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NBA, LeBron James risponde a Drew Brees: “La protesta non manca di rispetto agli USA”

george floyd
©Getty

Il quarterback dei Saints ha sottolineato come la protesta di Kaepernick sia “dispregiativa verso la bandiera per cui in tanti hanno combattuto”. Parole che hanno infastidito non poco il n°23 dei Lakers, che come altri ci ha tenuto a rispondere: “Davvero non capisci le ragioni di quel gesto? I nostri soldati non c’entrano nulla”

Il mondo dello sport e gran parte della società civile statunitense si sono uniti alle istanze portate avanti dalla protesta che ormai da 10 giorni riempie le strade delle città americane, a seguito dell’uccisione di George Floyd. Se la notizia dell’arresto di tutti e quattro i poliziotti che hanno ucciso l’afroamericano - diventato simbolo dei diritti delle minoranze - ha fatto gioire molti, non tutti pensano che la scelta di protestare “mancando di rispetto agli Stati Uniti” sia il modo migliore di agire. Drew Brees, 41enne quarterback dei New Orleans Saints, ha scatenato l’ira di molti con alcuni suoi commenti ritenuti fuori luogo. Alla domanda relativa ai giocatori che hanno deciso di inginocchiarsi durante l’inno americano in NFL in segno di protesta, Brees ha replicato: “Non condivido il metodo scelto da Colin Kaepernick per protestare, mi ha sempre dato fastidio. La nostra bandiera è sacra, sono completamente in disaccordo con quel tipo di atteggiamento. Non del fatto che voglia occuparsi di una tematica così importante, no. Non è quello. Può e deve discutere di problemi che lo toccano da vicino. Ma ci sono altri modi per farlo, sempre in modo pacifico e che soprattutto non ti portano a mancare di rispetto alla bandiera statunitense. Non sarò mai d’accordo con chi va contro i simboli della nostra nazione”. Parole a cui LeBron James ha replicato via Twitter: “Sono ancora sorpreso che a questo punto ancora ci sia qualcuno che non ha capito. Davvero non comprendi le ragioni per cui Kaepernick ha deciso di inginocchiarsi? La mancanza di rispetto verso la nostra bandiera e i nostri soldati non c’entra nulla. Nessuno vuole andare contro chi ha reso la nostra una terra libera, anche mio suocero è stato uno di loro: uomini che hanno combattuto per il bene comune. Gli chiedo sempre cosa pensi della protesta e lo ringrazio per il suo coinvolgimento. Non ha pensato che la protesta pacifica di Kaepernick fosse offensiva perché noi sappiamo cosa è giusto e cosa è sbagliato”.

Anche CJ McCollum, Tobias Harris e Stephen Jackson contro Brees

Non solo LeBron ha replicato a una dichiarazione che voleva leggere il gesto dell’ex giocatore dei 49ers in una chiave spesso usata da chi ha delegittimato il movimento “Black Lives Matters”. Anche CJ McCollum ha fatto risposto in maniera piccata via Twitter: “Abbiamo bisogno di molti più Aaron Rodgers e meno Drew Brees. L’ignoranza non è una scusa. Tu ricevi e lanci il pallone verso compagni al fianco di cui non sei disposto a schierarti”. Un riferimento al quarterback dei Green Bay Packers che poche ore prima via Instagram aveva sottolineato come la protesta nata in NFL “non sia MAI stata in alcun modo una critica all’inno nazionale o alla bandiera USA. Le ragioni di chi manifesta disagio vanno ascoltate con il cuore, per educare al meglio noi stessi e trasformare poi le parole in azioni concrete”. Polemica nella quale è intervenuto con un breve video anche Stephen Jackson - diventato suo malgrado uno dei simboli della protesta, amico fraterno di George Floyd e uno dei principali “megafoni” del movimento nato negli USA: “Brees, non hai capito il senso della protesta. C’è tanta gente a New Orleans che ti segue, devi fare uno sforzo per essere più comprensivo con le ragioni di chi manifesta”. Alle tante voci a riguardo, si aggiunge anche quella di Tobias Harris: “Alla fine dei conti tutto passa, presente e passato: questa la mentalità di Brees. Ti prego, domani non chiedere scusa”. In realtà il giocatore dei Saints, contattato da un giornalista di ESPN, non ha voluto ritrattare il commento: anche lui resta convinto delle sue ragioni, con buona pace di chi ha provato a fargli cambiare idea via social.