L'argento europeo dell'Italia di cui nessuno parla: l'impresa degli Azzurri del lacrosse

19 luglio 2025. Breslavia, Polonia. Finale degli Europei, la prima per la Nazionale Azzurra. L’Italia perde 8-9 contro Israele ma è festa grande. Perché nessuno alla vigilia di questo torneo poteva immaginare un risultato del genere. Che, senza retorica, è storico. Per davvero. Il lacrosse in Italia conta nove squadre tra maschili e femminili. Il movimento è nato da pochissimo, appena 20 anni, e al momento non ci sono fonti di guadagno. Eppure, con organizzazione, unità d’intenti e determinazione si è arrivati all’argento europeo. Un punto di arrivo inaspettato, che ora deve essere trasformato in una partenza. Per affermarsi, espandere questo sport e sognare sempre più in grande. “La voglia e la passione ci sono”, garantisce a Sky Sport Insider Alessandro Cavallaro, presidente della Divisione lacrosse Italia. Ma non sono mai mancati, a dire il vero. Come le difficoltà, sempre dietro l’angolo. Allora meglio indossare casco e protezioni, come in campo. Pronti a lottare per dare un futuro al lacrosse. La storia del lacrosse in Italia Ma, come sosteneva Bauman, “senza memoria non c’è identità, e senza identità non c’è futuro”: per parlare del futuro di questa disciplina, dobbiamo partire dal passato. Questo sport arriva in Italia nel 2003 e il merito è di Fabio Antonelli. Durante un viaggio in Colorado, negli Usa, Antonelli ha conosciuto il lacrosse e si è appassionato a questo sport. Tornato in Italia, ha incontrato Robert Corna, 31enne italo-americano che, con entusiasmo, aveva già iniziato a radunare alcuni ragazzi per formare una prima squadra di lacrosse italiana, la ‘Roma Lacrosse Club’. I primi allenamenti si sono svolti al Circo Massimo e successivamente nell’ex Cinodromo della Capitale . L’equipaggiamento a disposizione dei ragazzi era praticamente nullo e quel poco che si aveva era in pessime condizioni. Ma tanto è bastato per far partire la scintilla. 22 anni più tardi le squadre in Italia sono diventate nove ma i tornei e l’entusiasmo sono molti di più. Come si gioca a lacrosse? Facciamo un altro passo indietro. Prima di proseguire, è importante spiegare come si gioca a lacrosse e cosa ‘deve’ avere un giocatore di questo sport. Lo scopo del gioco è fare gol nella porta avversaria. Come nel calcio, per vincere basta segnare un gol in più dell’avversario. Oltre al portiere, che rispetto a tutti gli altri membri della squadra ha una stecca con caratteristiche diverse, in campo ci sono tre difensori, tre centrocampisti e tre attaccanti per parte. La particolarità è che gli unici a potersi muovere per tutto il campo sono i centrocampisti: i difensori non possono andare oltre la metà capo e gli attaccanti non possono andare in difesa. Si gioca su un campo da calcio ma le porte sono più dentro al campo perché, come nell’hockey su ghiaccio, si può giocare anche dietro la porta. Si può giocare in sei contro sei o in dieci contro dieci, che è la versione originale del gioco. La partita 10 vs 10 è suddivisa in quattro tempi da 15 minuti, il tempo è effettivo e i cambi sono illimitati, come nel basket. La versione 6 vs 6 ha sempre quattro tempi ma da 8 minuti e, chiaramente, si gioca in un campo più piccolo . Il gioco è tecnico, molto dinamico e, soprattutto, fisico: è consentito il contatto fisico controllato sugli avversari. Per giocare servono stecca, chiamata ‘crosse’, caschetto e protezioni. Nella versione femminile dello sport il contatto fisico è limitato, motivo per cui non servono le protezioni. Le qualità principali che deve avere un giocatore di lacrosse sono l’atleticità, fondamentale per coprire bene la propria posizione di campo e scontrarsi con gli avversari, la tecnica e la visione di gioco. Ma per iniziare “basta avere la voglia di mettersi in gioco”, spiega il presidente Cavallaro. Gli obiettivi per il futuro Concluse le premesse e i ‘passi indietro’ è ora di guardare avanti. “Dopo il Covid c’è stato un momento di profonda crisi” – ci racconta Cavallaro – “molte squadre hanno cessato di esistere e piano piano siamo rinati con quattro squadre maschili e tre femminili. Adesso stiamo cercando di far crescere il movimento e aumentare il numero di squadre, è ciò che voglio fare da quando sono stato eletto presidente. Abbiamo iniziato cercando di far rinascere le squadre in città dove prima si giocava, come Torino, dove grazie all’aiuto del Cus siamo riusciti a