Usain Bolt vince la sua batteria con il tempo di 10''07 e si qualifica per la semifinale dei 100 metri. Farah si conferma il miglior mezzofondista al mondo nei 10.000 metri, fuori i due azzurri impegnati nella prima giornata di gare
Si sono aperti in pista i mondiali di atletica di Londra 2017, con Usain Bolt protagonista indiscusso in quella che come ha già più volte annunciato sarà la sua ultima competizione prima del ritiro. In una serata caratterizzata quasi esclusivamente da gare di qualificazione, per il velocista giamaicano è stato un gioco da ragazzi portarsi a casa il primo posto nella sua batteria con il tempo di 10''07, conquistato grazie a una minima accelerazione nella fase lanciata dei suoi 100 metri. Tanti gli avversari temibili da tenere sott’occhio: Chris Coleman, l’uomo più veloce dell’anno con il suo 9''82, ha vinto con estrema facilità la sua batteria, a differenza del giamaicano Blake qualificato ma battuto da un convincente Sani Brown. Bene anche Julian Forte (sempre proveniente dall’isola nel mar dei Caraibi) con il suo 9''99, così come Gatlin, dominante dopo la doppia squalifica che ha rinviato più volte lo start della sua prova.
Niente qualificazione per Magnani e Ojiaku
Per i due azzurri in gara in questa giornata le cose purtroppo non sono andate per il meglio. Margherita Magnani infatti non è riuscita a conquistare il pass per la semifinale dei 1500 metri donne, dodicesima nella sua batteria con il tempo di 4'09''15 – ben tre secondi in più rispetto al suo miglior tempo stagionale ed esclusa dal lotto delle 24 migliori, guidate dal 4'02''67 dell’etiope Genzebe Dibaba. Stesso destino per Kevin Ojiaku, saltatore in lungo d’origine nigeriana ma nato e cresciuto in Piemonte che ha chiuso con la misura di 7 metri e 82, nove centimetri al di sotto del salto dell’australiano Fabrice Lapierre, ultimo dei dodici qualificati per la finale.
Il primo oro è di Mohamed Farah nei 10.000 metri
La prima medaglia d’oro è quella dei 10.000 metri maschili, vinti dal padrone di casa e strafavorito Mohamed Farah con un tempo di 26'49''53, davanti all'ugandese Joshua Kiprui Cheptegei e al keniano Paul Kipngetich Tanui. Una corsa sapientemente controllata dal nativo di Mogadiscio, con la catena al collo che saltella a ritmo di danza ogni volta che qualcuno prova ad allungare, a guadagnare un minimo di vantaggio che consenta di poter tenere testa all’ultimo letale giro di pista del britannico. Il pubblico di casa però è tutto dalla parte di Farah e non si scompone neanche quando i keniani presenti in gruppo abbozzano ripetutamente la fuga, provando a scombinare le carte. Ma dal punto di vista tattico, così come sotto quello atletico, tutti sono costretti a inchinarsi al quattro volte medaglia d’oro olimpica e (dopo questo ennesimo trionfo), ben sei volte primo in una competizione mondiale.