In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Tiago Pinto: "Non posso garantire che Zaniolo resterà alla Roma"

ROMA

Il general manager giallorosso ha parlato delle operazioni di calciomercato e degli obiettivi da raggiungere in futuro: "Ho la certezza che saremo più forti, sempre con Mourinho. Vogliamo portare la Roma a vincere dei titoli". Incertezza sul rinnovo di Zaniolo: "Nessuno, al momento, può garantire che l'anno prossimo giocherà con noi". Su altre operazioni: "Non è vero che Diawara ha bloccato l'arrivo di nuovi giocatori. E avevamo seguito Zakaria. Abraham? Il diritto di recompra che ha il Chelsea non ci preoccupa"

Condividi:

A tutto Tiago Pinto. All'indomani della chiusura del calciomercato invernale, il general manager della Roma ha parlato in conferenza stampa delle operazioni del club giallorosso, che in accordo con Mourinho ha prelevato giocatori rivelatisi subito importanti come Sergio Oliveira e Maitland-Niles e piazzato alcuni esuberi che non erano funzionali al progetto. Idee chiare e soddisfazione per il dirigente portoghese, che ha anche fatto il punto sugli obiettivi futuri e su alcune situazioni delicate, come il rinnovo di Nicolò Zaniolo. "Nelle ultime tre sessioni di mercato siamo stati in grado di mantenere i giocatori migliori - ha esordito Tiago Pinto -, non mi piace parlare di eventuali offerte che abbiamo ricevuto perché sono un tipo molto metodico e il mercato è sempre pieno di retroscena. Ma magari ci sono delle cose che potranno venire fuori più avanti. La trattativa per il rinnovo di Zaniolo come prossimo obiettivo in agenda? Io mi ricordo che una settimana dopo la fine del mercato estivo si dicevano le stesse cose. Con molta onestà credo che questo è il momento del collettivo. Nei prossimi quattro mesi dobbiamo aiutare l'allenatore e i giocatori a migliorare il rendimento della squadra e ad arrivare ai risultati che tutti vogliamo. A suo tempo parleremo di tutto, ma questo non è il momento di parlare di interessi individuali e rinnovi. Dobbiamo solo pensare a questi quattro mesi e ai nostri obiettivi da raggiungere perché secondo me possiamo fare una bella stagione. Se posso garantire che Zaniolo il prossimo anno giocherà nella Roma? Non posso né io, né nessuno".

"Non ho paura del futuro, l'anno prossimo saremo più forti"

Tiago Pinto ha proseguito sottolineando il metodo di lavoro utilizzato per raggiungere obiettivi importanti in chiave futura: "Non voglio dare nessun voto al mercato - ha aggiunto -, fate voi. Credo che in tutte le finestre di mercato il principale obiettivo è diventare più forti, in questo mercato siamo riusciti a portare a casa due ragazzi che si sono subito inseriti e a piazzare chi non giocava. Il mercato di gennaio è molto particolare ed è importante capire quali sono i giocatori che possono subito avere un buon rendimento. Abbiamo fatto un lavoro interessante con l’allenatore e lo scouting per capire quali erano le mancanze, siamo stati veloci e per fortuna chi è arrivato ha fatto migliorare subito la squadra, questo è evidente e lo ha detto pure l’allenatore. E c'è ancora tanto tempo per pensare al riscatto di Oliveira e Maitland-Niles. Una delle cose più belle di questo progetto è il modo allineato in cui lavoriamo. La proprietà è presente e accompagna il nostro lavoro, l’allenatore è uno dei migliori del mondo ed è stato preso come se fosse il nostro direttore di orchestra. In lui abbiamo riposto tanta fiducia e responsabilità, lavoriamo sempre per il meglio e non ho paura del futuro. In tutte le aree stiamo facendo il lavoro giusto per rendere la Roma più forte e nei prossimi mesi stabiliremo un ulteriore piano: ho la certezza che a settembre 2022 saremo qua, sempre con Mourinho, e la rosa sarà più forte di quella di oggi. Dobbiamo sempre fare delle scelte per migliorare la squadra, noi abbiamo degli obiettivi sportivi e vogliamo rendere la Roma una squadra vincente che lotta per dei titoli: costruiremo la squadra in questo senso".

