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NBA, il Dream Team del 1992 su Sky Sport: 12 giocatori e un coach da leggenda
Già sul finire degli anni '80 le menti di Boris Stankovic (FIBA) e David Stern (NBA) - protagonisti della puntata di Basketball Conversation su Sky Sport - studiarono il piano per organizzare lo sbarco dei professionisti nelle competizioni internazionali. Un sogno che diventa realtà nell'estate del 1992, con dodici giocatori e un coaching staff rimasti nella storia. Ecco chi erano e cosa avevano fatto (fino a quel momento) per guadagnarsi la convocazione olimpica
BASKETBALL CONVERSATION IN ONDA MARTEDÍ 24 MARZO ALLE 21 E ALLE 22.45
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ALLENATORE, CHUCK DALY, NEW JERSEY NETS | Da fine maggio Daly è diventato il nuovo allenatore dei Nets (quelli di Drazen Petrovic, col duo Kenny Anderson-Derrick Coleman) ma le nove stagioni precedenti lo hanno visto sulla panchina dei Detroit Pistons. C’è lui dietro la costruzione dei “Bad Boys”, c’è lui dietro le famose “Jordan Rules” per fermare MJ. Due titoli NBA al timone di quei Pistons, nel 1989 e poi ancora nel 1990, gli valgono la panchina del Dream Team: al suo fianco un altro coach NBA, Lenny Wilkens dei Cleveland Cavaliers, e due allenatori collegiali: P.J. Carlesimo (Seton Hall) e Mike Krzyzewski (Duke University)
#4 CHRISTIAN LAETTNER, DUKE BLUE DEVILS | Da Duke viene anche l’unico giocatore NCAA a far parte della spedizione olimpica in Spagna. Laettner si gioca il posto fino all’ultimo con Shaquille O’Neal, il centro di LSU che il 24 giugno viene chiamato con la prima scelta assoluta al Draft NBA. Laettner va alla n°3 ma si aggiudica il biglietto per Barcellona in virtù di una carriera coi Blue Devils da assoluto vincente: trionfa nel 1991 (e viene votato miglior giocatore delle Final Four) e bissa nel 1992 (quando vince anche il titolo di giocatore dell’anno per la ACC e per tutta la NCAA)
#5 DAVID ROBINSON, SAN ANTONIO SPURS | “L’Ammiraglio” è stato la prima scelta assoluta al Draft 1987 ma proprio il suo servizio in Marina lo fa approdare in NBA solo due anni più tardi, al via della stagione 1989-90. Vince il premio di Rookie dell’Anno nel 1990, nel 1991 è già il miglior rimbalzista NBA e viene inserito nel primo quintetto della lega, onore che bissa anche nel 1992 è il n°1 per stoppate e viene votato come miglior difensore NBA
#6 PATRICK EWING, NEW YORK KNICKS | Un’altra prima scelta assoluta, stavolta al Draft 1985 (dopo essere stato campione NCAA con Georgetown nel 1984) e un altro Rookie dell’Anno (nel 1986, quando va già al sua prima apparizione all’All-Star Game). Nel 1990 il centro dei Knicks viene inserito anche nel primo quintetto NBA
#7 LARRY BIRD, BOSTON CELTICS | Nell’estate 1992 “Larry Legend” è all’ultimo giro di giostra: ha la schiena a pezzi per aver disputato 13 stagioni NBA — tutte con la maglia dei Boston Celtics — e avendo dato tutto ogni sera. Ha vinto tre volte il titolo NBA, per due volte è stato MVP delle finali e per tre volte (consecutive) della stagione regolare NBA. Rookie dell’anno nel 1980, per 12 volte è stato un All-Star e per 9 ha fatto parte del primo quintetto NBA. Si ritirerà dopo l’avventura olimpica di Barcellona
