Dopo la vittoria contro il Frosinone, Callejon è andato a lanciare la propria maglia verso il settore occupato dai sostenitori del Napoli. I tifosi azzurri hanno però rifiutato la divisa del capitano, rilanciandola in campo e intonando cori contro la società. Ancelotti: "Non li capisco, siamo un club che programma bene e in modo oculato"
Il Napoli torna a vincere in campionato, ma i tifosi contestato comunque la società. Dopo la sconfitta contro l’Atalanta, gli azzurri passano a Frosinone con le reti di Mertens e Younes. Il belga raggiunge quota 81 gol in Serie A con la maglia del Napoli, proprio come Maradona. Ma questo non ha evitato i cori di protesta dei supporter azzurri presenti allo stadio Benito Stirpe.
La contestazione a fine partita
La contestazione dei tifosi azzurri, iniziata la notte scorsa con qualche striscione diffuso per le strade di Napoli, è proseguita anche nei minuti finali del match contro il Frosinone. I supporter hanno intonato cori contro la società, ma non contro Ancelotti e i singoli calciatori: "Meritiamo di più", hanno urlato a gran voce. La contestazione è continuata anche dopo il fischio finale della partita. Callejon, che a Frosinone ha indossato la fascia da capitano per via dell'assenza di Insigne, è andato a salutare i propri tifosi con la volontà di regalare loro la maglia. Lo spagnolo ha lanciato la divisa, ma i tifosi hanno subito restituito la numero 7. Callejon non ha potuto fare altro che raccogliere la maglia e tornare negli spogliatoi. Alla scena ha assistito anche Mertens, che ha chiesto spiegazioni ai tifosi. Dopo un confronto tra le parti, l'attaccante belga ha applaudito i tifosi azzurri prima di lasciare il campo.
"Non capisco il malcontento"
Ancelotti non comprende il punto di vista dei tifosi del Napoli, e replica così alla contestazione verso la società: "Sinceramente non li capisco. Il Napoli è un club che programma bene e in modo oculato. Deve essere chiaro a tutti che qui il giocatore che guadagna 10 milioni di euro non può arrivare, per cui si deve investire su calciatori più giovani come Meret, Verdi e Fabian che non hanno stipendi esagerati e dannosi per il bilancio. Si può vincere lo stesso, magari serve più tempo ma con la programmazione giusta si può far meglio anno per anno. Faremo acquisti mirati e andremo avanti".
"Ora chiudiamo bene il campionato"
Il Napoli ha provato a rispondere alle critiche con una vittoria: "Abbiamo giocato una buona partita - prosegue Ancelotti -. Con il Frosinone era importante vincere per lasciarsi da parte il momento negativo. Adesso proviamo a chiudere bene il campionato. Il nostro obiettivo è arrivare a 80 punti, non dobbiamo abbassare la guardia. Dobbiamo concretizzare meglio, ma è anche vero che siamo la squadra più sfortunata della storia del calcio", scherza Ancelotti, facendo riferimento ai tanti pali colpiti in questa stagione.
"Mertens resta a Napoli"
Con il gol segnato contro il Frosinone, Mertens ha raggiunto un mito come Maradona a quota 81 gol in Serie A con la maglia del Napoli: "Anche quando gioca male, lo vedo bene – ha spiegato con il sorriso Carlo Ancelotti nel post gara –. Il suo atteggiamento mi piace, anche quando si arrabbia, perché magari non gioca. In campo dà tutto, lavora molto per i compagni. Merita di aver raggiungo Diego e gli faccio tanti complimenti". Ma il futuro di Mertens è ancora a Napoli? "Certo, senza dubbio – taglia corto l’allenatore –. E' un elemento importante per le dinamiche dello spogliatoio, perché con il suo atteggiamento aiuta la squadra anche quando sta fuori. Quest’anno ha fatto bene, ha saputo gestire al meglio le situazioni". Ad andare in gol, oltre al belga, anche Younes: "E’ formidabile nell’uno contro uno, secondo me la prossima stagione sarà quella della consacrazione. Ha avuto delle difficoltà perché veniva da un infortunio ed è normale non essere riusciti a trovare continuità".