CALCIOMERCATO

Mercato, le pagelle di Stefano De Grandis

"Diawara non ha bloccato altri acquisti. Zakaria? Lo avevamo trattato"

Il portoghese ha poi escluso che la mancata partenza di Diawara abbia impedito alla Roma di prendere un altro giocatore e si è poi soffermato sui tanti nomi circolati intorno al club giallorosso: "Se abbiamo fatto meglio il mercato in entrata o in uscita? In entrata siamo stati veloci ad identificare quello che dovevamo fare e siamo stati molto pratici a prendere ciò che ci serviva, gli obiettivi sono stati raggiunti. Nelle uscite, quando qualcuno non gioca, ci sono tre obiettivi da centrare: il primo è rendere la squadra più compatta e coesa, il secondo è cercare il progetto giusto per i ragazzi e per recuperare il loro valore, il terzo è ottenere un bilancio che possa essere positivo per noi. Forse c’era qualche giocatore che poteva fare delle scelte diverse, ma sono abbastanza soddisfatto. Diawara ha bloccato altri ingressi? No, Diawara non ha bloccato niente, quello che è successo è che il calcio a volte è come i matrimoni: se non c’è la voglia da entrambe le parti, le cose non si fanno. Non è vero che un terzo acquisto non è arrivato a causa della sua mancata partenza. Ma ci sono delle cose che non capisco e condivido con voi il mio pensiero: noi il 12 gennaio abbiamo preso Oliveira, dopodiché abbiamo detto che sostanzialmente il mercato era chiuso. Chiaro che nessuno può dire che è chiuso al 100%, perché in 15 giorni può sempre succedere qualcosa. Ma qualcuno di voi ha parlato di Danilo, Xhaka, Moutinho, Grealish, Kamara e tanti altri. Spesso qualcuno si lamenta perché io non parlo di mercato, ma per tutti questi nomi non c’è mai stata una trattativa. Sono tutte bugie. Alcuni hanno detto che sono obiettivi sfumati, ma io non ho mai parlato con nessuno per prendere questi ragazzi. Alla fine è uscito che non siamo riusciti a prenderli… Questa cosa mi dispiace, ma non posso farci niente". Diversa la questione relativa a Zakaria, seguito dalla Roma e poi trasferitosi alla Juventus: "Con lui è stato diverso. Quando cerchi di prendere un giocatore ci sono tanti fattori che influenzano una decisione. Io non voglio commentare il caso specifico del giocatore che è andato alla Juventus, ma è vero che lo seguivamo. Magari si può dire che il ds è scarso, ma almeno lo scoutng lavora bene".

ROMA

Test ok per Pellegrini, contro il Genoa ci sarà

"Abraham? Non siamo preoccupati del diritto di recompra che ha il Chelsea"

Chiusura sul rendimento di Abraham, per il quale il Chelsea ha mantenuto un diritto di recompra per il 2023: "Ma non siamo preoccupati. Sono felice perché Tammy sta giocando bene, ma come ha detto Mourinho può fare ancora meglio e diventare ancora più forte sia individualmente che a livello collettivo. Sappiamo quanto sia difficile il primo anno in Italia, ma Abraham sta facendo davvero bene". Sulla Juventus, concorrente nella corsa al quarto posto che si è rinforzata soprattutto con Vlahovic: "Io mi concentro sul mio lavoro e sulla Roma, non su quello che fanno le altre squadre. Penso al nostro mercato e alle nostre strategie, chiaramente non giochiamo da soli e siamo attenti a quello che fanno gli altri, ma non perdo troppo tempo a seguire queste cose". Infine un pensiero sulla questione legata all'utilizzo degli algoritmi per la scelta dei giocatori: "Non capisco perché si parli di questa cosa in relazione alla Roma. Nel calcio c’è un rischio molto grande, che è quello di prendere un giocatore sbagliato. Quello che cerchiamo di fare con lo scouting, con i match analyst e con l’allenatore, è ridurre al minimo i rischi. Ma non abbiamo mai preso un giocatore con un algoritmo. A gennaio scorso, quando sono arrivato, ho preso El Sharaawy e non credo ci fosse bisogno di un algoritmo. Lo stesso si può dire per Rui Patricio. Magari per Reynolds è stata una scelta sbagliata del direttore sportivo, ma non di un algoritmo. Non c’è un algoritmo che può dirti chi prendere, anche se non possiamo dimenticare che ci sono persone che operano in questo ambito che sono molto importanti. A Roma, comunque, non si può pensare che si prenda un giocatore o un allenatore per un algoritmo. Se le cose vanno male - ha concluso Tiago Pinto -, non è colpa di un algoritmo ma è colpa mia".

vedi anche

Come cambiano le 20 squadre di A dopo il mercato