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Red Bull RB16, l'analisi tecnica della monoposto per il Mondiale 2020

Formula 1

Cristiano Sponton

Il progetto di Newey e del suo staff ha preso forma ed è stato svelato. La monoposto Red Bull per il Mondiale 2020 mantiene il concetto aerodinamico della stagione precedente e presenta soluzioni estreme viste su Ferrari e Mercedes

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La nuova creatura uscita dalle idee di Adrian Newey e del suo staff sorprende per alcune scelte piuttosto estreme abbinate a soluzioni già viste su Ferrari e Mercedes. Il concetto aerodinamico sembra essere rimasto invariato rispetto alla stagione 2019 ma il passo di questa RB16 sembra essere stato allungato visto che, la RB15, era la monoposto più corta. Anche il rake, marchio di fabbrica delle vetture di Newey, sembra esserci ma, vedendo le immagini dello shackedown fatto a Silverstone sembra essere meno esasperato rispetto agli anni precedenti.

Tra le soluzioni estreme presenti su questa nuova vettura troviamo il muso che è stato estremizzato. La protuberanza nella parte iniziale (1) è rimasta aperta per cercare di contenere il deleterio blocco aerodinamico che si crea nella parte anteriore della protuberanza e per incrementare la portata d’aria sotto al nosecone. Adrian Newey ha spinto all’estremo questa soluzione creando anche nella parte alta due vistose soffiature (2) per incrementare maggiormente il flusso d’aria diretto nella parte inferiore del muso.

In stile Ferrari sono i due profili alari che si staccano dal naso centrale (3) e si collegano ai piloni mentre, le zanne (4), sono chiaramente di ispirazione Mercedes ed hanno la funzione di incanalare nella parte inferiore della vettura un flusso d’aria molto maggiore.

L’ala anteriore (5) non segue il concetto dell'outwash lanciato dalla Ferrari ma questo particolare potrebbe cambiare durante i test e quindi è ancora troppo presto per capire quale filosofia intenderanno utilizzare gli uomini di Milton Keynes. 

Rivisto il posizionamento dello sfogo di uscita del sistema S-Duct (6) con l’aggiunta di due profili aerodinamici ai suoi lati per stabilizzare il flusso d’aria in uscita.

Sospensione anteriore con schema push rod rivista rispetto al 2019 ma non è stata presa ispirazione da Mercedes che, già da diverse stagioni, utilizza un pivot per garantire una miglior pulizia aerodinamica. 

Le parte iniziale delle pance è una evoluzione della vettura dello scorso anno mentre, le fiancate, sono state profondamente riviste con la parte più vicina al telaio (7) che presenta ora un incavo che serve per portare verso il basso il flusso d’aria che andrà a scorrere sulla parte superiore del fondo dapprima, poi sul diffusore. La zona del cockpit è molto curata nei dettagli e dimostra un lavoro molto accurato fatto in galleria del vento e al CFD per cercare di stabilizzare il flusso d’aria diretto verso il retrotreno. Per farlo sono state posizionate due piccoli appendici nella zona posteriore del sistema di protezione “Halo” (8) e nella parte bassa dell’airbox (9).

Al posteriore è stato scelto di utilizzare il supporto dell’ala con doppio pilone mentre, gli sfoghi wastegate sono rimasti sdoppiati e collocati al di sopra del tubo principale con la funzione di soffiaggio dei gas di scarico per migliorare l’efficienza dell’ala posteriore e indirettamente del diffusore.