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Juan Jesus: "Razzisti hanno cervello piccolo, servono leggi più dure"

il messaggio

Il Napoli ha pubblicato un video registrato lo scorso 15 marzo (due giorni prima della partita con l'Inter) con protagonista proprio Juan Jesus. I suoi consigli a un giovane attaccante dell'under 15 del club, vittima a sua volta di razzismo: "I razzisti hanno il cervello piccolo, dobbiamo essere forti di testa e denunciare sempre. Servono leggi più dure"

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"Chi fa razzismo ha un cervello piccolo, bisogna essere forti, le leggi non vengono rispettate". A dirlo è Juan Jesus, nel video pubblicato dai profili social del Napoli ma registrato - come si legge nei titoli in apertura del filmato - lo scorso 15 marzo, cioè due giorni prima della partita contro l'Inter e del caso con Acerbi. "Voices breaking silence - le voci rompono il silenzio - Napoli e Juan insieme contro ogni forma di razzismo" è il titolo del video, dove il difensore brasiliano incoraggia e consiglia un giovane attaccante dell'Under 15 del Napoli, Mohamed Seick Mane, vittima a sua volta di episodi di razzismo: "Purtroppo è una situazione che viviamo da tanto tempo - dice Juan Jesus -. C'è gente che dice che stiamo migliorando, ma le leggi non vengono rispettate. Noi siamo tutti uguali, bianchi, neri, gialli. Siamo fatti da Dio e, per come la credo io, abbiamo lo stesso compito, cioè vivere su questa terra. Non abbiamo differenze".

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"Denunciare sempre ogni atto di razzismo"

Juan Jesus prosegue: "Negli stadi il razzismo ancora c'è. Dobbiamo crescere come esseri umani, visto che ci sono persone che non hanno ancora consapevolezza quanto questi atteggiamenti possano ferire. Abbiamo cuore, anima e cervello. Spero vengano fatte a breve leggi più forti per fermare tutto questo". Poi il messaggio per Mohamed e tutti i giovani calciatori: "Chi fa razzismo ha un cervello piccolo, ma noi dobbiamo essere forti. Dentro di me so di essere perfetto per come Dio mi ha fatto e so di essere qui per il mio sogno di calciatore. Bisogna essere consapevoli di se stessi e - conclude Juan Jesus -, bisogna sempre dire di aver subito un atto di razzismo, all'allenatore o a qualche dirigente, poi loro possono fare altro".