Dopo lo stop imposto dalle Asl a 4 partite della 20^ giornata e dopo il Consiglio straordinario di ieri sera, la Lega Calcio ha varato alcune semplici regole. Disposizioni che non sono una novità assoluta nella gestione del Covid con le squadre e hanno un minimo comun denominatore: le partite si devono giocare
La Lega Serie A non ha intenzione di arretrare rispetto alle proprie convinzioni: si gioca. E il campionato si deve svolgere in maniera continuativa. Senza fermarsi. E facendo capire (nuovamente) alle Asl che il protocollo calcistico funziona.
Per cui - dopo il Consiglio straordinario di ieri sera - la Lega ha varato alcune semplici regole, che non sono una novità assoluta nella gestione del Covid con le squadre. E hanno un minimo comun denominatore: le partite si devono giocare. A patto che i club con giocatori positivi o in quarantena abbiano almeno 13 giocatori professionisti negativi al Covid (e quindi valgono anche i giocatori infortunati ndr), di cui almeno un portiere, e maggiorenni. In tutti gli altri casi chi non gioca subirà lo 0-3 a tavolino con un punto di penalizzazione.
Ma la Lega ha richiamato dunque l’attenzione sul protocollo. Anzi sul rispetto del protocollo e del Decreto Legge appena emanato dal Governo, a fine anno. Nella fattispecie si chiede di prestare grande attenzione alle normative che riguardano:
• L’ organizzazione viaggi e trasferte (carrozze esclusive, voli charter, disposizioni a scacchiera e supergreen pass)
• Hotel: utilizzo aree esclusive e supergreen pass.
• Gestione del gruppo squadra.
• Norme di prevenzione di senso comune (Mascherine, igienizzazione, eccetera).
In più, dal Consiglio di mercoledì è arrivata un’altra indicazione importante. La Lega ricorrerà al Tar contro i provvedimenti delle Asl che non tengono conto delle nuove disposizioni sulle quarantene (ovvero per i 5 giorni di autosorveglianza per chi ha la terza dose).