L'ex capitano dell'Inter contesta attraverso un'azione legale le sedute di allenamento a parte con i tecnici della Primavera, l'esclusione dalle sessioni tattiche e dalla chat della squadra in cui vengono comunicati orari di ritrovo e convocazioni, nonché dalle campagne marketing del club. La causa intentata, rende noto l'avvocato molisano Giuseppe Di Carlo, rientrerebbe in caso di trasferimento. Ma il tempo stringe...
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"Icardi? È stato fatto tutto nella maniera più corretta possibile. Da otto mesi state parlando di questa persona e non ci voglio entrare": le parole di Antonio Conte alla vigilia della partita contro il Cagliari, commentando la situazione dell'attaccante argentino che ha fatto causa al club nerazzurro, sono l'unica risposta alla notizia della richiesta di risarcimento avanzata all'Inter nell'ambito della causa contro il club.
Le richieste di Icardi
"Non è una questione economica. Quello che interessa a Icardi è essere parte integrante del progetto Inter. Vi pare possibile che in due mesi di preparazione non abbia partecipato a un'amichevole?". L'avvocato di Mauro Icardi Giuseppe Di Carlo chiarisce la richiesta di risarcimento di 1,5 milioni avanzata all'Inter nell'ambito della causa contro il club nerazzurro. "La richiesta di risarcimento - aggiunge - è una conseguenza necessaria dell'atto. È una formula obbligatoria. Non fa parte di un'iniziativa personale del giocatore. L'atto sarebbe stato incompleto, monco, senza la specifica di risarcimento del danno subito non inferiore al 20% del compenso annuo". Ora, come spiega l'avvocato, bisogna attendere la risposta della società che ha cinque giorni di tempo per nominare il proprio arbitro. Probabilmente si aspetterà la fine del mercato. E in caso di trasferimento: "Ovviamente tutto rientrerebbe. Non ci sarebbero più le ragioni per procedere".
Le accuse di discriminazione
L'azione legale di Icardi, che si è affidato all'avvocato molisano Giuseppe Di Carlo, denuncia una serie di comportamenti che l'Inter avrebbe adottato nei confronti dell'ex capitano, per escluderlo dalle attività del gruppo, facendolo sentire ai margini sotto ogni aspetto, dalle sessioni di allenamento alle campagne marketing.
Il documento diffuso
Intanto sul web circola la domanda di arbitrato redatta dall'avvocato Di Carlo: "È inspiegabile. Mai vista una cosa del genere. Ho visto il documento diffuso integralmente con gravissime violazioni della privacy. Senza omissis. Circola di tutto: indirizzi, nomi, numeri di telefono. Qualcuno dovrà risponderne. Soprattutto chi lo ha pubblicato".