In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

NBA, Golden State domina anche gara-4: Utah eliminata

NBA

Steph Curry guida la squadra con 30 punti, Draymond Green chiude in tripla doppia, Thompson e Durant ne aggiungono 38: i “Big Four” degli Warriors chiudono i conti contro gli Utah Jazz per 121-95 e avanzano alle finali di conference

Condividi:

Se Cleveland chiama, Golden State risponde. Le due squadre finaliste degli ultimi due anni proseguono infatti da imbattute il loro cammino nei playoff, dopo che la vittoria in gara-4 per 121-95 degli Warriors sugli Utah Jazz ha permesso loro di avanzare per la prima volta nella storia della franchigia fino alle finali di conference con due “cappotti” nella stessa post-season. Un dominio totale, puntualizzato da una partita in cui sono stati i “Big Four” a farla da padrone: 30 punti e 7 assist con 9/15 dal campo per Steph Curry (+33 di plus-minus); tripla doppia da 17 punti, 10 rimbalzi e 11 assist per Draymond Green (la terza della sua carriera ai playoff, 22-0 il record di Golden State quando finisce in tripla doppia); 21 punti per Klay Thompson, di cui 9 nell’ultimo quarto dopo i soli 6 di gara-3, 18 con 6 rimbalzi e 5 assist per Kevin Durant in 30 minuti. A Utah — partita ad handicap dopo un primo quarto terrificante da 39 a 17 per gli ospiti — non sono bastati i 25 di Gordon Hayward, la doppia doppia da 12+13 di Rudy Gobert e soprattutto le buone prestazioni delle point guard (18 per Shelvin Mack e 15 dalla panchina per Dante Exum) per riuscire a rimontare, tornando al massimo fino al -5 nel terzo quarto prima di cedere di nuovo e sprofondare fino al -26 finale in una partita in cui non ha mai messo la testa avanti.

Onore delle armi

Dopo un primo quarto del genere sarebbe stato umano lasciarsi andare e “darla su”, invece i Jazz hanno mostrato cuore e carattere davanti al loro pubblico rientrando grazie a un secondo quarto da 35-21 propiziato soprattutto dall’australiano Exum, autore della sua miglior partita in carriera per continuità e impatto. Una rimonta che ha portato Curry all’esasperazione durante un timeout in cui ha tirato un calcio a una sedia, procedendo poi a vivisezionare la difesa dei Jazz in un terzo quarto da 9 punti, 4 rimbalzi e 4 assist con un solo errore al tiro. Utah alla fine si è ritrovata con troppe poche armi a disposizione per tenere il passo di Golden State — un po’ per l’assenza di George Hill, un po’ per la scomparsa di Joe Johnson dal campo (8 punti di media nella serie col 31% dal campo e -11.8 di plus-minus dopo aver dominato contro i Clippers), un po’ per le condizioni non ideali di Gobert e Derrick Favors a cui si è aggiunto l’infortunio al ginocchio di Rodney Hood nell’ultimo quarto. Eppure questa squadra si è guadagnata la standing ovation da parte del suo pubblico, che negli ultimi minuti ha iniziato a cantare in favore di Gordon Hayward, la stella che avrà la possibilità di diventare free agent a partire dal prossimo 1 luglio.

A braccetto verso le Finals

Durerà ancora almeno altre tre settimane invece la stagione degli Warriors, che ora possono riposarsi e osservare le due (o tre?) partite che mancano a Spurs e Rockets per scoprire chi dovranno affrontare alle finali di conference, le terze consecutive esattamente come i Cleveland Cavaliers. I loro destini sembrano essere incrociati: è la prima volta che due squadre negli stessi playoff iniziano con un record di 8-0 e solamente la seconda volta che succede dal 1983-84 — ovverosia da quando l’attuale formato della post-season è stato istituito. Nel 1989 furono Lakers e Pistons a riuscirci vincendo le prime sette partite (allora il primo turno era al meglio delle cinque gare), ma i record dei Golden State Warriors non finiscono qui. I loro 16.5 punti di scarto medio sono la seconda miglior prestazione di sempre nei playoff finora e il loro +132 di differenziale si posiziona al quinto posto nella storia della NBA. Oppure, per delineare il loro dominio, può bastare anche solo questo dato: in questi playoff gli Warriors hanno passato più tempo avanti di almeno 20 punti (67 minuti) di quanto passato in svantaggio contro Portland e Utah (56 minuti). Come sottolineato anche dall’account Twitter della squadra, gli Warriors si ritrovano ora a metà del loro cammino per tornare al titolo NBA che non sono riusciti a difendere lo scorso anno: ci saranno ancora i Cleveland Cavaliers a contenderlo per la terza volta consecutiva?