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Conte a Sky Sport: "Scudetto all'Inter. Tottenham? Situazione diversa ma non mi spaventa"

esclusiva

Valentina Mariani

Antonio Conte in esclusiva a Sky Sport fra passato e presente: “Difficile fare paragoni fra Inter e Tottenham. Qui la visione del club è investire su giovani da far crescere tipo Bentancur e Kulusevski. Una situazione diversa per me, ma non mi spaventa. Solo che ci vuole pazienza, cosa che continuo a spiegare a tutto l’ambiente e ai tifosi”.

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E' felice al Tottenham?

“Sicuramente sono felice per il modo in cui stiamo lavorando, sono felice delle infrastrutture che ho trovato. Stiamo cercando di lavorare in maniera importante per migliorare sotto tanti punti di vista: calcistico, caratteriale, tecnico e tattico. Penso che la nostra crescita passi da quella di ogni singolo giocatore. Stiamo facendo tanto e mi sto rendendo conto, stando dentro la situazione, che ci vorrà tempo e pazienza. Ci sono tanti calciatori giovani, anche alla prima esperienza in Premier, che hanno bisogno di fare esperienza e far crescere il loro livello”. 

Lei è un maestro in questo: come si trasmette carattere a una squadra?

“La prima cosa da trasmettere alle squadre credo siano le conoscenze calcistiche. Se tu hai conoscenze calcistiche, queste ti rendono forte. Ti danno forza e personalità. A livello caratteriale questa è una squadra su cui stiamo lavorando; lavoro quotidiano, psicologico, per provare a far crescere individualmente ogni giocatore. Il livello dei calciatori deve aumentare, qui secondo me c’è da lavorare tanto ma sappiamo che ci sono ampi spazi per migliorare”. 

Tra la sua prima Inter e questo Tottenham, c’è qualcosa di simile?

“E’ sempre difficile fare paragoni. Quando arrivi in una squadra che non vince da tanto tempo è inevitabile che la fiducia manchi. ‘The confidence’. Tante volte al primo ostacolo ti butti giù e la negatività aumenta. Certe volte prendi dei gol che fatichi ad accettare. Ecco, a noi sta succedendo questo nell’ultimo periodo. Ma fa parte di un processo di una squadra che deve ancora crescere tanto per provare a essere competitiva. In questo momento siamo una delle tante squadre che stanno nel mezzo. Abbiamo bisogno di lavorare tanto, ma a me non spaventa assolutamente. Una situazione rispetto al passato per me molto differente per prospettive, ambizioni e capacità di lottare subito per vincere” 

Se ne è reso conto adesso o all’inizio?

“Quando sei al di fuori non puoi mai fare delle valutazioni esatte. Poi subentrare ad anno in corso non è mai semplice. L’ho fatto solo una volta (al Bari nel 2007, ndr) e mi ero ripromesso di non farlo più. Poi c’è la voglia, il desiderio di mettersi sempre in discussione anche in situazioni molto difficili come poteva essere questa del Tottenham, perché sono tanti anni che il Tottenham è nel mezzo della classifica.  Però questo non mi ha spaventato; ho intravisto delle situazioni che potevano essere sviluppate. Poi quando entri dentro la situazione capisci meglio tutte le difficoltà. A gennaio ad esempio sono andati via quattro giocatori importanti per il Tottenham e ne sono arrivati due. Quindi, anche numericamente, invece di rinforzarti potresti esserti sulla carta indebolito. Poi sono state fatte delle precise scelte, per tanti motivi. Però. Sicuramente. non mi sarei mai aspettato che a gennaio 4 giocatori che comunque consideravo importanti cambiassero casacca. Questo dimostra la difficoltà. Il Tottenham fra estate e gennaio ha cambiato 8 giocatori”. 

Nel mercato di gennaio ci sono state delle occasioni che il Tottenham avrebbe potuto cogliere e non ha colto?

“No, io penso che il Tottenham abbia fatto quello che poteva in quel momento. Il club, per quello che c’era, ha fatto il massimo. E’ molto difficile riuscire a far firmare a gennaio due giocatori come Bentancur e Kulusevski che, ripeto, sono il prospetto ideale per il Tottenham. Perché il Tottenham cerca giocatori giovani, da far crescere, da far sviluppare, non giocatori pronti”.

E si riesce a crescere con giocatori così e non con giocatori pronti? Lei all’Inter per colmare il gap di cui parlava chiedeva giocatori pronti?

“La visione, la filosofia del club è questa. E’ inevitabile che se vuoi crescere più rapidamente e se vuoi essere competitivo subito hai bisogno di giocatori con molta esperienza che poi la trasmettono agli altri nel team. Ma, ripeto, la visione del club è questa e continuerà a essere questa. Ci vorrà molta pazienza, cosa che continuo a spiegare a tutto l’ambiente e ai tifosi”.

Si è anche stancato un po' di ripeterlo? Le chiedono sempre le stesse cose…

“Sì, perché alla fine si è rimasti un po' ancorati al passato. C’è stato un periodo, quando io allenavo il Chelsea, in cui il Tottenham era davvero forte. Un misto di esperienza, giocatori giovani che avevano avuto tempo di sviluppare e diventare una squadra forte. Di quelli ne sono andati via tanti, perché avevano raggiunto il limite di età o per altri motivi. E in quel momento devi essere bravo a lavorare per prepararti un futuro. Guardare al passato adesso non conta. Bisogna essere più realisti e chiari, sapendo che io metterò tutto me stesso per provare a migliorare la situazione. Il miglioramento passerà dal miglioramento dei singoli giocatori. Ho un gruppo di ragazzi per bene che hanno voglia di imparare e di seguire. Andiamo avanti sapendo che ci vorrà del tempo, pazienza e tante volte bisognerà andare a letto nervosi o non dormire…” 

Prossima contro il City di Guardiola, che dice che il City non è perfetto. Secondo lei che squadra è? Si avvicina all’essere una squadra perfetta? E’ mai esistita una squadra perfetta nel calcio?

“No, la squadra perfetta non esiste. Poi noi allenatori cerchiamo il pelo nell’uovo… Cerchiamo sempre qualcosa da migliorare… Sicuramente stiamo parlando di una bellissima squadra e di un allenatore che - non si offenderà nessuno – ritengo il più bravo al mondo. Lo ha dimostrato, le sue squadre hanno un’idea e lui ha la forza di imporre le sue scelte. Sta facendo qualcosa di straordinario al City, la favorita per vincere la Premier League e una delle favorite per vincere la Champions League. Non è una macchina perfetta, gli manca una virgola per essere perfetta. Perché non c’è niente di perfetto”. 

Grazie infinite… Ah, ultima cosa. Lo scudetto lo vince l’Inter?

“Sì, Sì lo vince l’Inter”.