La squadra di Pirlo dovrà fare i conti con diverse assenze, mentre quella di Conte nelle ultime partite sembra aver perso un po' di certezze. Il match sarà visibile domenica sera dalle 20:45 su Sky Sport Uno e Sky Sport Serie A (canale 202 del satellite, 473 del digitale terrestre) e sul canale numero 251 del satellite
Non vale il primo posto e non sarà decisiva - anche se comunque può cambiare gli equilibri ai vertici della classifica - ma la sfida tra Inter e Juventus, di per sé già ricca di fascino, resta quella tra le principali favorite allo scudetto. Tra le due squadre che più di tutte hanno investito e sono attrezzate per vincere il campionato, anche se Antonio Conte continua a tenere il profilo basso, a considerarsi un outsider, provando forse a togliere pressioni all’Inter e ad aumentare quelle sulla Juventus.
Entrambe le squadre hanno passato il turno in Coppa Italia ai supplementari, ma stando agli ultimi risultati in campionato, i bianconeri sembrano più in forma. All’importante vittoria contro il Milan ha fatto seguito quella contro il Sassuolo, sofferta e conquistata negli ultimi minuti con i neroverdi rimasti in dieci per l’espulsione di Obiang. L’Inter invece, dopo otto vittorie consecutive, nelle ultime due giornate ha perso contro la Sampdoria e pareggiato contro la Roma, una partita dominata a tratti e scivolata via quando, dopo aver rimontato il gol di svantaggio segnato da Pellegrini, i nerazzurri si sono abbassati per difendere la vittoria e invece hanno subito il 2-2 da Mancini sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
Oltre alla gestione delvantaggio, ci sono altri aspetti della partita contro la Roma che, per il particolare modo in cui gioca la Juventus, potrebbero rivelarsi problematici per la squadra di Conte. Ad esempio le difficoltà avute a difendere il centro durante il primo pressing, a impedire le verticalizzazioni della Roma dalla linea difensiva ai trequartisti che si muovevano dietro Barella, Vidal e Brozovic. Concedere quel tipo di passaggi alla Juventus, che alza anche più giocatori oltre il centrocampo avversario rispetto alla Roma, e ha più qualità per controllare il possesso - è la squadra che tiene di più la palla in Serie A - e aprire spazi all’interno dello schieramento avversario, significherebbe perdere il controllo della partita.
Anche se non riuscisse ad attaccare velocemente la porta, a trovare subito gli spazi dietro la difesa nerazzurra, la Juve resta la squadra più pericolosa del campionato quando attacca posizionalmente, per il livello dei giocatori coinvolti negli ultimi metri e la qualità delle combinazioni che possono creare. È vero che manca Dybala, che più di tutti alza il livello della circolazione quando riceve tra le linee, e che forse, almeno dall’inizio, non ci sarà nemmeno McKennie, vero e proprio grimaldello tattico per quanto si muove senza la palla e per come riempie gli spazi liberati dai compagni. Con Kulusevski e Morata, i due che si giocano il posto in attacco di fianco a Cristiano Ronaldo, la Juve guadagna in verticalità e in capacità di cambiare velocemente il fronte d’attacco dopo il recupero della palla, ma resta sempre molto pericolosa - Kulusevski in particolare sembra in forma strepitosa - se riuscisse ad aggirare con continuità il primo pressing dell’Inter, ad abbassare le sue linee e a giocare lunghe fasi di possesso nella metà campo offensiva.
La Roma aveva messo in crisi il sistema di pressioni dell’Inter impostando con la difesa a tre e abbassando Veretout, una mossa che creava delle incertezze a Brozovic e Barella, i due centrocampisti chiamati a uscire dalla linea per pressare Veretout, e permetteva ai giallorossi di avere la superiorità numerica in mezzo al campo. A ogni scelta di Brozovic e Barella, che si alzassero in pressione o che invece preferissero coprire la loro zona, la Roma aveva comunque un uomo libero per far circolare la palla.
Barella è in mezzo a Veretout e Ibañez, Brozovic si è alzato ma non può ostacolare il passaggio verso Mkhitaryan, Vidal più indietro è rimasto solo contro Dzeko e Pellegrini.
Anche lo schieramento a inizio azione della Juve prevede una linea difensiva a tre e un centrocampista, di solito Bentancur, in appoggio qualche metro più avanti. Di norma Bentancur resta avanzato e non si abbassa tra i difensori per creare dilemmi alle linee di pressing avversarie - semmai a creare scompiglio è il movimento contrario di Bonucci, ad alzarsi dal centro della difesa - ma la sua posizione può comunque essere scomoda per l’Inter. Immaginando la coppia di attaccanti (Lukaku e Lautaro Martínez) impegnata a sporcare le linee di passaggio ai tre difensori juventini, restando comunque in inferiorità numerica, su Bentancur dovrebbe alzarsi un centrocampista.
