Il sindaco triestino Dipiazza medita già il Giro alla larga
Altri SportCRISTIANO GATTI racconta le pruriginose indiscrezioni del Giro: si può tirare un sospiro di solievo, nonostante la fiera opposizione del primo cittadino, la tappa è transitata in città. Lui ci aveva provato a centrare, con un fucile, i ciclisti. Ma...
di CRISTIANO GATTI
inviato de Il Giornale
da Trieste
Si può tirare un sospiro di sollievo. La tappa di Trieste si chiude con un grande successo di pubblico, ma soprattutto senza spargimenti di sangue. Inutile nasconderlo: i timori che il sindaco Roberto Dipiazza proseguisse a modo suo il boicottaggio al Giro erano forti. Le premesse non lasciavano presagire niente di buono: soltanto venerdì, a due giorni dall’evento, era sceso in strada per una dipiazzata clamorosa. Anche questa una bellissima storia del Giro.
Anche lui, come direbbe Minà, un eroe del nostro tempo. Colto da esasperazione viabilistica, aveva personalmente cacciato gli operai impegnati nell’asfaltatura delle strade. “Basta con questi disagi – aveva spiegato - i miei cittadini non ne possono più. Del Giro non me ne può importare di meno, vadano a farselo da qualche altra parte”. A chi, stupito, gli chiedeva perché mai facesse la guerra ad una manifestazione che in fondo il suo Comune aveva fortemente voluto, pagandola pure una cifra, aveva risposto: “Io sono sempre stato contrario. Ho votato contro la mia stessa giunta. Infatti, questa paralisi del traffico è il risultato”.
C’è chi dice, qui a Trieste, che la dipiazzata al Giro sia solo una guerra sotterranea tra Comune e Regione, peraltro entrambe amministrazioni di centrodestra. La Regione ha fortemente voluto il Giro, il sindaco fortemente non l’ha voluto. Ma alla fine ha dovuto rassegnarsi. Il Giro è arrivato, il Giro ha raccolto un successo cittadino.
A quanto risulta da fonti bene informate, il primo cittadino ha trascorso la terribile giornata personale ben lontano dal traguardo. Pare l’abbiano visto appostato alla sua finestra dell’ultimo piano, armato di un fucile ad altissima precisione, in una sinistra posizione da cecchino, con la lucida determinazione di abbattere il maggior numero possibile di corridori. A sventare in extremis la strage, soltanto il pietoso intervento della signora. Dopo lunga ed estenuante trattativa, ha convinto il consorte a posare l’arma. A rompere l’impasse, la promessa della giunta che l’anno prossimo di farà a modo suo. Con un sorriso carico di premesse, il sindaco ha dimostrato subito di avere già le idee chiare. Organizzerà una grande corsa senza corridori, senza asfaltare nulla, senza spendere nulla. Si chiamerà Giro alla larga.
inviato de Il Giornale
da Trieste
Si può tirare un sospiro di sollievo. La tappa di Trieste si chiude con un grande successo di pubblico, ma soprattutto senza spargimenti di sangue. Inutile nasconderlo: i timori che il sindaco Roberto Dipiazza proseguisse a modo suo il boicottaggio al Giro erano forti. Le premesse non lasciavano presagire niente di buono: soltanto venerdì, a due giorni dall’evento, era sceso in strada per una dipiazzata clamorosa. Anche questa una bellissima storia del Giro.
Anche lui, come direbbe Minà, un eroe del nostro tempo. Colto da esasperazione viabilistica, aveva personalmente cacciato gli operai impegnati nell’asfaltatura delle strade. “Basta con questi disagi – aveva spiegato - i miei cittadini non ne possono più. Del Giro non me ne può importare di meno, vadano a farselo da qualche altra parte”. A chi, stupito, gli chiedeva perché mai facesse la guerra ad una manifestazione che in fondo il suo Comune aveva fortemente voluto, pagandola pure una cifra, aveva risposto: “Io sono sempre stato contrario. Ho votato contro la mia stessa giunta. Infatti, questa paralisi del traffico è il risultato”.
C’è chi dice, qui a Trieste, che la dipiazzata al Giro sia solo una guerra sotterranea tra Comune e Regione, peraltro entrambe amministrazioni di centrodestra. La Regione ha fortemente voluto il Giro, il sindaco fortemente non l’ha voluto. Ma alla fine ha dovuto rassegnarsi. Il Giro è arrivato, il Giro ha raccolto un successo cittadino.
A quanto risulta da fonti bene informate, il primo cittadino ha trascorso la terribile giornata personale ben lontano dal traguardo. Pare l’abbiano visto appostato alla sua finestra dell’ultimo piano, armato di un fucile ad altissima precisione, in una sinistra posizione da cecchino, con la lucida determinazione di abbattere il maggior numero possibile di corridori. A sventare in extremis la strage, soltanto il pietoso intervento della signora. Dopo lunga ed estenuante trattativa, ha convinto il consorte a posare l’arma. A rompere l’impasse, la promessa della giunta che l’anno prossimo di farà a modo suo. Con un sorriso carico di premesse, il sindaco ha dimostrato subito di avere già le idee chiare. Organizzerà una grande corsa senza corridori, senza asfaltare nulla, senza spendere nulla. Si chiamerà Giro alla larga.