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George Floyd, anche Steph Curry e Klay Thompson in strada a protestare a Oakland

george floyd

Alle tante immagini degli ultimi giorni di giocatori NBA che hanno preso parte alla manifestazioni a seguito della morte di George Floyd, si sono aggiunte anche quelle degli Splash Brothers degli Warriors - alla guida di un folto gruppo di giocatori e dello staff di Golden State che hanno scelto di unirsi alla protesta nella città californiana

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Continuano i gesti di solidarietà, vicinanza e partecipazione attiva da parte dei giocatori NBA in questi giorni difficili negli Stati Uniti. Steph Curry e Klay Thompson hanno deciso di aggiungersi alle decine di atleti che già hanno mostrato il loro supporto in strada alle migliaia di persone che chiedono giustizia e uguali diritti per le minoranze, denunciando la violenza spesso fuori controllo e ingiustificata da parte della polizia. Diversi componenti degli Warriors hanno marciato a Oakland, seguendo in parte il percorso che più volte negli ultimi anni Golden State ha tracciato per celebrare i tre titoli NBA vinti di recente con la parata in mezzo ai tifosi sempre nel mese di giugno. “Leader” della protesta è stato Juan Toscano-Anderson, rookie degli Warriors sceso in campo soltanto in 13 occasioni in questa regular season, ma scatenato alla guida della manifestazione: “Non contano il colore della pelle o i soldi che hai in tasca: siamo tutti umani, abbiamo le stesse necessità e chiediamo gli stessi diritti”, sottolinea via social prima di essere elogiato anche da Thompson: “Sei un leader naturale!”. Anche Damion Lee e Kevin Looney hanno partecipato alla marcia pacifica, mentre l’account ufficiale di Golden State ha postato un video in cui Curry e sua moglie Ayesha si uniscono ai cori della folla: “Pronuncia il suo nome: George Floyd!”, uno degli slogan più ricorrente nelle manifestazioni di strada negli USA. Un ritornello che a sentiremo ripetere spesso nel futuro prossimo anche da parte dei giocatori NBA.