Con la scomparsa di Big George Foreman termina definitivamente un'epoca inimitabile

Nel 2011 ci ha lasciato Joe Frazier, nel 2016 abbiamo detto addio a Muhammad Ali, ora perdiamo anche George Foreman. Chi ama davvero la ‘nobile arte’ è terribilmente scosso da questo ennesimo lutto. Tutti sentiamo di aver perso con loro una parte di noi stessi, delle nostre emozioni, dei nostri sogni. Ali, Frazier, Foreman: tre leggende che hanno caratterizzato, dominato, reso irripetibili gli anni ’70 della regina delle categorie, quella dei pesi massimi. Sarà quasi impossibile rivivere in futuro un lungo momento come quello. E dietro i tre campionissimi, tanti altri pesi massimi di livello assoluto, un’abbondanza straordinaria. Il mio ricordo di Big George Foreman parte quasi dalla fine della sua carriera, quando il colosso texano torna sul tetto del mondo all’incredibile età di quasi 46 anni! Sul ring del MGM di Las Vegas Foreman mette KO alla decima ripresa il connazionale Michael Moorer, quasi 19 anni più giovane di lui, campione IBF dopo la vittoria su Holyfield. Preparando la telecronaca della sfida, ricordo di aver assaporato la sensazione che potesse davvero scapparci l’impresa storica, sensazione trasformatasi in clamorosa realtà su quella combinazione sinistro e poi destro terribile alla punta del mento che spegne le lampadine all’ormai ex detentore del titolo mondiale. Indimenticabile anche l’inquadratura televisiva dall’alto, con Moorer riverso al tappeto, occhi sbarrati, braccia e gambe aperte… La potenza è l’ultima qualità ad abbandonare un pugile, quella notte indimenticabile ne abbiamo avuto l’ennesima conferma. Quanto a potenza, Big George non è mai stato secondo a nessuno. Già da dilettante la mette in mostra in modo esplosivo, conquistando la medaglia d’oro tra i massimi all’Olimpiade di Città del Messico nel 1968. Quattro match disputati e vinti, tre dei quali prima del limite. In semifinale anche l’azzurro Giorgio Bambini perde per KO in meno di due round. E da professionista Foreman continua a spazzar via gli avversari con facilità irrisoria. Inanella 37 vittorie consecutive e 34 KO prima di affrontare nel 1973 Joe Frazier a Kingston, Giamaica, nel mondiale dei massimi. La potenza mostruosa di Foreman è ancora una volta decisiva: Frazier finisce al tappeto tre volte nel primo round e altre tre nel secondo, una vera esecuzione che lo vede addirittura sollevato dal ring su un montante del giovane sfidante. Anche Ken Norton resiste meno di due riprese l’anno successivo, quindi si arriva alla fatidica ‘Rumble in the jungle’ di Kinshasa, con Muhammad Ali che rivuole il mondiale dei massimi perso a tavolino e Foreman, sempre più arrogante e spavaldo, convinto di liquidare anche l’ex campione con la solita, disarmante facilità. Il KO subìto all’ottavo round, dopo una sfida passata a martellare i fianchi di un Ali stoicamente appoggiato alle corde e disposto ad incassare tutto pur di sfiancare il giovane rivale è storia, anzi leggenda. Foreman cade nella trappola dell’ex campione, la sua forza spaventosa s’infrange sulla tattica geniale di Ali. “E’ tutto qui quello che sai fare, George?” le parole che Muhammad gli sussurra all’orecchio demoliscono definitivamente la sicurezza del gigante texano. Convinto di essere imbattibile, paga a caro prezzo la propria presunzione. Nei successivi due anni e mezzo Big George torna il picchiatore indomabile, battendo in match mozzafiato Lyle e ancora Frazier, ma nel ’77 abbandona la boxe e diventa predicatore. Apre un centro di recupero che salva dalla strada tanti giovani di Houston, il ragazzo violento e rabbioso del ghetto di Marshall, Texas, si trasforma in guida e modello per altri ragazzi sfortunati. E da bullo prepotente e arrogante Big George diventa una persona solare, simpaticissima. La sua risata è contagiosa, non c’è più traccia del Foreman di prima. Dopo dieci anni di questa vita dedicata agli altri, il ritorno sul ring. Ricominciano le vittorie e i KO. E dopo due tentativi mondiali falliti ai punti, contro Holyfield e Morrison, il trionfo da record contro Moorer e la riconquista del trono mondiale. Big George è stato uno dei pesi massimi più forti della storia della boxe, picchiatore formidabile e quasi inarrestabile. Vi ricordate Mike Tyson dei tempi belli? Foreman era più grosso, più alto, più potente, più cattivo… Fuori dal ring, invece, si era trasformato in un uomo generoso, dedito alla numerosa famiglia e ai ragazzi difficili. Sapeva trascinare gli altri con la sua simpatia, il suo sorriso, anche quando pubblicizzava in giro per il mondo la sua proverbiale griglia da cucina. Big George ci mancherà tanto, quell’inimitabile era di pesi massimi straordinari si è purtroppo chiusa definitivamente.

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