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MotoGP, GP Portogallo. Chi sale, chi scende: il 1° bilancio del Mondiale prima di Portimao

il borsino

Paolo Lorenzi

Dalla rapida crescita di Enea Bastianini alle difficoltà inaspettate di Fabio Quartararo, tracciamo un primo bilancio del Mondiale in vista della gara di Portimao e proviamo a fare un confronto dopo quattro GP tra il 2021 e il 2022. Domenica 24 aprile il GP del Portogallo è tutto in diretta su Sky, ecco gli orari delle gare: Moto3 alle 12:20, MotoGP alle 14, Moto2 alle 15:30

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Dopo quattro gare, e alla viglia della fase europea del Mondiale, la MotoGP non ha ancora trovato un dominatore, o almeno l’indicazione di chi può seriamente candidarsi ad esserlo. I primi sei piloti della classifica sono racchiusi in soli 19 punti. Con alcune sorprese, rispetto alle previsioni della vigilia.

Top Bastianini, flop Quartararo

Chi avrebbe scommesso su Bastianini davanti a tutti, alzi la mano senza paura. Onestamente era un pronostico difficile da azzeccare per quanto faccia contenti i tifoso italiani. Altrettanto impossibile era prevedere la quinta, e fin qui deludente posizione, di Quartararo, campione in carica e considerato tra i favoriti assoluti. Il dodicesimo posto di Bagnaia, indicato come l’antagonista diretto del Diablo stupisce altrettanto se non di più. Marc Marquez resta un caso a sé per le ben note difficoltà fisiche, ma a ben guardare la classifica del Mondiale di un anno fa, dopo il quartetto di gran premi iniziali, aveva ben altra faccia. Al primo posto svettava il pilota della Ducati ufficiale, con tre podi all’attivo e un consuntivo di 66 punti, 43 in più rispetto a oggi. L’avvio non è stato come lui e la squadra bolognese speravano: nessun podio fino ad oggi, difficoltà a sistemare la moto nuova, ma per sua fortuna ancora parecchia fiducia da spendere da Portimao in poi per risalire la china.

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I rapporti di forza sono cambiati

Quartararo accusa un saldo negativo di 22 punti, ma almeno ha messo in archivio un secondo posto in Indonesia, che però non basta a cancellare i dubbi di competitività fin qui registrati dalla sua Yamaha. I rapporti di forza sono cambiati. E non poco. Il primo posto di Bastianini è ampiamente meritato, affermazione difficile da contestare alla luce di ben due vittorie e un saldo parecchio positivo rispetto al suo primo anno di MotoGP. Perché, bisogna rimarcarlo, Enea è poco più di un debuttante, ma per come è partito il romagnolo sta dimostrando di aver fatto un bel salto avanti in termini di padronanza della moto e delle strategie di gara. I 43 punti in più rispetto al 2021 sono lì a dimostrarlo.

I progressi di Aprilia e Suzuki

Dell’Aprilia si è detto tutto il bene possibile, dei suoi progressi tecnici e della maturità raggiunta dal progetto di Noale non si può dubitare, ma senza l’azione di Aleix Espargaro' non avrebbe potuto dimostrarlo. Lo spagnolo è terzo in classifica dopo aver occupato il primo posto fino alla viglia del GP di Austin, con una storica vittoria in bacheca, la prima per lui e per il reparto corse veneto. Un saldo significativo di 15 punti sul suo ruolino di marcia è il primo frutto del buon lavoro fatto in passato. Non vanno male nemmeno le due Suzuki, a loro volta decisamente evolute sul piano tecnico. Il quattro cilindri in linea giapponese sembra l’unico in grado di contrastare i più potenti quattro a V della concorrenza. Il secondo posto di Rins (23 punti in più rispetto al 2021) e il quarto di Mir (nonostante i tre punti in meno sulla passata stagioni) ne sono la conferma. A voler trovare una spiegazione tecnica sembra proprio che chi ha lavorato bene in inverno abbia tratto i maggiori vantaggi nella partenza del campionato. Persino in casa Ducati, dove la collaudata Desmosedici 2021 sta dimostrandosi molto valida, rispetto alla più acerba versione di quest’anno. Lo stesso vale per Yamaha, carente in velocità di punta, e Honda che ha scelto una strada diversa rispetto al passato, sottovalutando le difficoltà del suo golden boy, quel Marc Marquez che in altre condizioni faceva faville. Ma in sella a un RCV disegnata per lui.