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Juventus campione, la dirigenza guarda al futuro: le tre mosse per migliorare

calciomercato

Luca Marchetti

Conquistato il nono scudetto consecutivo la Juventus pensa già al futuro. Non è una missione semplice quella della dirigenza bianconera dopo un ciclo così importante di successi. La crescita del valore della rosa, del brand e del fatturato come base per migliorare la squadra e continuare a inseguire l'obiettivo Champions

JUVE, LO SPECIALE SCUDETTO

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Migliorare la Juve. Una missione che Paratici e Agnelli hanno da un decennio, ovvero da quando sono arrivati nella cabina di comando bianconera. Dopo 9 scudetti la missione sembra impossibile, perché finora la Juventus si è sempre migliorata ma ogni anno alzare l’asticella del valore tecnico della squadra diventa sempre più difficile. Questa Juve cresce se crescono anche le altre aree della propria struttura. E anche il trading da mercato contribuisce a far diventare più forte la Juventus. La squadra compra se riesce a vendere. Vende se i giocatori sono vincenti. E’ un circolo virtuoso, certamente, ma estremamente complicato da portare avanti. Perché vive di difficilissimi equilibri, di intuizioni, di sfumature. Di conti e di cassa. Ecco perché la svolta Sarri doveva rappresentare un booster importante per l’universo bianconero. Allegri è un maestro: ha dimostrato di vincere sfruttando nel miglior modo possibile le caratteristiche dei giocatori a disposizione. Con Sarri si sperava di poter fare il salto in più: non solo sfruttare le caratteristiche ma addirittura moltiplicarle, esaltare in un contesto collettivo. E questo (ancora) non è successo. Quindi le valutazioni dei giocatori sono rimaste più o meno le stesse. E quindi non è così vantaggioso vendere.

Allo stesso tempo non è semplice. Intanto perché è difficile avere dei giocatori migliori di quelli che ci sono ora alla Juventus. Ci sono, ma sono pochi. Ed è difficile che si spostino. O se si spostano costano forse anche troppo. Poi perché da una società così strutturata, che vince 9 scudetti di fila e vince ogni anno ad essere protagonista nella Champions non è che te ne vai volentieri. E quindi ogni cessione rischia di essere un braccio di ferro, a meno che non ci sia il campionissimo per il quale farebbero follie. Terzo perché ora, con il Covid, o si fanno scambi o i campionissimi per cui vale la pena spendere solo cash sono ancora meno del previsto. Ecco i tre motivi per cui sarà ancora più difficile migliorare questa squadra. Ecco i tre motivi per cui si guarda al futuro (vedi Kulusevski, già preso, e Tonali, trattato, oppure il Castrovilli o lo Zaniolo di turno): investimenti “sicuri”. Con concorrenza da vincere, certo, ma su giovani considerati di sicuro valore.

Se dovessimo individuare ora un’area dove la Juventus interverrà per migliorare la rosa a disposizione di Sarri e renderla ancora un po’ più sua diremmo centrocampo. Non a caso il sovracitato Kulusevski è stato uno dei primi acquisti bianconeri. C’è bisogno di giocatori con caratteristiche diverse da quelli già esistenti. Gente che abbia nelle corde la capacità di aggredire lo spazio (visto che Ramsey è stato spesso infortunato). E poi naturalmente l’attacco soprattutto se dovesse partire Higuain, che in questa fase conclusiva della stagione non è stato certamente al top della sua forma psicofisica. Milik? E’ certamente un’opportunità. Lui pensa alla Juventus, ma al momento l’unica strada che vorrebbe percorrere la società bianconera è quella dello scambio. Bernardeschi è un nome: ma lui che ne pensa? Insomma non aspettiamoci stravolgimenti: aspettiamoci però aggiustamenti. Anche in previsione prossime stagioni.

Come detto la Juventus cresce se cresce il fatturato aiutato anche dal mercato. La Juventus è l’11esima squadra europea (secondo KPMG) come valore d’impresa. Il suo fatturato nella stagione scorsa (non questa appena conclusa) è di 463 milioni di euro e nel corso degli anni la parte relativa al “commercial” è aumentata fino al 40% (grazie anche all’effetto CR7, ma sarebbe riduttivo) e tutto questo ha permesso ai bianconeri di aumentare il monte ingaggi a disposizione. Circa 327 milioni di euro, partendo dai 259 nella stagione 17/18, ma rimanendo sempre nei parametri fissati dalla Uefa ovvero il 70% del fatturato. E’ normale che quindi siano aumentate le spese e che ci si aspetti sempre di più. Questa è una squadra, che secondo KPMG, vale sul mercato 746 milioni di euro (pagati realmente sfruttando quindi i parametri zero o le intuizioni di mercato, circa 421 milioni) e che anche nel mercato vive di un sostanziale pareggio. Il successivo passo la Juventus dovrà farlo guardando ancora più un alto. Non solo al futuro come detto ma a chi sta facendo meglio di lei, in Europa. A chi come azienda è riuscita a sfruttare ancora meglio il proprio brand e il proprio lavoro. Non è semplice, anzi. Visto che tutte le squadre più “ricche” della Juventus non hanno la stessa gestione bianconera. Al di là del Paese di appartenenza (in UK i proventi dalla vendita dei diritti tv è diversa, soprattutto per quanto riguarda la cessione all’estero) hanno proprio composizioni proprietarie diverse. Barcellona, Real Madrid con azionariato popolare, la grandi proprietà straniere in Premier o del PSG. La gestione del Bayern di Monaco. La Juventus è un unicum. Una famiglia che da più di 100 anni gestisce la squadra e che si tiene al passo con i tempi e con la concorrenza globale.

Ora quello che potrebbe avere più a cuore la Juventus è il tempo. Avere la possibilità come è successo al Liverpool, giusto per dirne una, di poter far inserire Klopp nel miglior modo possibile. E poi vincere tutto. Mettersi nelle condizioni di cesellare. Ma per tutto quello spiegato finora questo non è sempre possibile. Non alla Juve, non ora. Per il fragile equilibrio in cui si vive, per le aspettative sempre altissime. Per l’ambizione. Ecco perché interpretare il mercato della Juventus non è semplice. Del Liverpool potremmo dirvi che non avendo bisogno di molto difficilmente farà qualcosa. Della Juve il contrario: pur non avendo bisogno di molto, muoverà certamente le sue pedine. Per rubare, proprio al Liverpool, il suo sogno.