasera prima di andare a letto penserò che siamo di fronte a una sfida estrema, ma se l’affronti nella maniera giusta ti dà qualcosa di diverso. È da tempo che vogliamo giocare queste partite qui. C’è da viverle nello stesso modo di sempre. Sappiamo cosa fare per prepararci e cosa fare poi in campo".


Cosa pensa delle dichiarazioni sul rinvio della partita?
"Noi non abbiamo affidato al prefetto il nostro campionato, ma alla nostra idea di gioco e alla volontà di rendere felici le persone. La città ci aspetta con il fiato sospeso in un aeroporto per ore o in strada per vederci passare in pullman. Avevamo impostato la settimana per giocare sabato, abbiamo dovuto cambiare i programmi. Accettiamo questo, per quello che sappiamo: tutto è stato fatto per la nostra sicurezza in previsione dell’eventuale vittoria".


Che avversaria è la Salernitana?
"È forte e da otto partite è in striscia positiva. Conosco Paulo Sousa, l'ho apprezzato e abbiamo fatto un viaggio insieme. È uno che lavora sul campo. A vederla da fuori, la Salernitana è una società proiettata al futuro. Il presidente Iervolino sta facendo un grande lavoro, Salerno è una con entusiasmo che ama il calcio. Per noi sarà una partita difficilissima: sappiamo che tutto ciò che è successo ha motivato i nostri avversari, ma faremo quello che dobbiamo fare. È un derby, ma ci sono in ballo altre cose che l'avrebbero fatta essere così ugualmente: c'è la moralità professionale per tutti al di là degli obiettivi".


Questo Napoli è come un ciclista?
"Potremmo parlare di volata finale, condurre una gara di livello davanti a quelli più forti. Dobbiamo farci trovare pronti, noi abbiamo giocatori che sarebbero forti anche nel ciclismo per quanto e come hanno pedalato. Ma l'idea di gioco collettivo e di squadra, se l'hanno apprezzata tutti, è la soluzione migliore. Lo vogliamo portare in fondo questo discorso, la nostra squadra è più forte tutta insieme rispetto all'addizione di 11 nomi".


Il suo pensiero sulle parole di Elmas?
"È il desiderio di tutti noi. Non vogliamo sbagliare la volata finale, ma non dipende solo da noi.  C'è un'altra partita che si deve giocare e di perdere io non lo auguro a nessuno. L'odio verso gli altri non sarà mai uno strumento per difendere quello a cui vogliamo bene. Sappiamo benissimo tutti di avere di fronte una partita importante, ma che non possa essere determinante lo so altrettanto benissimo. Insomma, si sta belli tranquilli come sempre".


Sente l'invidia di altri colleghi?

"Io non devo rispondere né a Sarri né ad Allegri. Noi dobbiamo andare in campo pensando non a noi stessi ma ai nostri tifosi. Da noi si ragiona diversamente: è giusto dare loro questa soddisfazione. Sono stati importanti nel nostro percorso fino a questo finale di campionato così emozionante".


Cosa significherà lo scudetto a livello personale?
"Fino a che ci manca un punto per la vittoria, non avremo fatto niente. Mancano ancora dei punti che vanno fatti: non si può pensare, l'attenzione è tutta nella stessa direzione. Ricordo la prima volta che parlai di Napoli in famiglia, i miei figli come se fossero stati in curva ad un gol di Maradona: 'Babbo, a Napoli non si può non andare'. Abbiamo solo una possibilità di uscirne contenti: fare i punti necessari e poi si ragionerà d'altro. Se si avvererà vedremo".


Sarà emozionato domenica?
"Io mi emoziono facilmente. Ho un po' di paura se ripenso da dove sono partito, paura ed emotività le avevo accanto ovunque io sia passato. Domani probabilmente sarà ancora di più. Ma sono queste le giornate che cerchiamo e che fanno la differenza, se non ci piacessero non dovremmo fare calcio. Per noi e per Napoli è una sfida che va vinta. E quindi ci andiamo con tutte le qualità che abbiamo. Non so quale sarà la reazione ad un gol che può determinare quella felicità. Sono tutte cose estreme che vanno vissute nella realtà, nell'accaduto, non nelle previsioni. Ora guardiamo le reazioni al gol di Kvara, a quello di Raspadori non mi sono mosso".


Vincere a Napoli vale di più?
"È dal 2001 che non succede che una terza città (dopo Torino e Milano, ndr) non vinca lo scudetto. È un valore in più che assume il campionato fatto dai ragazzi ed è un ringraziamento super che dobbiamo fargli per come l'hanno condotto. Vediamo se sono bravi anche nello strappo finale".


Cosa pensa della sua esperienza a Napoli? E sui tifosi?
"Napoli è una città energica, un po' folle. A volte da fuori si pensa che sia molto teatrale, invece è l'opposto per me: i napoletani vivono in maniera profonda, hanno la qualità di mandare messaggi facendo spettacolo".


La squadra come vive l'attesa?
"Sono alla ricerca di qualcosa da raccontare ai figli, ai nipoti. Per voler raccontare delle cose particolari ed eccezionali bisogna fare risultati eccezionali, vivere storie eccezionali. Se saranno bravi questa è una di quelle da poter raccontare, sono ragazzi eccezionali, umili, disponibili a metterci qualcosa di loro e dire qualcosa di loro. Ma quello che mi è sempre piaciuto è veder nascere una famiglia come la loro. Mi rende orgoglioso vedere un gruppo così".


Ha un appello da fare ai tifosi?
"Se dovessimo vincere e potesse determinare qualcosa, bisogna vincere anche dopo la gara nei comportamenti, nel divertirsi. Dobbiamo tutti sapere che questo sport è dei bambini, dei figli, e tutti domani, anche io, avremo i figli in giro per la città. Se qualcuno fa qualcosa che mette a rischio la partecipazione di un'altra persona o dei bambini, fa una cosa che non si può fare assolutamente e quindi si deve essere intelligenti e usare il buon senso. Il gioco è dei bambini e devono festeggiare se succedesse qualcosa".