far riprendere vita alla squadra, che si è appena iscritta al torneo sixes di ottobre. Ora tenteremo di fare la stessa cosa anche a Roma. Credo abbia senso ripartire dalle città dove fino a qualche anno fa c’era già una squadra, perché vuol dire che dell’interesse c’è. Sto provando a coinvolgere le persone che giocavano lì per avere da loro un aiuto. E poi cercheremo di aprire nuovi poli in città in cui il lacrosse non c’è mai stato. Un obiettivo è Pisa, dove mi sta aiutando un vecchio giocatore americano che vive in Italia da circa trent’anni e che proprio qui ha riscoperto il suo amore per il lacrosse. Attraverso l’Università di Pisa stiamo provando a far nascere un movimento anche in questa città. L’obiettivo che mi sono posto è di far nascere almeno una squadra all’anno. È dura, ma ci proveremo. Un grande aiuto ce lo stanno dando la Federazione Hockey e il presidente Sergio Mignardi, di cui facciamo parte. Tramite la Federazione e il Cus cerchiamo di ottenere strutture e di attirare interesse nelle persone verso il nostro sport”. La comunicazione Uno strumento prezioso per far conoscere il lacrosse anche a chi non ne ha mai sentito parlare sono i social: “Il primo mezzo per riuscire ad attrarre nuovi giocatori e nuove squadre è la comunicazione. Se riusciamo a far vedere che esiste anche il nostro sport, abbiamo molte più probabilità di attirare gente nuova. La comunicazione diretta, andare proprio nelle scuole e nelle palestre, è più efficace, ma anche i social ci danno una grande mano. Attraverso internet e i social possiamo far vedere che esistiamo, che c’è un movimento lacrosse in Italia e che è attivo. Per questo sui social stiamo facendo un importante lavoro e stiamo cercando di creare sempre più visibilità ai nostri canali. Ci ha aiutato molto il risultato dell’Europeo, ci ha dato una bella spinta a livello visivo e mediatico. Il video del nostro portiere che ha corso per tutto il campo e segnato ha ottenuto 3,8 milioni di visualizzazioni, numeri incredibili per noi. Questo ‘semplice’ video ci ha dato grande visibilità e ci ha permesso di farci conoscere a tante persone. Colgo l’occasione per ringraziare il nostro addetto stampa, Lorenzo D’Ilario, e i nostri addetti social e web Jacopo Colombo ed Elisa Palla. Ma il merito dei risultati che stiamo ottenendo è di tutti e di tutto il duro lavoro che c’è dietro”. Le difficoltà Lo abbiamo detto: le difficoltà però non mancano. “Non è facile perché purtroppo l'Italia è fissata su pochi sport e far nascere un movimento è difficile. Per farlo in maniera qualitativa bisognerebbe puntare ai giovani, ma noi siamo ancora troppo indietro per puntare ai giovani. È un obiettivo, ma è ancora un po’ lontano da raggiungere perché prima di riuscire a creare un settore giovanile dobbiamo creare delle prime squadre” spiega il presidente Cavallaro. Oltre ai problemi strettamente legati al lacrosse, c’è da fare i conti con la vita di tutti i giorni: “Fare il presidente della Divisione lacrosse Italia non è il mio lavoro, non guadagno con questo. Io sono geometra, ho scoperto questo sport qualche anno fa e mi sono appassionato. Ho iniziato questo percorso e sono contento di portarlo avanti per passione, ma è chiaro che non è facile far tutto. E vale per tutti i giocatori, oggi nessuno ha uno stipendio per giocare a lacrosse. Ma non ci piangiamo addosso, anzi. Se con così poco abbiamo ottenuto un traguardo importante come un argento europeo significa che appena avremo la possibilità potremo davvero sognare in grande. Spero che con questi risultati avremo sempre più supporto da parte delle istituzioni sportive e così potremo fare cose sempre più importanti. Un piccolo aiuto per noi può significare davvero tanto”. Il sogno Los Angeles 2028. Olimpiadi. Ecco tradotto in poche parole cosa vuole dire il presidente Cavallaro quando dice “potremo davvero sognare in grande”. Un sogno realistico, e non potrebbe essere altrimenti dopo un secondo posto agli Europei. “Qualificarsi alle prossime Olimpiadi è possibile. Ovviamente ora diventerà tutto più difficile, perché dopo questo argento nessuno ci sottovaluterà e tutti ci affronteranno con maggiore attenzione. Ma le possibilità ci sono”. Indossate casco e protezioni. Il sogno è lì, è grande, e per conquistarlo c’è da lottare.

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L'argento europeo dell'Italia di cui nessuno parla: l'impresa degli Azzurri del lacrosse

Emiliano Tomasini