#8 SCOTTIE PIPPEN, CHICAGO BULLS | Scottie Pippen è un campione NBA in carica quell’estate, avendo vinto il titolo tanto nel 1992 che l’annata precedente, nel 1991, con i suoi Chicago Bulls. Del 1992 è anche la prima inclusione (di otto consecutive) nel primo quintetto difensivo della lega e la seconda chiamata all’All-Star Game dopo quella del 1990
#9 MICHAEL JORDAN, CHICAGO BULLS | Come Pippen anche MJ è reduce dal titolo in back-to-back dei suoi Bulls ma il 23 in più ci aggiunge il terzo titolo di MVP della lega conquistato al termine della regular season e anche la sesta corona consecutiva di capocannoniere NBA. Perenne All-Star, nel 1992 ottiene anche la quinta inclusione in fila nel primo quintetto difensivo (nel 1988 era stato votato come miglior difensore NBA, così come nel 1985 Rookie dell’Anno). Doveva ancora vincere 4 dei suoi 6 titoli, ma era già Michael Jordan
#10 CLYDE DREXLER, PORTLAND TRAIL BLAZERS | Reduce dalla finale NBA persa dai suoi Blazers contro i Bulls di Jordan, Drexler era la cosa più vicina al 23 di Chicago che la lega conoscesse. Per la prima volta quella primavera era stato inserito nel primo quintetto NBA, mentre erano già state 6 — sulle 10 di carriera — le sue apparizioni all’All-Star Game
#11 KARL MALONE, UTAH JAZZ | Nel 1992 “The Mailman” viene inserito per il 4° anno in fila nel primo quintetto NBA ed è alla 5^ convocazione all’All-Star Game (nel 1989 era stato premiato MVP della gara). Nel suo futuro ci sarebbero stati i due premi di MVP NBA e il secondo posto tra i marcatori all-time della lega, ma il presente è già abbastanza per fargli meritare un posto nel roster di Barcellona
#12 JOHN STOCKTON, UTAH JAZZ | Il partner di Karl Malone ai Jazz, la mente (e che mente) che aziona il braccio (e che braccio…). Quando sbarca a Barcellona è già da cinque anni il miglior passatore NBA (lo sarà per altri quattro) e ha appena chiuso la stagione al primo posto per recuperi (lo aveva fatto anche nel 1989). Già quattro volte All-Star, lo sarà altre sei volte prima di ritirarsi, come n°1 all-time per assist e recuperi
#13 CHRIS MULLIN, GOLDEN STATE WARRIORS | Il tiratore mancino nativo di Brooklyn chiude la stagione NBA 1991-92 con l’inclusione (l’unica della sua carriera) nel primo quintetto NBA. È già un All-Star da quattro anni (lo sarà anche una quinta volta nel 1993) e il suo tiro da fuori viene considerata la miglior polizza contro le possibili difese a zona delle nazionali europee
#14 CHARLES BARKLEY, PHOENIX SUNS | Barkley entra nella lega nel 1984 e nel 1987 ne è già il miglior rimbalzista. Per quattro volta è stato inserito nel primo quintetto NBA, dal 1988 al 1991, anno in cui viene anche premiato come MVP dell’All-Star Game, a cui partecipa per il quinto anno consecutivo. È ovviamente un All-Star anche nel 1992 mentre sarà premiato come MVP della lega solo al termine della stagione successiva all’avventura olimpica
#15 MAGIC JOHNSON, LOS ANGELES LAKERS | Il n°32 dei Lakers è in realtà a tutti gli effetti un giocatore ritirato, quando scende in campo con la maglia della nazionale USA a Barcellona. Ha dato l’addio alla NBA nel novembre del 1991, annunciando la sua sieropositività, per poi tornare eccezionalmente in campo durante l’All-Star Game di Orlando nel febbraio 1992, di cui è eletto MVP dopo una prestazione straordinaria. Ma d’altronde straordinaria è stata tutta la carriera di Magic: 5 titoli NBA, 3 volte MVP NBA e 3 volte MVP delle finali, per nove volte ha fatto parte del primo quintetto NBA, in quattro occasioni ha guidato la lega per assist di media e in due per recuperi