Contro la Fiorentina, nella gara di Coppa Italia vinta ai supplementari, Conte ha schierato per la prima volta Eriksen da vertice basso del centrocampo. Il danese non è sembrato molto a suo agio, ha avuto delle difficoltà a smarcarsi e a farsi dare la palla, e ha anche sbagliato un passaggio in orizzontale che ha regalato una ripartenza pericolosa ai viola. Sono però soprattutto i suoi limiti difensivi a rendere improbabile la sua presenza da vertice basso contro la Juventus, una partita in cui i nerazzurri controlleranno meno la palla rispetto a quanto hanno fatto invece contro la Fiorentina. La precisione dei meccanismi del primo pressing, in cui spesso viene coinvolto Brozovic, che si alza a pressare il mediano avversario, è essenziale per l’Inter. Innanzitutto per togliere fiducia alla squadra di Pirlo impedendole di tenere a lungo la palla, e poi ovviamente per cercare qualche recupero avanzato che può originare delle ripartenze con la Juve sbilanciata.
Il particolare modo di difendere dei bianconeri, quelle rotazioni che li portano a schierarsi con il 4-4-2 quando non hanno la palla, offre però delle opportunità alla squadra di Conte. L’Inter cura molto la costruzione da dietro e il pressing della Juventus potrebbe avere dei problemi a ostacolare le tipiche giocate dirette verso le punte, che con le loro ricezioni definiscono la manovra nerazzurra nella metà campo avversaria. Il Sassuolo, un’altra squadra particolarmente attenta a costruire l’azione dal basso con pazienza, anche in inferiorità numerica è riuscito nel secondo tempo della partita contro la Juve a tenere a lungo la palla, ad aggirare il pressing e a spingere in basso le linee bianconere.
Nell’azione che ha portato al gol del momentaneo pareggio di Defrel, per due volte Traoré riceve libero dietro la linea dei centrocampisti juventini, servito in entrambe le occasioni da una verticalizzazione di Locatelli. La prima è a centrocampo, Traoré è libero tra i due centrocampisti centrali della Juventus, Rabiot e Arthur, e si gira allargando il gioco sulla destra, permettendo al Sassuolo di manovrare nella metà campo bianconera. La seconda, quella decisiva, è sulla trequarti centrale. Locatelli avanza aspettando il momento giusto per servire il compagno, che si è smarcato nello spazio tra Arthur e Ramsey, dopo che quest’ultimo era rimasto fuori posizione per aver seguito Toljan qualche secondo prima. Locatelli non viene pressato e Traoré è libero di girarsi e di servire Defrel, che controlla in area tra Bonucci e Demiral e segna con il destro incrociando il tiro.
Il Sassuolo è risalito fino alla trequarti e ha abbassato le linee della Juventus. Manca la pressione su Locatelli e la linea dei centrocampisti è disordinata sulla sinistra, e permette a Traoré di ricevere libero.
Nella partita contro la Roma, dopo aver avuto qualche problema all’inizio per il particolare sistema di pressing giallorosso, l’Inter ha ribaltato la situazione abbassando Brozovic e costruendo con una linea a quattro, che permetteva di avere ampi spazi di manovra sulle fasce, e in particolare a sinistra, grazie alla posizione più larga di Bastoni. Contro la Juve questo meccanismo potrebbe essere comunque meno necessario. Lo schieramento dei bianconeri prevede due punte, di cui almeno una - Cristiano Ronaldo - poco portata a pressare il difensore nella sua zona, e quindi già in partenza la difesa a tre dell’Inter dovrebbe riuscire a far circolare il pallone con una certa tranquillità. Oltretutto la squadra di Pirlo fa un po’ di fatica a scivolare lateralmente con le prime linee quando pressa in zone avanzate, e potrebbe quindi concedere ai due centrali di fascia - in teoria Skriniar e Bastoni - di iniziare comodamente l’azione. Per la Juve può diventare problematica la difesa dell'ampiezza, specie quando si abbassa e difende con le linee strette, lasciando spazio ai lati dello schieramento sulle due fasce. L’Inter potrebbe quindi creare dei pericoli girando velocemente la palla da una fascia all’altra, in particolare da sinistra a destra, iniziando cioè l’azione con Bastoni e concludendola con Hakimi, come ha fatto nella sfida contro la Roma.
Parlando dopo la vittoria in Coppa Italia sulla Fiorentina, Conte si è un po’ nascosto dicendo che la partita contro la Juventus misurerà le ambizioni della sua squadra, anche se l’Inter arriva a questa sfida davanti ai bianconeri in classifica e dopo una prima parte di campionato in cui è stata la squadra più vicina al primo posto occupato dal Milan. Magari non sarà decisivo, ma senza dubbio lo scontro tra Inter e Juventus mette di fronte due squadre che hanno come obiettivo lo scudetto, e che cercano da questa partita lo slancio per continuare a inseguire il Milan e non allontanarsi dal primo posto.