Nuovi stadi Inter e Milan, le prime indiscrezioni
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Dopo 5 anni di lavoro insieme sull’ipotesi condivisa del nuovo stadio a San Siro al posto del Meazza, Inter e Milan stanno procedendo su strade diverse: i rossoneri a San Donato, i nerazzurri a Rozzano. Ecco a che punto sono gli iter burocratici e i progetti: entrambi i nuovi impianti dovrebbero avere una capienza di circa 70 mila spettatori
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IL PROGETTO DELL'INTER
- L'Inter ha individuato a Rozzano l'area dove far sorgere il nuovo stadio. La società è in trattativa con la famiglia Cabassi per l’acquisto del terreno, con diritto di esclusiva fino ad aprile 2024, e ha già ottenuto dal Comune l’approvazione di un Pgt (Piano di Governo del Territorio) che prevede la possibilità di costruire uno stadio sull’area
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- Un'area di oltre un miliardo di metri cubi, un terzo dei quali sottoposti a intervento. L'impianto sarebbe da 70mila posti e si profila un percorso burocratico con presentazione di un Masterplan e di una documentazione a sostegno. Secondo il sindaco di Rozzano, Giovanni Ferretti De Luca, l'iter potrebbe finire tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025
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La foto è solo un concept, lo stadio dell'Inter non sarà così
- L’obiettivo è avere il nuovo stadio pronto per la stagione 2028/29. "Il modello di riferimento è quello del Tottenham - sostiene l'ad nerazzurro, Antonello -. Tutti quelli che saranno i ricavi addizionali del nuovo impianto diventeranno il flusso necessario a ripagare il debito a fronte del progetto. Attorno allo stadio vorremmo inserire tutte quelle attività legate al club, come i nostri uffici, un centro sportivo e un parco a disposizione anche della cittadinanza, un museo, uno store. Il nodo principale che stiamo valutando è la viabilità"
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La foto è solo un concept, lo stadio dell'Inter non sarà così
- L'Inter si affida allo studio Populous, già coinvolto e vincitore nella gara privata del progetto San Siro
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IL PROGETTO DEL MILAN
- Il Milan ha riflettuto a lungo dove 'ripartire' dopo San Siro. In 9 mesi sono stati fatti studi e osservazioni su 5 aree e alla fine è stata scelta l'area di San Donato: il club rossonero sta acquisendo la società SportLifeCity, proprietaria dell’area San Francesco e soprattutto del permesso di edificarvi una cittadella dello sport, con un’arena da 18mila posti
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- Il passo del Milan sarà ora quella di raggiungere con il Comune di San Donato e tutte le istituzioni interessate un accordo di programma per cambiare l’attuale Piano di Intervento Integrato (P.I.I.), che con l’ingresso del club dovrà prevedere lo stadio da 70 mila posti. La scelta dell'area è stata agevolata dalla sua visibilità e dallo snodo infrastrutturale
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- I tempi previsti non sono inferiori ai 18 mesi, dopo i quali si potrà procedere alla fase esecutiva. A questo scopo, il 27 settembre 2023 Il Milan ha consegnato al Comune di San Donato la proposta di variante con tutta la documentazione a sostegno: l'ufficio tecnico adesso approfondirà la proposta e poi si andrà in Consiglio Comunale per il voto. Successivamente si aprirà un accordo di programma con tutti gli enti coinvolti
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- L'impianto previsto, dunque, è di circa 70 mila posti e l'obiettivo è averlo pronto per la stagione 2028/29. "Su quel terreno avremo un problema di parcheggi e collegamenti proprio perché è quasi una specie di isola, dovremo avere dei ponti di collegamento - ha spiegato Scaroni, presidente del club rossonero -. Faremo un'attività commerciale molto legata allo sport, ristoranti, un’attività di entertainment che sarà sempre viva durante l’anno, con partite e concerti, sarà una zona con ampi spazi verdi, fruibili perché ben collegate con ciò che c’è intorno"
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- Il Milan si affida allo studio Manica che ha già partecipato alla gara privata del progetto San Siro. "Una soluzione a San Siro sarebbe stata meno costosa - ha detto Scaroni -, ma non ci avrebbe dato quel senso di identità. Faremo un investimento miliardario con una parte di capitali propri, circa un terzo rispetto al totale, e due terzi presi a prestito".
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- Durante la Commissione del Consiglio comunale, il sindaco di Milano ha annunciato il ricorso contro il parere favorevole sul vincolo di San Siro. "Lo riteniamo ingiusto, non fondato - ha detto Sala -. Il ricorso è un atto di tutela perché quello è un danno economico a un nostro bene, se non lo facessi non mi sentirei di tutelare lo stadio. In più lo facciamo perché vediamo questo vincolo come una forzatura. Ora, oltre al ricorso, inviteremo le squadre di nuovo a riflettere sulla possibilità di stare a San Siro"
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- La "soluzione strutturale costituita da 132 portali che costituisce l'ossatura che sostiene le gradinate, le scale, le rampe di accesso, i ripiani e le passerelle di servizio", oltre al fatto che con "la costruzione del secondo anello, per San Siro, finalmente, si completa l'immagine di vero e proprio stadio, che non aveva mai posseduto dalle origini". Per questo la Soprintendenza ritiene validi per il secondo anello i requisiti di interesse culturale. Il vincolo renderebbe impossibile demolire ristrutturare significativamente l'impianto
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- È difficile pensare a un Meazza senza calcio e per di più vincolato dalla Soprintendenza, con costi esorbitanti per le casse comunali per la manutenzione ordinaria di uno stadio di fatto vuoto. Per questo, da un lato il Comune ricorre contro il vincolo, dall’altro lavora per convincere almeno una delle due squadre a restare a San Siro. Il sindaco è arrivato a promettere un impegno diretto del comune, anche per quanto riguarda i costi, nel caso una decidesse di restare al Meazza e ristrutturarlo. Al tempo stesso Sala si è reso disponibile a cedere San Siro.
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- "Non c’è stata alcuna rinuncia del club a procedimento aperto, negli ultimi 4 anni ci siamo messi a disposizione per soddisfare le richieste che arrivavano dall’amministrazione pubblica - ha spiegato l'ad dell'Inter Antonello -. Oggi la variante determinante è il tempo e il tempo è passato. Non servono idee ma atti formali per dare garanzie al club. L’ipotesi ristrutturazione non è mai stata nei nostri piani"
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- Dello stesso avviso anche il presidente del Milan Scaroni: "La Soprintendenza ha messo una zeppa importante ai nostri sogni - ha detto -. Le cose si sono trascinate per anni: se nel 2018 fossimo riusciti a convincere l’amministrazione comunale che c’era bisogno di un nuovo stadio e il sindaco avesse sposato quell’idea, probabilmente adesso sarebbe già in costruzione. A volte gli ostacoli si trasformano in opportunità, spero che San Donato diventi altrettanto iconico quanto San Siro"